Pistoia, sacerdote ucciso in canonica: legato e picchiato

Cronaca
Don Mario Del Becaro, parroco delle frazioni di Tizzana e di Catena, a Quarrata (Pistoia).

Il corpo di Don Mario Del Becaro è stato trovato dai Carabinieri. La cassaforte era aperta, l'auto rubata. Un mese fa aveva denunciato intimidazioni e chiesto più vigilanza al borgo di Tizzana, frazione di Quarrata

Picchiato a morte per una rapina, nella canonica dove viveva solo. Don Mario Del Becaro, 63 anni, è stato percosso, legato e lasciato morire. E' stato un massacro, secondo l'esame medico legale. E traumi gravi in tutto il corpo ne hanno causato il decesso. Don Mario sarebbe rimasto anche soffocato dalla corda usata per immobilizzarlo e dalla stoffa con cui è stato imbavagliato mentre i suoi aggressori fuggivano dopo aver svuotato la cassaforte e dopo avergli portato via perfino l'auto, una Punto posteggiata nella piazza davanti alla canonica della chiesa di San Bartolomeo a Tizzana, nel comune di Quarrata (Pistoia).

Sono stati i carabinieri a trovare il corpo del parroco - Il cadavere del sacerdote è stato scoperto da una pattuglia dei carabinieri nella notte tra venerdì 28 e sabato 29 dicembre. Don Mario da un mese era diventato un 'obiettivo sensibile'. C'erano state minacce, intimidazioni. Aveva denunciato un tentativo di estorsione culminato il 18 dicembre scorso nell'arresto di un uomo, originario dell'Est. Temeva per la sua incolumità e aveva chiesto protezione alle forze dell'ordine. Così da qualche tempo una pattuglia veniva inviata quasi tutte le sere nel borgo di Tizzana, in collina, per controllare la situazione. La notte scorsa i militari hanno visto che la porta era aperta e una rapida ispezione all'interno, dopo che al suono del campanello non rispondeva nessuno, ha fatto loro scoprire il cadavere al piano terreno della canonica.

Vittima di una aggressione - Il parroco è stato picchiato ripetutamente, forse per vendetta ma anche per ottenere le chiavi con cui gli aggressori - per gli investigatori hanno agito in più di uno - hanno aperto la cassaforte e portato via il contenuto. Sicuramente c'erano soldi ma con l'aiuto dei parenti del parroco, un fratello e una sorella che abitano in Toscana, si cerca di capire se c'erano anche altri oggetti, preziosi, o addirittura documenti. Non ci sono testimoni. A qualcuno dei pochi abitanti di Tizzana è sembrato di aver sentito gli sportelli di un'auto chiudersi forte. Inoltre la titolare della pizzeria del circolo attiguo alla chiesa ha detto di aver lasciato il locale insieme al figlio verso le 23.30 e di aver notato che la porta era aperta e che la macchina di don Mario non c'era. Ma ha anche detto di non averci badato troppo: l'incasso era stato magro e voleva rincasare alla svelta. Anche i clienti in pizzeria - pochi - erano tutti conosciuti.

Si indaga per omicidio e rapina - La 'caccia' agli aggressori è in corso, la procura di Pistoia indaga per omicidio e rapina. Perquisizioni sono state fatte in varie località del Pistoiese ai domicili di pregiudicati e sospetti. I carabinieri battono varie piste. Una riguarda il contesto dell'uomo arrestato per la tentata estorsione: lui è in carcere ma non il clan a cui appartiene. Un'altra pista mira agli 'ospiti' - sbandati, senza casa, immigrati disoccupati, drogati - che in passato, ma non di recente, sono stati visti alloggiare per brevi periodi nella canonica. Prezioso viene ritenuto il racconto della donna che fa le pulizie in chiesa e nella casa del prete. Un altro fronte è quello delle conoscenze di don Mario che era parroco a Tizzana da 26 anni.
Il Ris ha lavorato ore dentro la canonica per collezionare tutti i reperti utili alle indagini. Don Mario Del Becaro viene descritto dai parrocchiani come un prete riservato con gli estranei ma aperto con i conoscenti: tuttavia, come risulta negli ambienti della curia con cui peraltro non intratteneva rapporti di consuetudine oltre i doveri ufficiali - svolgeva la sua missione di prete anche esercitando carità e assistenza ai bisognosi. Secondo un'ipotesi, potrebbe non aver più saputo gestire pressanti richieste di denaro. Ed un rifiuto può aver 'armato' gli assassini. Ma si parla anche di un'imprudenza del parroco: da un anno viveva da solo dopo che era morta la zia che da sempre viveva con lui, facendogli da perpetua. Don Mario aveva ricavato dei soldi dalla vendita di un appartamento della parente e forse lo aveva confidato a qualcuno che ha deciso di appropriarsi di quel denaro.
Ma don Mario è della vicenda della tentata estorsione che sembrava aver più paura: ai parrocchiani diceva che non gradiva vivere da solo nella bella canonica sulla piazza di Tizzana, ma era solo un modo per schermare un disagio più grande.

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