La donna, soprannominata “mamma coraggio”, era stata uccisa nel 2010 a Napoli dopo aver testimoniato contro l’uomo che aveva abusato della figlia. E che ora è stato condannato perché considerato dall’accusa il mandante del suo assassinio
E’ stato condannato all’ergastolo Enrico Perillo, ritenuto il mandante dell'assassinio di Teresa Buonocore, la 'mamma coraggio' uccisa a Napoli nel settembre del 2010 dopo aver denunciato abusi sessuali su una delle due figlie. La sentenza è stata emessa dalla terza corte d'Assise di Napoli, che ha deciso anche di accordare un risarcimento di 20mila euro in favore dell'Ordine degli avvocati e delle altre parti civili e una provvisionale di 100mila euro ad ognuna delle due figlie della donna per complessivi 200mila euro.
Gli esecutori materiali del delitto Alberto Amendola e Giuseppe Avolio erano già stati condannati al termine del processo con rito abbreviato (21 anni e quattro mesi il primo e 18 anni il secondo). Perillo secondo i giudici abusò di una delle due figlie della donna, che frequentava la sua casa in quanto amica delle sue figlie. Teresa Buonocore venne assassinata a Napoli nel settembre del 2010, secondo la Procura, proprio perché si era costituita parte civile nel processo di primo grado testimoniando contro Perillo, ottenendo una provvisionale di 25.000euro.
Teresa Buonocore venne freddata con 4 colpi di pistola sotto il ponte dei Francesi a Napoli il 20 settembre del 2010. Dopo aver denunciato e testimoniato contro Enrico Perillo, l’uomo che aveva abusato della figlia, “Teresa sapeva di essere in pericolo”, come aveva raccontato a Sky.it la sorella della vittima Pina Buonocore. “L’uomo aveva più volte detto alla bambina: Se parli uccido tua madre”. E aveva aggiunto: “Questo Paese che protegge tutti, i pentiti, i magistrati, i mafiosi, non ha saputo tutelare una donna che aveva testimoniato contro una persona che si è macchiata di un reato grave come quello della pedofilia. Probabilmente, la portata di questo pericolo è stata sottovalutata da chi aveva il compito di tutelarla”
Gli esecutori materiali del delitto Alberto Amendola e Giuseppe Avolio erano già stati condannati al termine del processo con rito abbreviato (21 anni e quattro mesi il primo e 18 anni il secondo). Perillo secondo i giudici abusò di una delle due figlie della donna, che frequentava la sua casa in quanto amica delle sue figlie. Teresa Buonocore venne assassinata a Napoli nel settembre del 2010, secondo la Procura, proprio perché si era costituita parte civile nel processo di primo grado testimoniando contro Perillo, ottenendo una provvisionale di 25.000euro.
Teresa Buonocore venne freddata con 4 colpi di pistola sotto il ponte dei Francesi a Napoli il 20 settembre del 2010. Dopo aver denunciato e testimoniato contro Enrico Perillo, l’uomo che aveva abusato della figlia, “Teresa sapeva di essere in pericolo”, come aveva raccontato a Sky.it la sorella della vittima Pina Buonocore. “L’uomo aveva più volte detto alla bambina: Se parli uccido tua madre”. E aveva aggiunto: “Questo Paese che protegge tutti, i pentiti, i magistrati, i mafiosi, non ha saputo tutelare una donna che aveva testimoniato contro una persona che si è macchiata di un reato grave come quello della pedofilia. Probabilmente, la portata di questo pericolo è stata sottovalutata da chi aveva il compito di tutelarla”