Formigoni indagato, Pd: dimissioni. Lega: niente di nuovo
Cronaca"Ormai è alla fine, il suo tempo è finito" attacca il consigliere democratico Civati in un'intervista a Repubblica. Venerdì vertice con Maroni per decidere sul futuro dell'alleanza. Il governatore: "Accuse infondate"
Dimissioni. E’ questa la parola invocata dall’opposizione, ancora una volta, ora che l’indagine a carico del presidente della Lombardia Formigoni per corruzione transnazionale è ufficiale. "Ormai è alla fine, il velo si è squarciato. Il suo tempo è finito" attacca, in un’intervista a Repubblica, il consigliere regionale lombardo del Pd Giuseppe Civati.
"Anche stavolta è riuscito a non rispondere", osserva Civati. "Prima sosteneva che non era nemmeno indagato, poi che forse lo era ma che i giornalisti non dicono mai la verità, adesso che è vero, sostiene che lui non è stato rinviato a giudizio come invece e' stato chiesto per Nichi Vendola. Il fatto che Formigoni abbia gli stessi problemi degli altri - sottolinea - non risolve il suo".
Al fianco della richiesta del Pd, avanzata ieri 25 luglio anche dal segretario regionale del Pd, Maurizio Martina, questa volta non solo Idv e Sel, ma anche l'Udc.
Di "strada obbligata delle dimissioni" parla anche Gad Lerner nel suo editoriale su Repubblica, mentre dall'altra parte il Giornale, vicino al centrodestra, in un editoriale di Sallusti difende a spada tratta il governatore e parla di un'indagine che "per la sua inconsistenza è riuscita a spaccare anche la Procura di Milano".
Sul fronte degli alleati, la Lega, che pure non nasconde di preferire che si vada a elezioni anticipate nel 2013, non abbandona il governatore e venerdì è annunciato un vertice fra Formigoni e Roberto Maroni. "Non c'è nessuna novità", ha detto il vicepresidente della Regione Andrea Gibelli al fianco del "celeste". "I magistrati - ha affermato il leghista Matteo Salvini - facciano velocemente il loro lavoro per avere certezze, intanto la Lega Nord continua a lavorare per ottenere alcuni risultati positivi per i lombardi".
Intanto il governatore da parte sua ha definito le accuse "inconsistenti", ribadendo la ferma intenzione di non dimettersi.
"Anche stavolta è riuscito a non rispondere", osserva Civati. "Prima sosteneva che non era nemmeno indagato, poi che forse lo era ma che i giornalisti non dicono mai la verità, adesso che è vero, sostiene che lui non è stato rinviato a giudizio come invece e' stato chiesto per Nichi Vendola. Il fatto che Formigoni abbia gli stessi problemi degli altri - sottolinea - non risolve il suo".
Al fianco della richiesta del Pd, avanzata ieri 25 luglio anche dal segretario regionale del Pd, Maurizio Martina, questa volta non solo Idv e Sel, ma anche l'Udc.
Di "strada obbligata delle dimissioni" parla anche Gad Lerner nel suo editoriale su Repubblica, mentre dall'altra parte il Giornale, vicino al centrodestra, in un editoriale di Sallusti difende a spada tratta il governatore e parla di un'indagine che "per la sua inconsistenza è riuscita a spaccare anche la Procura di Milano".
Sul fronte degli alleati, la Lega, che pure non nasconde di preferire che si vada a elezioni anticipate nel 2013, non abbandona il governatore e venerdì è annunciato un vertice fra Formigoni e Roberto Maroni. "Non c'è nessuna novità", ha detto il vicepresidente della Regione Andrea Gibelli al fianco del "celeste". "I magistrati - ha affermato il leghista Matteo Salvini - facciano velocemente il loro lavoro per avere certezze, intanto la Lega Nord continua a lavorare per ottenere alcuni risultati positivi per i lombardi".
Intanto il governatore da parte sua ha definito le accuse "inconsistenti", ribadendo la ferma intenzione di non dimettersi.