Lega, tutti i dossier di Belsito

Cronaca
Francesco Belsito negli uffici della Dia di Reggio Calabria

L'ex tesoriere della Lega avrebbe raccolto informazioni riservate anche su altri dirigenti, tra cui Marco Reguzzoni e Giancarlo Giorgietti. Un conto in Svizzera forse usato per riciclare soldi della 'ndrangheta

E' dalla Calabria che arrivano le ultime novità sull'inchiesta che vede coinvolto Francesco Belsito e la Lega Nord. A riportare le rivelazioni degli inquirenti di Reggio Calabria sono due reportage di Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera e Guido Ruotolo su La Stampa. Da quanto emerge dalle carte sequestrate all'ex tesoriere della Lega, Roberto Maroni non sarebbe stato l'unico esponente del Carroccio vittima di dossieraggio. Sul computer di Belsito sarebbero state trovate informazioni e fotografie, probabile frutto di pedinamenti, su altri dirigenti del partito, tra cui anche due fedelissimi di Bossi come Marco Reguzoni e Giorgietti. L'attività di spionaggio di Belsito si sarebbe intensificato dopo la scoperta dell'affaire Tanzanzia, quando diversi esponenti di via Bellerio chiesero il ritorno immediato dei soldi dall'investimento africano e di poter vedere le carte.

Soldi che però Belsito non poteva far rientrare immediatamente, tanto da essere costretto, raccontano Sarzanini e Ruotolo, a chiedere aiuto a Stefano Bonnet, indagato per riciclaggio insieme a lui, che gli consiglia di rivolgersi alla banca Arner. "Si tratta della banca diventata famosa perché il suo conto numero uno è intestato a Silvio Berlusconi e tutti i "fedelissimi" del Cavaliere - da Cesare Previti a Salvatore Sciascia, il direttore dei servizi fiscali del gruppo Fininvest condannato in via definitiva dalla Cassazione a 2 anni e 6 mesi per la corruzione di alcuni ufficiali della Guardia di Finanza - hanno un deposito aperto presso l'istituto" scrive il Corriere della Sera. Collaborazione saltata  in seguito alle perquisizioni della Guardia di Finanza in Via Bellerio.

Nei computer dell'ex tesoriere della Lega gli investigatori calabresi avrebbero inoltre trovato anche molti documenti sugli appalti di Finmeccanica, alcuni dei quali classificati come confidenziali. Documenti ai quali Belsito avrebbe avuto accesso grazie al suo ruolo istituzionale e grazie alla collaborazione di persone compiacenti nelle aziende e, forse, tra le forze dell'ordine. Per scambiarsi questi documenti Belsito e i suoi soci usavano un sistema di storage online dei file, un modo per evitare le intercettazioni delle mail. E secondo gli inquirenti l'ex tesoriere della Lega avrebbe condiviso questi documenti con Romolo Girardelli, soprannominato l'ammiraglio, procacciatore d'affari, dicono gli investigatori, per la cosca della 'ndrangheta dei Di Stefano. Personaggio che, stando alla deposizione della segretaria della Lega Helga Giordano, via Bellerio già quando tesoriere era ancora Maurizio Belocchi, ben prima dell'arrivo di Belsito.

Stando alle indagini della Dia di Reggio Calabria Belsito avrebbe movimentato attraverso un presunto conto in Svizzera circa 50 milioni di euro, non tutti soldi della Lega però. Dietro a questa somma, infatti, si potrebbe nascondere l'ombra del riciclaggio. Il tesoriere del Carroccio, infatti, aveva rapporti con Bruno Mafrici, "l'avvocato calabrese con studio in via Durini a Milano, accusato di aver riciclato attraverso commesse pubbliche e  transazioni private i soldi della 'ndrangheta." Socio dello studio legale è Pasquale Guaglianone "condannato con sentenza definitiva per appartenenza ai Nar, i Nuclei armati rivoluzionari dell'estrema destra." Entrambi, Mafrici e Guaglione, hanno avuto in passato rapporti con il governatore della Calabria Giuseppe Scoppeliti.  In via Durini Belsito aveva a disposizione una stanza, nella quale effettuava probabilmente i suoi incontri riservati. Sentito dai pm, però, Mafrici pare aver scaricato Belsito: "Mi chiese di poter investire soldi all'estero e io gli misi a disposizione almeno dieci faccendieri di mia fiducia che avrebbero potuto aiutarlo ad operare in Svizzera, in particolare a Lugano". E il prossimo passo degli inquirenti porta ora in terra elvetica. Da Reggio Calabria è già partita la richiesta di rogatoria internazionale per poter allargare le indagini anche in Ticino.

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