Calabria, sequestrata la diga dell'Alaco: carenze igieniche

Cronaca

Secondo gli inquirenti l'acqua veniva immessa nella rete idrica dell'acquedotto senza essere prima depurata. Notificati 26 avvisi di garanzia. Tra gli indagati anche Sergio Abramo, neosindaco di Catanzaro, che spiega: sono estraneo ai fatti

I Nas di Catanzaro hanno sequestrato la diga dell'Alaco, al confine tra le province di Catanzaro e Vibo Valentia e il relativo impianto di potabilizzazione, nonché 57 apparati idrici (serbatoi, sorgenti, pozzi, partitori). Tutti facenti parte dello schema dell'acquedotto, su tutto il territorio delle due province. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura di Vibo Valentia per carenze igienico-strutturali. Sono stati notificati 26 avvisi di garanzia.

Dalle indagini è emerso un "quadro grave per la salute pubblica", ha detto il procuratore di Vibo. L'acqua, spiegano gli inquirenti, veniva immessa nella rete idrica dell'acquedotto senza essere prima depurata.

Tra gli indagati figura anche Sergio Abramo, neosindaco di Catanzaro (proclamato dopo le contestate elezioni su cui sta indagando la Procura) nonché presidente della Sorical, la società che si occupa della gestione e del pompaggio delle acque. "Il presidente - ha spiegato il primo cittadino - è solo una figura di rappresentanza della Regione nella società, ma non ha delega. Della gestione, manutenzione, progettazione, di tutto si occupa il socio privato. Non conosco nemmeno le cose di cui stanno parlando".

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