Tre filoni e undici dibattimenti per trovare i responsabili della morte di Paolo Borsellino. Ma dopo vent'anni una verità definitiva non è ancora emersa. E i recenti arresti prolungheranno ancora di più l'attesa
Guarda anche:
Via D'Amelio, le immagini della strage
Strage di via D’Amelio, svolta nell’inchiesta: 4 arresti
Via D’Amelio, Salvatore Borsellino: ora fuori gli altri nomi
(in fondo all'articolo tutti i video sull'inchiesta)
Tre grandi filoni processuali e undici dibattimenti non sono stati sufficienti a scrivere la verità sulla strage di via D'Amelio. Dopo quasi vent'anni la vicenda giudiziaria non è ancora conclusa e anzi si prepara un Borsellino quater (che in realtà è una sorta di 1 bis) che dovrebbe giudicare le persone arrestate nella mattinata di giovedì 8 marzo, nel caso di un loro rinvio a giudizio. Un altro processo di revisione, davanti alla corte d'appello di Catania, riguarda invece la posizione di sette imputati condannati all'ergastolo, scagionati dalle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza. Ma il dibattimento potrà cominciare solo dopo la condanna degli indagati di quest'ultimo filone d'indagine.
Nel primo processo "storico" nato dalle indagini del pool guidato da Arnaldo La Barbera erano imputati quali esecutori Salvatore Profeta, Giuseppe Orofino, Pietro Scotto e il falso pentito Vincenzo Scarantino. In primo grado i primi tre furono condannati all'ergastolo e Scarantino a 18 anni. In appello sono stati confermati l'ergastolo solo per Profeta e i 18 anni per Scarantino. Orofino è stato condannato a 9 anni per favoreggiamento e Scotto assolto. Le condanne sono definitive. Il processo bis, in cui erano imputati i boss della cupola, si è concluso il 18 marzo del 2004 con 13 ergastoli per Totò Riina, Salvatore Biondino, Pietro Aglieri, Giuseppe Graviano, Carlo Greco, Gaetano Scotto, Francesco Tagliavia, Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino, Lorenzo Tinnirello, Giuseppe Urso e Gaetano Murana.
Il Borsellino ter è accorpato a uno dei filoni processuali della strage di Capaci e si è concluso nel 2006 con altri 18 ergastoli dopo che la Cassazione aveva parzialmente annullato una sentenza del 2003 della Corte d'assise d'appello di Caltanissetta e trasferito il dibattimento a Catania. All'ergastolo sono stati condannati Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Michelangelo La Barbera, Raffaele e Domenico Ganci, Francesco e Giuseppe Madonia, Giuseppe e Salvatore Montalto, Filippo Graviano, Cristoforo Cannella, Salvatore Biondo il "corto" e Salvatore Biondo il "lungo", Giuseppe Farinella, Salvatore Buscemi, Benedetto "Nitto" Santapaola, Mariano Agate, Benedetto Spera. Condannati a varie pene anche cinque collaboratori: Antonino Giuffré, Stefano Ganci, Salvatore Cancemi, Giovanni Brusca e Giovambattista Ferrante.
Nel filone processuale sottoposto a revisione dovrebbero essere giudicati i sette già condannati con sentenze definitive, chiamati in causa da Scarantino, che invece sarebbero estranei alla strage. Sono Salvatore Profeta, Gaetano Scotto, Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina, Giuseppe Urso, Gaetano Murana e Natale Gambino.
Via D'Amelio, le immagini della strage
Strage di via D’Amelio, svolta nell’inchiesta: 4 arresti
Via D’Amelio, Salvatore Borsellino: ora fuori gli altri nomi
(in fondo all'articolo tutti i video sull'inchiesta)
Tre grandi filoni processuali e undici dibattimenti non sono stati sufficienti a scrivere la verità sulla strage di via D'Amelio. Dopo quasi vent'anni la vicenda giudiziaria non è ancora conclusa e anzi si prepara un Borsellino quater (che in realtà è una sorta di 1 bis) che dovrebbe giudicare le persone arrestate nella mattinata di giovedì 8 marzo, nel caso di un loro rinvio a giudizio. Un altro processo di revisione, davanti alla corte d'appello di Catania, riguarda invece la posizione di sette imputati condannati all'ergastolo, scagionati dalle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza. Ma il dibattimento potrà cominciare solo dopo la condanna degli indagati di quest'ultimo filone d'indagine.
Nel primo processo "storico" nato dalle indagini del pool guidato da Arnaldo La Barbera erano imputati quali esecutori Salvatore Profeta, Giuseppe Orofino, Pietro Scotto e il falso pentito Vincenzo Scarantino. In primo grado i primi tre furono condannati all'ergastolo e Scarantino a 18 anni. In appello sono stati confermati l'ergastolo solo per Profeta e i 18 anni per Scarantino. Orofino è stato condannato a 9 anni per favoreggiamento e Scotto assolto. Le condanne sono definitive. Il processo bis, in cui erano imputati i boss della cupola, si è concluso il 18 marzo del 2004 con 13 ergastoli per Totò Riina, Salvatore Biondino, Pietro Aglieri, Giuseppe Graviano, Carlo Greco, Gaetano Scotto, Francesco Tagliavia, Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino, Lorenzo Tinnirello, Giuseppe Urso e Gaetano Murana.
Il Borsellino ter è accorpato a uno dei filoni processuali della strage di Capaci e si è concluso nel 2006 con altri 18 ergastoli dopo che la Cassazione aveva parzialmente annullato una sentenza del 2003 della Corte d'assise d'appello di Caltanissetta e trasferito il dibattimento a Catania. All'ergastolo sono stati condannati Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Michelangelo La Barbera, Raffaele e Domenico Ganci, Francesco e Giuseppe Madonia, Giuseppe e Salvatore Montalto, Filippo Graviano, Cristoforo Cannella, Salvatore Biondo il "corto" e Salvatore Biondo il "lungo", Giuseppe Farinella, Salvatore Buscemi, Benedetto "Nitto" Santapaola, Mariano Agate, Benedetto Spera. Condannati a varie pene anche cinque collaboratori: Antonino Giuffré, Stefano Ganci, Salvatore Cancemi, Giovanni Brusca e Giovambattista Ferrante.
Nel filone processuale sottoposto a revisione dovrebbero essere giudicati i sette già condannati con sentenze definitive, chiamati in causa da Scarantino, che invece sarebbero estranei alla strage. Sono Salvatore Profeta, Gaetano Scotto, Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina, Giuseppe Urso, Gaetano Murana e Natale Gambino.