"Fermare lo stabilimento pugliese significa fermare anche gli impianti in Liguria" spiega in un'audizione parlamentare il presidente della società siderurgica. L'8 agosto la decisione del Riesame sul sequestro. VIDEO
"Il provvedimento del gip è chiaro e netto: dispone la chiusura dell'impianto" di Taranto ma "chiudere Taranto significa chiudere anche Genova e Novi Ligure. Sarebbe un evento tragico per la vita dell'Ilva". Così il presidente della società siderurgica, Bruno Ferrante, nel corso di un'audizione parlamentare. Lo stabilimento di Taranto, ha infatti spiegato Ferrante, "fa la prima lavorazione dell'acciaio che poi trasmette agli altri stabilimenti ed impianti che procedono alle ulteriori lavorazioni".
"L'azione della magistratura nei confronti dell'Ilva si è svolta senza che l'Ilva approntasse una difesa, e la decisione del gip è avvenuta in assenza di memorie difensive o perizie - ha detto ancora il presidente - ora, al Riesame, è presente questa documentazione: ho fiducia che il tribunale del Riesame ne terrà conto".
La decisione del Tribunale del Riesame è attesa per mercoledì 8 agosto. Tra le carte depositate dal pm anche alcune intercettazioni che mostrerebbero come dirigenti dell’Ilva avrebbero cercato di esercitare pressioni sugli organi di controllo ambientale. Trascrizioni che sembravano tirare in ballo anche il ministro dell’Ambiente, cosa poi smentita dalla Procura.
"Dimissioni? Ma vogliamo scherzare? - ha commentato poi il ministro in un'intervista a Repubblica - Si dimetta chi smercia carte false. Questa è una bufala, un attacco strumentale che il partito pro chiusura dell'Ilva sta conducendo perché ha perso la battaglia politica: attorno alla proposta del governo, quella del risanamento, si è costituito uno schieramento molto ampio che va dal Pdl a Sel".
"L'azione della magistratura nei confronti dell'Ilva si è svolta senza che l'Ilva approntasse una difesa, e la decisione del gip è avvenuta in assenza di memorie difensive o perizie - ha detto ancora il presidente - ora, al Riesame, è presente questa documentazione: ho fiducia che il tribunale del Riesame ne terrà conto".
La decisione del Tribunale del Riesame è attesa per mercoledì 8 agosto. Tra le carte depositate dal pm anche alcune intercettazioni che mostrerebbero come dirigenti dell’Ilva avrebbero cercato di esercitare pressioni sugli organi di controllo ambientale. Trascrizioni che sembravano tirare in ballo anche il ministro dell’Ambiente, cosa poi smentita dalla Procura.
"Dimissioni? Ma vogliamo scherzare? - ha commentato poi il ministro in un'intervista a Repubblica - Si dimetta chi smercia carte false. Questa è una bufala, un attacco strumentale che il partito pro chiusura dell'Ilva sta conducendo perché ha perso la battaglia politica: attorno alla proposta del governo, quella del risanamento, si è costituito uno schieramento molto ampio che va dal Pdl a Sel".