In una lettera al presidente della Repubblica, la madre della 13enne di Brembate uccisa due anni fa critica gli inquirenti per la "scarsa collaborazione con la parte lesa". Il Quirinale: la missiva sarà valutata con attenzione
A più di due anni dalla morte di Yara Gambirasio, la madre Maura Panarese lo scorso dicembre ha scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano una lettera in cui si sottolinea, tra l'altro, la "scarsa collaborazione degli investigatori con la parte lesa".
A rivelarlo in esclusiva il programma di Rete 4 Quarto Grado.
Secondo Quarto Grado la signora Gambirasio, nella missiva al Capo dello Stato, esprime le proprie critiche nei confronti di chi ha eseguito l'inchiesta. Un'indagine che si è concentrata, prima sul cantiere di Mapello, poi sull'ipotetico figlio illegittimo di un autista bergamasco morto da anni, basandosi sul Dna. La donna, nella lettera al Presidente Napolitano manifesta tutto il dolore e lo sconforto perché, dopo anni d'indagini, la figlia non ha ancora avuto giustizia.
"Cosa è successo quel giorno a Brembate? Qualcuno ce lo dovrà dire?" commenta anche il sindaco Stefano Locatelli alla notizia della lettera. "Una cosa – continua – è la fiducia, dei cittadini come della famiglia, che non e' mai venuta meno, un'altra e' produrre delle risposte", ha detto il sindaco, che già in passato aveva con forza auspicato che venisse chiarito l'accaduto. "Ringraziamo tutti per il lavoro svolto - prosegue il sindaco - ma è legittimo chiedere risposte, capire dove si è sbagliato e dove si sono fatti dei passi avanti, capire se le risorse spese sono state bene o male indirizzate".
Fonti del Quirinale fanno sapere che al presidente Napolitano non è ancora ufficialmente giunta la lettera scritta dalla madre, ma che la missiva "verrà attentamente valutata".
A rivelarlo in esclusiva il programma di Rete 4 Quarto Grado.
Secondo Quarto Grado la signora Gambirasio, nella missiva al Capo dello Stato, esprime le proprie critiche nei confronti di chi ha eseguito l'inchiesta. Un'indagine che si è concentrata, prima sul cantiere di Mapello, poi sull'ipotetico figlio illegittimo di un autista bergamasco morto da anni, basandosi sul Dna. La donna, nella lettera al Presidente Napolitano manifesta tutto il dolore e lo sconforto perché, dopo anni d'indagini, la figlia non ha ancora avuto giustizia.
"Cosa è successo quel giorno a Brembate? Qualcuno ce lo dovrà dire?" commenta anche il sindaco Stefano Locatelli alla notizia della lettera. "Una cosa – continua – è la fiducia, dei cittadini come della famiglia, che non e' mai venuta meno, un'altra e' produrre delle risposte", ha detto il sindaco, che già in passato aveva con forza auspicato che venisse chiarito l'accaduto. "Ringraziamo tutti per il lavoro svolto - prosegue il sindaco - ma è legittimo chiedere risposte, capire dove si è sbagliato e dove si sono fatti dei passi avanti, capire se le risorse spese sono state bene o male indirizzate".
Fonti del Quirinale fanno sapere che al presidente Napolitano non è ancora ufficialmente giunta la lettera scritta dalla madre, ma che la missiva "verrà attentamente valutata".