La Finanza nelle abitazioni dell'ex presidente della Banca, dell'ex direttore generale e negli uffici dell'ex vicedirettore. Intanto, i pm di Siena indagano anche sul presunto accordo scritto tra Pd e Pdl. Ma gli interessati smentiscono: "Una bufala"
Nuove perquisizioni a carico dell'ex presidente del Monte dei Paschi Giuseppe Mussari, dell'ex direttore generale dell'istituto Antonio Vigni e dell'ex vicedirettore generale Fabrizio Rossi. I controlli della Guardia di Finanza riguardano le abitazioni di Mussari e Vigni e gli uffici di Mps a Siena (tutti i video sul caso).
Intanto è nelle mani dei pm il testo del presunto "accordo" tra Pd e Pdl pubblicato dal Corriere.it, ma i diretti interessati, l'ex sindaco di Siena Franco Ceccuzzi e il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini assicurano che si tratta di un falso: "una bufala totale", "una polpetta avvelenata".
Le accuse a Mussari e Vigni - Mussari e Vigni sono indagati, in concorso con l'ex capo dell'area finanza di Mps Gianluca Baldassari, per ostacolo all'autorità di vigilanza, relativamente al contratto sull'operazione Alexandria, un prodotto finanziario complesso acquistato dalla banca nel 2005 da Dresdner e poi ristrutturato nel 2009 con Nomura, senza farne - è la tesi dell'accusa - adeguata rappresentazione contabile in modo da non farne emergere la reale rischiosità e la perdita accumulata. L'ex presidente della banca senese è anche indagato per manipolazione del mercato e falso in prospetto per l'operazione finanziaria Fresh del 2008, uno dei prodotti che hanno consentito alla banca senese di finanziarie l'acquisizione di Antonveneta e che era necessario per avere da Bankitalia il via libera all'operazione.
Il presunto accordo - Da anni in toscana si rincorrono voci sull'esistenza di un patto fra i due schieramenti, ma mai è emerso che, nel caso esista, fosse addirittura scritto. Nel documento in mano ai pm "l'onorevole Verdini si impegna a garantire supporto e sostegno all'attuale maggioranza locale, garantendo tutti quei canali necessari a livello di Governo nazionale per le problematiche relative alla Banca e Fondazione", ottenendo la garanzia di un certo numero di posti fra Cda della banca - oltre alla presidenza di Antonveneta - e deputazioni della Fondazione. Nel testo si parla poi dell'impegno, in vista delle amministrative del 2009, "a ricercare una candidatura del Pdl per la presidenza della provincia di Siena che non tenti di sconvolgere gli attuali equilibri" e a rifuggire a "qualsiasi accordo destabilizzante con le liste civiche" in diversi comuni senesi che sarebbero andati al voto.
Intanto è nelle mani dei pm il testo del presunto "accordo" tra Pd e Pdl pubblicato dal Corriere.it, ma i diretti interessati, l'ex sindaco di Siena Franco Ceccuzzi e il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini assicurano che si tratta di un falso: "una bufala totale", "una polpetta avvelenata".
Le accuse a Mussari e Vigni - Mussari e Vigni sono indagati, in concorso con l'ex capo dell'area finanza di Mps Gianluca Baldassari, per ostacolo all'autorità di vigilanza, relativamente al contratto sull'operazione Alexandria, un prodotto finanziario complesso acquistato dalla banca nel 2005 da Dresdner e poi ristrutturato nel 2009 con Nomura, senza farne - è la tesi dell'accusa - adeguata rappresentazione contabile in modo da non farne emergere la reale rischiosità e la perdita accumulata. L'ex presidente della banca senese è anche indagato per manipolazione del mercato e falso in prospetto per l'operazione finanziaria Fresh del 2008, uno dei prodotti che hanno consentito alla banca senese di finanziarie l'acquisizione di Antonveneta e che era necessario per avere da Bankitalia il via libera all'operazione.
Il presunto accordo - Da anni in toscana si rincorrono voci sull'esistenza di un patto fra i due schieramenti, ma mai è emerso che, nel caso esista, fosse addirittura scritto. Nel documento in mano ai pm "l'onorevole Verdini si impegna a garantire supporto e sostegno all'attuale maggioranza locale, garantendo tutti quei canali necessari a livello di Governo nazionale per le problematiche relative alla Banca e Fondazione", ottenendo la garanzia di un certo numero di posti fra Cda della banca - oltre alla presidenza di Antonveneta - e deputazioni della Fondazione. Nel testo si parla poi dell'impegno, in vista delle amministrative del 2009, "a ricercare una candidatura del Pdl per la presidenza della provincia di Siena che non tenti di sconvolgere gli attuali equilibri" e a rifuggire a "qualsiasi accordo destabilizzante con le liste civiche" in diversi comuni senesi che sarebbero andati al voto.