Dopo lo stop all'impianto di Portovesme del 2 novembre, i sindacati annunciano nuove proteste: "Lunedì 5 in assemblea decideremo le prossime mosse"
L'Alcoa di Portovesme si è fermata. A decretare la fine della produzione di alluminio in Italia con 24 ore di anticipo, lo spegnimento, nella mattina di venerdì 2 novembre, delle ultime due celle elettrolitiche. “I lavoratori sono in lutto ma la protesta non si ferma", promette Daniela Piras, segretaria della Uilm del Sulcis.
Mobilitazione a oltranza seppure con qualche stravolgimento. Salta, infatti, per questioni di ordine pubblico la protesta prevista per il 6 novembre a Roma. "Non ci è stata concessa la piazza che chiedevamo, Montecitorio - spiega Bardi - e quindi si è deciso di rinviare. Lunedì 5 novembre in assemblea decideremo le prossime mosse". Intanto, dal ministero dello Sviluppo economico arrivano conferme sull'attenzione del governo alla filiera dell'alluminio. Il 13 novembre, fa sapere il Mise, in occasione della visita in Sardegna dei ministri Passera e Barca e del sottosegretario De Vincenti, ci sarà "un confronto a tutto campo sui problemi aperti nel Sulcis, compresi, nello specifico, quelli della filiera dell'alluminio, quindi di Eurallumina e Alcoa".
Mobilitazione a oltranza seppure con qualche stravolgimento. Salta, infatti, per questioni di ordine pubblico la protesta prevista per il 6 novembre a Roma. "Non ci è stata concessa la piazza che chiedevamo, Montecitorio - spiega Bardi - e quindi si è deciso di rinviare. Lunedì 5 novembre in assemblea decideremo le prossime mosse". Intanto, dal ministero dello Sviluppo economico arrivano conferme sull'attenzione del governo alla filiera dell'alluminio. Il 13 novembre, fa sapere il Mise, in occasione della visita in Sardegna dei ministri Passera e Barca e del sottosegretario De Vincenti, ci sarà "un confronto a tutto campo sui problemi aperti nel Sulcis, compresi, nello specifico, quelli della filiera dell'alluminio, quindi di Eurallumina e Alcoa".