"La produzione nello stabilimento di Taranto deve continuare" dichiara il sindaco di Genova. "Il governo convochi le parti" chiede il segretario generale della Fiom Landini. Le procedure per lo stop degli impianti inizieranno l'11 ottobre
"Io sono sicuro che chiudere gli impianti non significhi risanare ma smantellare un sistema produttivo". E' quanto afferma a SkyTG24 il sindaco di Genova Marco Doria all'indomani della decisione della procura di Taranto che impone agli stabilimenti Ilva l'avvio entro l'11 ottobre delle fasi di spegnimento degli impianti sequestrati.
E' arrivato il momento per l'Ilva di illustrare con precisione "il piano di investimenti che è disponibile a mettere in campo per permettere la possibilità di bonificare e continuare a produrre" sostiene invece il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, intervistato dal canale all news.
Il giorno dopo l'ultimatum dei pm all'azienda leader nel settore siderurgico - 5 giorni di tempo per avviare il processo di spegnimento degli impianti - gli occhi sono puntanti sul futuro del gigante di Taranto.
Doria contro la chiusura dell'Ilva - "Lo sviluppo che si sta prefigurando è grave" denuncia il sindaco del capoluogo ligure. La chiusura dell'Ilva, infatti, potrebbe avere serie ripercussioni sugli stabilimenti del''impianto di Genova. La produzione "deve continuare a funzionare e contestualmente devono essere avviate tutte le operazioni di risanamento" aggiunge Marco Doria.
Landini a SkyTG24: "Servono forme di prestito pubblico" - Maurizio Landini invece, a proposito del rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale, prevista inizialmente per il 30 settembre e slittata al 17 ottobre, dichiara: "Credo che sia necessario che il governo acceleri la discussione sull'Aia e convochi le parti". Secondo il segretario della Fiom, "l'azienda dovrebbe parlare coi sindacati e il governo convocare tutte le parti". E aggiunge: "Sarebbero anche utili forme di denaro pubblico per risanare l'azienda perché quello che non può avvenire è che venga cessata l'attività o che l'Ilva chiuda. Allo stesso tempo bisogna che, nel produrre, l'Ilva smetta di inquinare, quindi la salute dei cittadini e di chi lavora sia garantita".
Il Procuratore di Taranto: "L'azienda ha tirato troppo la corda" - Dalle colonne del quotidiano la Repubblica interviene anche il procuratore capo di Taranto, Franco Sebastio: l'azienda "ora ci deve dire se sta dentro o fuori: il quarto custode, che è l'amministratore dell'Ilva, vuole mettere a disposizione persone e fondi per cominciare il percorso indicato dal tribunale? In cinque giorni noi vogliamo una banale risposta a questa domanda".
I cinque giorni dell'Ilva - Per la Procura di Taranto, dunque, non è più il tempo per le attese e i tentennamenti: le procedure per lo spegnimento degli impianti inquinanti dell'Ilva dovranno cominciare entro l'11 ottobre prossimo. Ma il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, spera ancora che i magistrati "prendano atto" delle prescrizioni "severe" previste dell'Autorizzazione integrata ambientale che sarà presentata il 17 ottobre prossimo alla conferenza dei servizi.
E' arrivato il momento per l'Ilva di illustrare con precisione "il piano di investimenti che è disponibile a mettere in campo per permettere la possibilità di bonificare e continuare a produrre" sostiene invece il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, intervistato dal canale all news.
Il giorno dopo l'ultimatum dei pm all'azienda leader nel settore siderurgico - 5 giorni di tempo per avviare il processo di spegnimento degli impianti - gli occhi sono puntanti sul futuro del gigante di Taranto.
Doria contro la chiusura dell'Ilva - "Lo sviluppo che si sta prefigurando è grave" denuncia il sindaco del capoluogo ligure. La chiusura dell'Ilva, infatti, potrebbe avere serie ripercussioni sugli stabilimenti del''impianto di Genova. La produzione "deve continuare a funzionare e contestualmente devono essere avviate tutte le operazioni di risanamento" aggiunge Marco Doria.
Landini a SkyTG24: "Servono forme di prestito pubblico" - Maurizio Landini invece, a proposito del rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale, prevista inizialmente per il 30 settembre e slittata al 17 ottobre, dichiara: "Credo che sia necessario che il governo acceleri la discussione sull'Aia e convochi le parti". Secondo il segretario della Fiom, "l'azienda dovrebbe parlare coi sindacati e il governo convocare tutte le parti". E aggiunge: "Sarebbero anche utili forme di denaro pubblico per risanare l'azienda perché quello che non può avvenire è che venga cessata l'attività o che l'Ilva chiuda. Allo stesso tempo bisogna che, nel produrre, l'Ilva smetta di inquinare, quindi la salute dei cittadini e di chi lavora sia garantita".
Il Procuratore di Taranto: "L'azienda ha tirato troppo la corda" - Dalle colonne del quotidiano la Repubblica interviene anche il procuratore capo di Taranto, Franco Sebastio: l'azienda "ora ci deve dire se sta dentro o fuori: il quarto custode, che è l'amministratore dell'Ilva, vuole mettere a disposizione persone e fondi per cominciare il percorso indicato dal tribunale? In cinque giorni noi vogliamo una banale risposta a questa domanda".
I cinque giorni dell'Ilva - Per la Procura di Taranto, dunque, non è più il tempo per le attese e i tentennamenti: le procedure per lo spegnimento degli impianti inquinanti dell'Ilva dovranno cominciare entro l'11 ottobre prossimo. Ma il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, spera ancora che i magistrati "prendano atto" delle prescrizioni "severe" previste dell'Autorizzazione integrata ambientale che sarà presentata il 17 ottobre prossimo alla conferenza dei servizi.