Concordia, i periti: "Avaria 4 giorni prima del naufragio"
CronacaÈ quanto emerge dal verbale, pubblicato dal Corriere della Sera, della perizia disposta dal tribunale di Grosseto. Il guasto avrebbe riguardato anche la scatola nera. L’azienda replica: “Segnalato solo un codice d’errore, la nave poteva navigare”
Secondo i periti chiamati dal tribunale di Grosseto ad esprimersi sulle possibili cause del naufragio della Costa Concordia, alcuni sistemi di controllo della nave erano in avaria dal 9 gennaio, ben quattro giorni prima del naufragio che provocò la morte di 32 persone. Lo riferisce il Corriere della Sera, citando i verbali relativi alla perizia, datati 4 aprile. Il guasto avrebbe riguardato anche la “scatola nera”, rendendo impossibile una ricostruzione esatta di quanto accadde durante il disastro.
Dalle mail acquisite dai pubblici ministeri che indagano sul comportamento del comandante Francesco Schettino e sulle eventuali responsabilità dei vertici della compagnia, risulta la segnalazione di un guasto il 10 gennaio e, secondo quanto concordato con la ditta che si occupava della manutenzione, la decisione di intervenire per la riparazione il 14 gennaio, quando la nave fosse arrivata al porto di Savona. Troppo tardi: la Concordia finì il suo viaggio il giorno 13 davanti all'isola del Giglio. Se e in che misura questo cambi il quadro delle responsabilità, dovrà stabilirlo la magistratura.
Intanto l'azienda, sempre sul Corsera, replica: "La scatola nera aveva segnalato solo un codice d'errore che non significava assolutamente che l'apparecchio Vdr non funzionasse". "Non c'è norma o convenzione internazionale - aggiunge Costa Crociere - che prescriva che in una situazione del genere la nave non possa navigare".
Intanto, i periti hanno tentato di ricostruire le fasi del naufragio non documentate dalla scatola nera sul computer di servizio, ma alcuni momenti, quali quello dell'abbandono della nave - rileva uno dei rappresentanti delle parti civili, il professor Bruno Neri, docente di Elettornica delle Telecomunicazioni all'università di Pisa - non sono registrati neanche lì. E, a differenza della scatola nera - osserva - il materiale sul computer di bordo è accessibile e potrebbe quindi essere stato in qualche modo "lavorato". Dalle perizie risulta poi che la Concordia viaggiava con le porte stagne aperte e con mappe "non approvate".
Dalle mail acquisite dai pubblici ministeri che indagano sul comportamento del comandante Francesco Schettino e sulle eventuali responsabilità dei vertici della compagnia, risulta la segnalazione di un guasto il 10 gennaio e, secondo quanto concordato con la ditta che si occupava della manutenzione, la decisione di intervenire per la riparazione il 14 gennaio, quando la nave fosse arrivata al porto di Savona. Troppo tardi: la Concordia finì il suo viaggio il giorno 13 davanti all'isola del Giglio. Se e in che misura questo cambi il quadro delle responsabilità, dovrà stabilirlo la magistratura.
Intanto l'azienda, sempre sul Corsera, replica: "La scatola nera aveva segnalato solo un codice d'errore che non significava assolutamente che l'apparecchio Vdr non funzionasse". "Non c'è norma o convenzione internazionale - aggiunge Costa Crociere - che prescriva che in una situazione del genere la nave non possa navigare".
Intanto, i periti hanno tentato di ricostruire le fasi del naufragio non documentate dalla scatola nera sul computer di servizio, ma alcuni momenti, quali quello dell'abbandono della nave - rileva uno dei rappresentanti delle parti civili, il professor Bruno Neri, docente di Elettornica delle Telecomunicazioni all'università di Pisa - non sono registrati neanche lì. E, a differenza della scatola nera - osserva - il materiale sul computer di bordo è accessibile e potrebbe quindi essere stato in qualche modo "lavorato". Dalle perizie risulta poi che la Concordia viaggiava con le porte stagne aperte e con mappe "non approvate".