Clini fa sapere che la nuova Autorizzazione integrata ambientale "disporrà una drastica riduzione del carico di inquinanti". Intanto proseguono le proteste dei lavoratori. Indetta per ottobre da Fim e Uilm una manifestazione degli operai a Roma
L'Ilva di Taranto dovrà ridurre "drasticamente" le emissioni inquinanti. Il riesame dell'Autorizzazione integrata amibentale da parte del governo, infatti, "disporrà una drastica riduzione del carico di inquinanti rispetto all'AIA del 4 agosto 2011, con particolare riferimento alle emissioni di polveri e di benzopirene sia diffuse che convogliate". A renderlo noto, una nota del ministero dell'Ambiente dopo la conclusione dell'attività del gruppo di lavoro istituito dal ministro Corrado Clini. "L'Autorizzazione Integrata Ambientale - ha spiegato il ministro Clini - deve essere un documento chiaro ed esplicito, che definisca con precisione le responsabilità di ogni parte coinvolta, ognuna per la sua competenza".
Intanto proseguono le proteste da parte dei lavoratori, dopo che il gip ha respinto il piano dell'azienda per evitare lo spegnimento degli impianti. Prosegue infatti lo sciopero indetto da Fim e Fiom (contrari la Fiom e il 'Comitato dei cittadini e lavorartori liberi e pensanti') e in concomitanza con la conferenza dei servizi per il rilascio dell'Aia prevista per il prossimo 15 o 17 ottobre, Fim e Uilm hanno indetto una grande manifestazione di tutto il Gruppo Ilva e "per il futuro della siderurgia italiana a Roma".
Ma la protesta va avanti anche dentro la fabbrica, da parte di gruppi di operai issati sulla torre di smistamento dell'altoforno 5, sulla passerella del camino E312 dell'area Agglomerato e sulla torre del gasometro. "Continuiamo lo sciopero della fame, la nostra speranza è che si prendano delle decisioni a difesa dell'ambiente e del nostro posto di lavoro" ha detto uno di loro a SkyTG24 (ascolta l'audio in alto).
Intanto, sull’altro fronte, gli aderenti al comitato di 'Cittadini e Lavoratori liberi e pensanti' hanno bloccato i mezzi dell'Ilva in ingresso e in uscita dallo stabilimento in corrispondenza della portineria C, adibita ad accogliere le merci, sulla strada che dal rione Tamburi porta al comune di Statte.
Secondo il comitato, di cui fanno parte i contestatori che il 2 agosto scorso bloccarono a bordo di un Apecar il comizio sindacale di Camusso, Bonanni e Angeletti, "gli operai non devono bloccare la città ma devono bloccare l'azienda e la produzione". Il comitato fa presente in una nota che "la presenza di cittadini, ora più che mai, è necessaria per sostenere gli operai in questa lotta. Basta la propria presenza, così ha fatto anche un autotrasportatore calabrese 'bloccato' che per tutta la serata ha deciso di stare in nostra compagnia".
E proteste si registrano anche a Genova, dove si trova un altro stabilimento Ilva, la cui attività è strettamente legata a quello di Taranto. Circa 300 operai aderenti a Fim e Uilm hanno manifestato in mattinata nel tratto di strada tra piazza Massena e la stazione ferroviaria di Cornigliano, provocando pesanti disagi al traffico. Assente la Fiom.
Intanto proseguono le proteste da parte dei lavoratori, dopo che il gip ha respinto il piano dell'azienda per evitare lo spegnimento degli impianti. Prosegue infatti lo sciopero indetto da Fim e Fiom (contrari la Fiom e il 'Comitato dei cittadini e lavorartori liberi e pensanti') e in concomitanza con la conferenza dei servizi per il rilascio dell'Aia prevista per il prossimo 15 o 17 ottobre, Fim e Uilm hanno indetto una grande manifestazione di tutto il Gruppo Ilva e "per il futuro della siderurgia italiana a Roma".
Ma la protesta va avanti anche dentro la fabbrica, da parte di gruppi di operai issati sulla torre di smistamento dell'altoforno 5, sulla passerella del camino E312 dell'area Agglomerato e sulla torre del gasometro. "Continuiamo lo sciopero della fame, la nostra speranza è che si prendano delle decisioni a difesa dell'ambiente e del nostro posto di lavoro" ha detto uno di loro a SkyTG24 (ascolta l'audio in alto).
Intanto, sull’altro fronte, gli aderenti al comitato di 'Cittadini e Lavoratori liberi e pensanti' hanno bloccato i mezzi dell'Ilva in ingresso e in uscita dallo stabilimento in corrispondenza della portineria C, adibita ad accogliere le merci, sulla strada che dal rione Tamburi porta al comune di Statte.
Secondo il comitato, di cui fanno parte i contestatori che il 2 agosto scorso bloccarono a bordo di un Apecar il comizio sindacale di Camusso, Bonanni e Angeletti, "gli operai non devono bloccare la città ma devono bloccare l'azienda e la produzione". Il comitato fa presente in una nota che "la presenza di cittadini, ora più che mai, è necessaria per sostenere gli operai in questa lotta. Basta la propria presenza, così ha fatto anche un autotrasportatore calabrese 'bloccato' che per tutta la serata ha deciso di stare in nostra compagnia".
E proteste si registrano anche a Genova, dove si trova un altro stabilimento Ilva, la cui attività è strettamente legata a quello di Taranto. Circa 300 operai aderenti a Fim e Uilm hanno manifestato in mattinata nel tratto di strada tra piazza Massena e la stazione ferroviaria di Cornigliano, provocando pesanti disagi al traffico. Assente la Fiom.