Dell'Utri indagato per estorsione ai danni di Berlusconi

Cronaca
Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi

Il senatore Pdl iscritto nel registro dalla procura di Palermo: "Incredibile". Lunedì 16 luglio il Cavaliere era stato chiamato come testimone, ma ha sollevato legittimo impedimento. Convocata anche Marina Berlusconi.

Marcello Dell'Utri sarebbe indagato dalla procura di Palermo per estorsione ai danni di Silvio Berlusconi. I pm starebbero cercando di accertare se Dell'Utri abbia estorto denaro nel corso degli anni a Berlusconi in cambio del suo silenzio su presunti rapporti dell'ex premier con esponenti di Cosa Nostra. Il Cavaliere, che in questa inchiesta risulta parte offesa, era stato convocato lunedì 16 luglio (come rivelano i quotidiani Repubblica e Corriere della Sera) come testimone dai magistrati di Palermo, ma ha sollevato legittimo impedimento, in quanto impegnato nel convegno di economisti organizzato a Villa Germetto. Oltre al leader del Pdl risulta convocata come persona offesa e testimone anche la figlia Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e del
gruppo Mondadori.

L'ipotesi della procura
- Il fascicolo è stato aperto quest'anno dopo la scoperta di una serie di passaggi di denaro tra Berlusconi e Dell'Utri a ridosso dell'udienza della Cassazione del 9 marzo 2012 sul processo per mafia nei confronti del senatore. In quello stesso arco di tempo, fu venduta per 20 milioni di euro una villa di Dell'Utri sul lago di Como. I magistrati hanno dubbi sulla congruità del prezzo, considerato che una perizia del 2004 aveva stimato il valore dell'immobile in nove milioni e trecentomila euro.
L'ipotesi che la Procura intende verificare è che Dell'Utri abbia fatto pressioni su Berlusconi minacciandolo di riferire quanto sapeva sui rapporti con Cosa Nostra. Per riferire appunto su questo Berlusconi era stato convocato lunedì scorso dalla Procura, nella doppia veste di testimone e di persona offesa. Ma l'ex premier ha opposto il legittimo impedimento.

Dell'Utri: "Mai ricattato nessuno" - "Io non ho ricattato nessuno, soprattutto il mio amico Silvio" ha commentato a caldo il senatore del Pdl, aggiungendo che per lui  "questo è un processo politico, non lo avete ancora capito? I magistrati sono malati, morbosi, ma non riesco nemmeno a volergli male".

Procura di Palermo al centro della polemica
- La procura di Palermo è stata nei giorni scorsi al centro delle polemiche a causa degli scontri con il Capo dello Stato riguardo all'uso di alcune intercettazioni tra Giorgio Napolitano e Nicola Mancino, indagato nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia.
"La villa? Io l'avevo messa in vendita due anni fa per 30 milioni e il valore è questo", ha affermato Dell'Utri parlando nel palazzo di giustizia di Palermo con i cronisti che gli facevano notare la coincidenza temporale tra l'operazione immobiliare e l'udienza della Cassazione per decidere su suo processo per mafia.
"L'occasione di concretizzzare c'è stata solo in quel periodo", ha sostenuto Dell'Utri. "Ma io - ha aggiunto - ci ho perso perché la villa l'ho venduta 20 e vale 30". E a chi ricordava che una perizia del '94 aveva valutato la villa attorno ai 9 milioni di euro, Dell'Utri ha ribattuto: "In quel periodo, 8 anni fa, la casa era ancora in costruzione e quindi il valore era sulla carta. Vale molto di più, lo ripeto".

Alfano: "Campagna elettorale per via giudiziaria" - Duro il commento di Angelino Alfano, secondo cui "ancora una volta, come troppe altre volte, apprendiamo dell'ennesima replica di uno stanco copione. Si avvicinano le urne e torna il desidero di aprire la campagna elettorale per via giudiziaria. Ora il tema è la solita paccottiglia contro le origini di Forza Italia. E' il caso di dire basta".

Nuovo processo a carico di Dell'Utri - Nel frattempo, sempre a Palermo, si è aperto il nuovo processi di appello contro Marcello Dell'Utri per per concorso esterno in associazione mafiosa, dopo che la Cassazione  ha annullato la condanna a 7 anni e ha disposto un altro giudizio di secondo grado.  Il nuovo processo si è aperto con una sospensione a causa del caldo. Il presidente della sesta sezione della Corte di appello, Raimondo Lo Forti, ha subito deciso di trasferire l'udienza nell'aula della seconda sezione della Corte d'Appello, munita di climatizzatori.

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