Emilia, nuove scosse. Gli sfollati sono 7mila

Cronaca

Mentre prosegue lo sciame sismico, la procura di Ferrara iscrive nel registro degli indagati una ventina di persone per il crollo dei capannoni. Il pm a SkyTG24: "L'ipotesi di reato è omicidio colposo"

Primi indagati per il crollo dei capannoni, causato dal terremoto, che domenica 20 maggio ha ucciso sette persone, tra cui quattro operai in Emilia. Una ventina di persone, tra legali rappresentanti delle aziende coinvolte, tecnici e progettisti, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Ferrara. Il reato ipotizzato è omicidio colposo. Un atto dovuto, per consentire il proseguimento degli accertamenti, mentre la terra continua a tremare. Anche nella giornata di venerdì 25 maggio le scosse, alcune di forte intensità, hanno seminato il panico nei centri già colpiti dal sisma, in provincia di Modena e Ferrara. La 'psicosi' da terremoto tiene i cittadini lontani dalle case, anche quelle già dichiarate agibili dai vigili del fuoco, e così il numero degli sfollati è salito ancora.

A cinque giorni dal sisma sono infatti quasi settemila le persone sparse tra i 12 campi d'accoglienza allestiti o le 46 strutture al coperto - palestre o edifici comunali - e i 14 alberghi che danno ospitalità ai terremotati. Li assistono 1.200 volontari della Protezione Civile, che intanto sta definendo con le autorità locali e le forze dell'ordine un piano per i primi interventi, quelli cioè in grado di garantire la pubblica incolumità e il rapido svolgimento delle operazioni di soccorso. "L'obiettivo è quello di accelerare la ricostruzione. Dobbiamo dare la speranza ai cittadini, alle imprese e ai lavoratori che vogliamo anticipare la ripartenza", afferma il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, che ha riunito in Regione le forze sociali e imprenditoriali - 5 mila le persone rimaste senza lavoro - per fare il punto sui danni subiti. "Il continuare dello sciame sismico produce una situazione di tensione permanente", aggiunge Errani, ribadendo che questa deve essere considerata "un'emergenza nazionale" e che "occorre l'impegno solidale di tutto il Paese".

Il governo ha stanziato, con il decreto che ha proclamato l'emergenza nazionale, i primi 50 milioni di euro e altre risorse arriveranno grazie al taglio dei rimborsi elettorali ai partiti, come prevede un emendamento appena approvato dalla Camera. Le banche, invece, hanno messo a disposizione un plafond di 800 milioni di euro, tra finanziamenti a tassi agevolati e una moratoria sulle rate dei mutui. Ed è probabile che arriveranno altri aiuti per far fronte ai danni di un terremoto che - dicono gli esperti in base alle rilevazioni satellitari - ha sollevato di 15 centimetri quell'area della Pianura Padana.

Una forza quasi pari a quella del sisma che ha distrutto l'Aquila. Non a caso la scossa delle 4.04 di domenica mattina ha distrutto torri, castelli e chiese, cancellando in pochi secondi un patrimonio culturale che era stato conservato nei secoli. E da cui ancora emergono nuove ferite nascoste. Come le crepe che il 25 maggio hanno spinto il sindaco di Sant'Agostino, Fabrizio Toselli, a ordinare l'evacuazione di un centinaio di persone dalle loro abitazioni di San Carlo. Oppure quelle che tengono ancora chiusa la parte centrale degli uffici della Procura di Ferrara. Gli stessi che indagano sul cedimento dei capannoni alla Tecopress, alla Sant'Agostino Ceramiche e alla Ursa di Bondeno che hanno provocato in tutto quattro delle sette vittime del terremoto. Operai al lavoro, uccisi mentre stavano terminando il turno di notte. I primi funerali si svolgeranno sabato 26 maggio.

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