Giuseppe Petronzi è stato ricoverato dopo essere stato colpito da una bomba carta durante gli scontri avvenuti a Chimonte tra gli attivisti e le forze dell’ordine. Non è in gravi condizioni. Cancellieri: "Violenza pura"
Di nuovo una notte di violenti tafferugli davanti al cantiere della Tav a Chiomonte (Torino), dove nella serata del 21 luglio intorno alle 22 è rimasto ferito anche il capo della Digos di Torino, Giuseppe Petronzi, colpito da una bomba carta e ricoverato in ospedale dove i medici lo stanno sottoponendo ad una serie di esami. L'ordigno lo ha colpito agli arti inferiori bruciandogli i pantaloni e procurandogli bruciature. Le sue condizioni non sono gravi. E' anche rimasto ferito un agente della Polizia stradale.
Gli scontri della notte - L'ennesimo 'attacco' alle reti, con grosse cesoie per tagliare le recinzioni, che anche questa volta hanno resistito, è iniziato intorno alle 22. Vi hanno partecipato alcune centinaia di attivisti, buona parte dei quali partiti poco prima delle 21 dal vicino campeggio No Tav in regione Gravella. Alcuni degli antagonisti avevano maschere antigas e scudi di protezione in lamiera: il consueto armamentario no tav per poter affrontare lo scontro con la polizia. In coda al corteo si è formato un gruppo compatto di almeno 60 antagonisti, tutti vestiti di nero, incappucciati e muniti di scudi di plexiglas. Altri contestatori hanno poi raggiunto i compagni da Giaglione. Le forze dell'ordine hanno subito rafforzato i servizi a protezione del cantiere e delle maestranze e ricorso all'uso di idranti e lacrimogeni per tenere il più lontano possibile i contestatori, che hanno in più occasioni lanciato pietre e bombe carta, una dei quali ha anche colpito il capo della Digos di Torino. Una situazione durata circa due ore quando, poco dopo la mezzanotte, buona parte dei partecipanti all'aggressione hanno fatto ritorno al campeggio mentre però un gruppetto ha continuato a "presidiare" alcune zone davanti alle reti.
Reazioni politiche - Il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, si è detta indignata per quanto è accaduto: "Quello che è successo la notte scorsa in Val di Susa - ha detto manifestando solidarietà agli agenti - non è una manifestazione di dissenso. E' violenza. Violenza allo stato puro che non ha nulla a che fare con i problemi della costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione".
E di situazione "non più tollerabile" secondo il parlamentare Pd Stefano Esposito, da sempre molto attivo nella sua battaglia per il sì alla Tav. Sia lui sia il governatore del Piemonte, Roberto Cota, impegnato nella serata del 21 luglio in una festa della Lega Nord a Verbania (Torino), hanno subito manifestato la loro solidarietà agli agenti coinvolti "nell'ennesimo atto di violenza" al cantiere Tav, in particolare al capo della Digos, colpito da una bomba carta e all'agente della Polizia stradale rimasto ferito. "La Tav - ha aggiunto Cota – è un pretesto per criminali che vogliono strumentalizzare questa situazione andando a manifestare in Val Susa per motivi che non hanno nulla a che fare con la Torino-Lione. Una situazione che bisogna smascherare". Sul tema è intervenuto anche il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. "Non si può più lasciare sotto silenzio sul piano politico, non solo su quello dell'ordine pubblico, ciò che accade in Val di Susa. E' ormai evidente che vi è un uso organizzato della violenza. Sono atti che, prendendo lo spunto dalla ferrovia, in realtà hanno a che fare piuttosto con il tema della democrazia".
