Rito abbreviato per Parolisi. Famiglia Rea: “E' stato lui”

Cronaca

Ai microfoni di SkyTG24 il fratello di Melania, commentando la decisione del gup di Teramo, dice: “Dà fastidio che un assassino abbia lo sconto della pena”. Disposta una nuova perizia medico-legale per la difesa. IL VIDEO

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Rito abbreviato per Salvatore Parolisi, accusato dell’omicidio della moglie Melania Rea. Lo ha deciso il gup di Teramo, Marina Tommolini. Dopo un’udienza che è durata un’ora e 45 minuti, è stata accolta la richiesta della difesa. Se il caporalmaggiore dell’Esercito dovesse essere riconosciuto colpevole, beneficerebbe dello sconto di un terzo della pena. È per questo che i famigliari della vittima avrebbero preferito il giudizio immediato. In quel caso Parolisi avrebbe rischiato l’ergastolo, che è la pena massima prevista per le imputazioni a suo carico (omicidio volontario aggravato e vilipendio di cadavere).

Parolisi, che in aula non ha voluto rilasciare dichiarazioni, dopo la decisione del gup è stato fatto uscire da una porta secondaria per evitare il contatto con i giornalisti e i curiosi ed è stato riportato in carcere. Neppure i suoi legali hanno rilasciato dichiarazioni uscendo dal Tribunale.
Chi ha parlato, invece, è la famiglia di Melania. “Salvatore è un vigliacco, non ha avuto né il coraggio di guardarmi in faccia né di parlare. Ormai per me è finito. Era seduto dandoci le spalle e non ha avuto il coraggio di girarsi”, ha detto il padre della vittima. “È l’unico assassino di mia sorella. Non ho alcun dubbio. Lo dico dopo aver letto tutte le carte processuali e per quello che ha fatto dopo il delitto”, ha dichiarato Michele Rea. E a SkyTG24, sulla decisione del rito abbreviato, ha aggiunto: "Dà fastidio che un assassino abbia lo sconto della pena". L'avvocato dei Rea, Mauro Gionni, ha detto: "Rispettiamo la decisione del gup, ma non la condividiamo assolutamente". Il procuratore capo, Gabriele Ferretti, ha sottolineato che "il gup ha rivolto un invito a smitizzare la vicenda".

Salvatore Parolisi è in carcere dal 20 luglio 2011. Si è sempre dichiarato innocente. Sua moglie, Melania Rea, è stata uccisa il 18 aprile scorso con una trentina di coltellate. Secondo il caporalmaggiore la donna sarebbe scomparsa da un parco giochi di Colle San Marco, dove la coppia si trovava con la figlia Vittoria. Il corpo di Melania è stato ritrovato due giorni dopo nel boschetto di Ripe di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo. Secondo l'accusa, invece, sarebbe stato proprio Parolisi ad accompagnare la moglie nel boschetto, dove già altre volte si erano appartati, e a ucciderla. Le numerose relazioni extraconiugali dell’uomo sarebbero il movente.

Il gup di Teramo ha disposto pure una nuova perizia medico-legale, come richiesto dalla difesa. Lo svolgimento di questa superperizia, che dovrebbe stabilire meglio anche l’ora della morte di Melania, era la condizione alla quale era subordinata la richiesta del giudizio abbreviato. Nella prossima udienza, il 30 marzo, verrà conferito l’incarico ai due nuovi periti, Sara Gino e Gianluca Bruno. Nello stesso giorno saranno sentiti anche i tre testimoni indicati dagli avvocati di Parolisi: il conduttore del cane molecolare (già definito inaffidabile dalla Procura), un ragazzo che ha dichiarato di aver visto un uomo vestito di scuro sul pianoro di Colle San Marco tra le 10 e le 17, una vedetta del battaglione di Chieti in servizio vicino al poligono di Ripe di Civitella del Tronto che non avrebbe visto l'auto di Parolisi passare in zona.

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