E' ancora in coma farmacologico il consigliere comunale di Torino ferito in un agguato sotto casa. Proseguono le indagini: diversi testimoni avrebbero visto nei paraggi dell'aggressione un uomo col casco. La Stampa: ci sono due sospettati
Guarda anche:
La cronaca dell'agguato
L'agguato sotto casa: le foto
Si indaga sulla vita privata e professionale
(in fondo all'articolo tutti i video sull'agguato a Musy)
Secondo l'ultimo bollettino dei medici, è ancora in pericolo di vita Alberto Musy, consigliere comunale dell'Udc e avvocato che si occupa di fallimenti e cause di lavoro, ferito mercoledì 21 marzo alle 8.30 del mattino in un agguato nel cortile di casa. Ricoverato nel reparto di neurorianimazione delle Molinette, Musy è in coma farmacologico e la prognosi resta riservata. "Non si esclude alcuna evoluzione né in meglio né in peggio, quindi se mi si chiede se il paziente è in pericolo di vita la risposta è si", ha detto Mario Illengo, responsabile della Neurorianimazione delle Molinette. "Qualsiasi ipotesi sullla prognosi è aleatoria - ha aggiunto - e l'evoluzione del quadro clinico richiede alcuni giorni per dare indicazioni più precise".
Proseguono le ricerche - Mercoledì 21 marzo Musy è stato sottoposto ad un lungo intervento chirurgico durato 4 ore per rimuovere un ematoma cerebrale e estrarre uno dei proiettili che lo hanno raggiunto durante l'aggressione.
Intanto proseguono a tutto campo le indagini sull’agguato. Per il momento - fanno sapere gli investigatori - nessuna pista viene tralasciata, e quella del terrorismo non è ritenuta la principale.
Sempre mercoledì sono andati avanti fino a tarda notte in Questura a Torino i colloqui con la moglie, i famigliari, i vicini di casa e i colleghi di lavoro di Musy. Nella giornata di giovedì 22 marzo gli agenti della Squadra Mobile e della Digos continueranno ad ascoltare persone vicine al politico.
"Due sospettati" - Prosegue anche l'analisi dei filmati delle telecamere della zona e la raccolta delle testimonianze di chi potrebbe aver visto qualcosa: diversi testimoni hanno riferito di aver notato un uomo con il casco sia prima che dopo l'agguato camminare per strada a quasi un chilometro di distanza dall'abitazione di Musy. In alcune immagini delle telecamere dei locali vicino al civico 35 di via Barbaroux dove abita Musy, si vede un uomo robusto, sui 40 anni, camminare con il casco integrale, un soprabito scuro e un piccolo pacco in mano. E secondo quanto scrive il quotidiano torinese La Stampa, in base a questo identikit, vi sarebbero due sospettati.
Il giornale diretto da Mario Calabresi, così come il Corriere della Sera, riferisce anche come unica ombra finora riscontrata nella vita di Lusi, di una ex dipendente dello studio legale che si sentiva mobbizzata. Secondo quanto ha riferito un sindacalista agli inquirenti, la donna avrebbe detto in settembre all'esponente del sindacato: "Vorrà dire che sarà mio marito a farmi giustizia".
La cronaca dell'agguato
L'agguato sotto casa: le foto
Si indaga sulla vita privata e professionale
(in fondo all'articolo tutti i video sull'agguato a Musy)
Secondo l'ultimo bollettino dei medici, è ancora in pericolo di vita Alberto Musy, consigliere comunale dell'Udc e avvocato che si occupa di fallimenti e cause di lavoro, ferito mercoledì 21 marzo alle 8.30 del mattino in un agguato nel cortile di casa. Ricoverato nel reparto di neurorianimazione delle Molinette, Musy è in coma farmacologico e la prognosi resta riservata. "Non si esclude alcuna evoluzione né in meglio né in peggio, quindi se mi si chiede se il paziente è in pericolo di vita la risposta è si", ha detto Mario Illengo, responsabile della Neurorianimazione delle Molinette. "Qualsiasi ipotesi sullla prognosi è aleatoria - ha aggiunto - e l'evoluzione del quadro clinico richiede alcuni giorni per dare indicazioni più precise".
Proseguono le ricerche - Mercoledì 21 marzo Musy è stato sottoposto ad un lungo intervento chirurgico durato 4 ore per rimuovere un ematoma cerebrale e estrarre uno dei proiettili che lo hanno raggiunto durante l'aggressione.
Intanto proseguono a tutto campo le indagini sull’agguato. Per il momento - fanno sapere gli investigatori - nessuna pista viene tralasciata, e quella del terrorismo non è ritenuta la principale.
Sempre mercoledì sono andati avanti fino a tarda notte in Questura a Torino i colloqui con la moglie, i famigliari, i vicini di casa e i colleghi di lavoro di Musy. Nella giornata di giovedì 22 marzo gli agenti della Squadra Mobile e della Digos continueranno ad ascoltare persone vicine al politico.
"Due sospettati" - Prosegue anche l'analisi dei filmati delle telecamere della zona e la raccolta delle testimonianze di chi potrebbe aver visto qualcosa: diversi testimoni hanno riferito di aver notato un uomo con il casco sia prima che dopo l'agguato camminare per strada a quasi un chilometro di distanza dall'abitazione di Musy. In alcune immagini delle telecamere dei locali vicino al civico 35 di via Barbaroux dove abita Musy, si vede un uomo robusto, sui 40 anni, camminare con il casco integrale, un soprabito scuro e un piccolo pacco in mano. E secondo quanto scrive il quotidiano torinese La Stampa, in base a questo identikit, vi sarebbero due sospettati.
Il giornale diretto da Mario Calabresi, così come il Corriere della Sera, riferisce anche come unica ombra finora riscontrata nella vita di Lusi, di una ex dipendente dello studio legale che si sentiva mobbizzata. Secondo quanto ha riferito un sindacalista agli inquirenti, la donna avrebbe detto in settembre all'esponente del sindacato: "Vorrà dire che sarà mio marito a farmi giustizia".