I risultati delle analisi eseguite dalla polizia scientifica confermano l’ipotesi dell’incendio intenzionale, seguita sin dall’inizio dagli inquirenti. Ora resta da capire chi abbia avuto l’interesse a radere al suolo il museo di Bagnoli
Le analisi confermano definitivamente che a distruggere Città della Scienza è stato un incendio doloso, appiccato contemporaneamente in più punti, frutto quindi di un piano accurato. A una settimana dal rogo il procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo, rende noti i risultati delle analisi eseguite dalla polizia scientifica di Roma sui campioni prelevati dopo l'incendio: su ben sei reperti, provenienti da quattro aree diverse, sono state trovate tracce di benzina.
Intanto il presidente Vittorio Silvestrini ha annunciato che il Science Centre riprenderà le proprie attività espositive tra un mese, sabato 13 aprile. In particolare verrà riaperta una sezione dedicata ai bambini.
"Mi dispiace, ho sperato fino alla fine che si trattasse di un incidente. Continuo a pensare che progettare la distruzione di un museo della scienza in una città come Napoli sia un'enormità", è la reazione del consigliere delegato di Città della Scienza Vincenzo Lipardi, tra i fondatori del museo. L'ipotesi dolosa era stata quella seguita sin dall'inizio dagli inquirenti. Ora resta da capire chi abbia avuto interesse a radere al suolo un simbolo di cultura e di possibile riscatto per la zona di Bagnoli. Lunedì 11 marzo il magistrato Raffaele Cantone, esperto conoscitore dei clan napoletani, si è detto scettico sulla matrice camorristica. "E chi è stato allora?", ha risposto il giorno dopo Vittorio Silvestrini, fondatore e presidente di Città della Scienza. "Io spero che non sia la camorra - ha aggiunto - perché l'ipotesi che ci sia una pista interna è talmente fantasiosa che non esiste".
In attesa di nuovi sviluppi dell'inchiesta, a Città della Scienza il 12 marzo c'è stata la visita di solidarietà dei vertici dell'Ecsite, che mette in rete oltre 400 tra musei scientifici e science centre europei. Per il presidente Robert Firmhofer, e la direttrice Catherine Franche, "Città della Scienza non può, ma deve risorgere, e noi ci stiamo mobilitando per dare una mano all'allestimento dei nuovi padiglioni". "L'Europa è rimasta scioccata da quello che è successo qui - dice Firmhofer - e vuole manifestare il proprio sostegno alla ricostruzione. Abbiamo ricevuto tante mail da tutto il mondo e non c'era mai stata prima una simile mobilitazione. Città della Scienza è importante per l'Europa".
Mentre si lavora alla riapertura di un primo padiglione per il 10 aprile (“sarà dedicato ai bambini", annuncia Lipardi), si profila un'iniziativa dell'Europarlamento per presentare il progetto della nuova Città della Scienza per cui fioccano le idee. La prima l'ha presentata con un disegno Giovina, una bambina napoletana di 7 anni
Intanto il presidente Vittorio Silvestrini ha annunciato che il Science Centre riprenderà le proprie attività espositive tra un mese, sabato 13 aprile. In particolare verrà riaperta una sezione dedicata ai bambini.
"Mi dispiace, ho sperato fino alla fine che si trattasse di un incidente. Continuo a pensare che progettare la distruzione di un museo della scienza in una città come Napoli sia un'enormità", è la reazione del consigliere delegato di Città della Scienza Vincenzo Lipardi, tra i fondatori del museo. L'ipotesi dolosa era stata quella seguita sin dall'inizio dagli inquirenti. Ora resta da capire chi abbia avuto interesse a radere al suolo un simbolo di cultura e di possibile riscatto per la zona di Bagnoli. Lunedì 11 marzo il magistrato Raffaele Cantone, esperto conoscitore dei clan napoletani, si è detto scettico sulla matrice camorristica. "E chi è stato allora?", ha risposto il giorno dopo Vittorio Silvestrini, fondatore e presidente di Città della Scienza. "Io spero che non sia la camorra - ha aggiunto - perché l'ipotesi che ci sia una pista interna è talmente fantasiosa che non esiste".
In attesa di nuovi sviluppi dell'inchiesta, a Città della Scienza il 12 marzo c'è stata la visita di solidarietà dei vertici dell'Ecsite, che mette in rete oltre 400 tra musei scientifici e science centre europei. Per il presidente Robert Firmhofer, e la direttrice Catherine Franche, "Città della Scienza non può, ma deve risorgere, e noi ci stiamo mobilitando per dare una mano all'allestimento dei nuovi padiglioni". "L'Europa è rimasta scioccata da quello che è successo qui - dice Firmhofer - e vuole manifestare il proprio sostegno alla ricostruzione. Abbiamo ricevuto tante mail da tutto il mondo e non c'era mai stata prima una simile mobilitazione. Città della Scienza è importante per l'Europa".
Mentre si lavora alla riapertura di un primo padiglione per il 10 aprile (“sarà dedicato ai bambini", annuncia Lipardi), si profila un'iniziativa dell'Europarlamento per presentare il progetto della nuova Città della Scienza per cui fioccano le idee. La prima l'ha presentata con un disegno Giovina, una bambina napoletana di 7 anni