Tensioni in mattinata - E le tensioni non si sono allentate neanche nella mattinata di domenica 22 luglio. Proprio mentre stava riaprendo l'autostrada e la maggior parte dei manifestanti stava defluendo, c'è stato un nuovo 'attacco', questa volta contro gli operai del cantiere che stavano ripristinando la torre faro danneggiata nei tafferugli. Le forze di polizia hanno dovuto nuovamente fare ricorso all'uso degli idranti per tenere lontani i no tav e permettere agli operai di terminare il loro lavoro. Ci sono poi stati ancora dei lanci di pietra da parte di un altro gruppo di manifestanti nella parte bassa del cantiere, nella zona della centrale idroelettrica. Dopo di che la situazione sembrerebbe tornata verso la normalità.
Gli scontri della notte - L'ennesimo 'attacco' alle reti, con grosse cesoie per tagliare le recinzioni, che anche questa volta hanno resistito, è iniziato intorno alle 22. Vi hanno partecipato alcune centinaia di attivisti, buona parte dei quali partiti poco prima delle 21 dal vicino campeggio No Tav in regione Gravella. Alcuni degli antagonisti avevano maschere antigas e scudi di protezione in lamiera: il consueto armamentario no tav per poter affrontare lo scontro con la polizia. In coda al corteo si è formato un gruppo compatto di almeno 60 antagonisti, tutti vestiti di nero, incappucciati e muniti di scudi di plexiglas. Altri contestatori hanno poi raggiunto i compagni da Giaglione. Le forze dell'ordine hanno subito rafforzato i servizi a protezione del cantiere e delle maestranze e ricorso all'uso di idranti e lacrimogeni per tenere il più lontano possibile i contestatori, che hanno in più occasioni lanciato pietre e bombe carta, una dei quali ha anche colpito il capo della Digos di Torino. Una situazione durata circa due ore quando, poco dopo la mezzanotte, buona parte dei partecipanti all'aggressione hanno fatto ritorno al campeggio mentre però un gruppetto ha continuato a "presidiare" alcune zone davanti alle reti.
Reazioni politiche - Il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, si è detta indignata per quanto è accaduto: "Quello che è successo la notte scorsa in Val di Susa - ha detto manifestando solidarietà agli agenti - non è una manifestazione di dissenso. E' violenza. Violenza allo stato puro che non ha nulla a che fare con i problemi della costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione".
E di situazione "non più tollerabile" secondo il parlamentare Pd Stefano Esposito, da sempre molto attivo nella sua battaglia per il sì alla Tav. Sia lui sia il governatore del Piemonte, Roberto Cota, impegnato nella serata del 21 luglio in una festa della Lega Nord a Verbania (Torino), hanno subito manifestato la loro solidarietà agli agenti coinvolti "nell'ennesimo atto di violenza" al cantiere Tav, in particolare al capo della Digos, colpito da una bomba carta e all'agente della Polizia stradale rimasto ferito. "La Tav - ha aggiunto Cota – è un pretesto per criminali che vogliono strumentalizzare questa situazione andando a manifestare in Val Susa per motivi che non hanno nulla a che fare con la Torino-Lione. Una situazione che bisogna smascherare". Sul tema è intervenuto anche il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. "Non si può più lasciare sotto silenzio sul piano politico, non solo su quello dell'ordine pubblico, ciò che accade in Val di Susa. E' ormai evidente che vi è un uso organizzato della violenza. Sono atti che, prendendo lo spunto dalla ferrovia, in realtà hanno a che fare piuttosto con il tema della democrazia".
Tensioni in mattinata - E le tensioni non si sono allentate neanche nella mattinata di domenica 22 luglio. Proprio mentre stava riaprendo l'autostrada e la maggior parte dei manifestanti stava defluendo, c'è stato un nuovo 'attacco', questa volta contro gli operai del cantiere che stavano ripristinando la torre faro danneggiata nei tafferugli. Le forze di polizia hanno dovuto nuovamente fare ricorso all'uso degli idranti per tenere lontani i no tav e permettere agli operai di terminare il loro lavoro. Ci sono poi stati ancora dei lanci di pietra da parte di un altro gruppo di manifestanti nella parte bassa del cantiere, nella zona della centrale idroelettrica. Dopo di che la situazione sembrerebbe tornata verso la normalità.