Roma, dirigenti del Policlinico sospesi per 90 giorni

Cronaca

Il provvedimento è arrivato dopo il caso della donna in coma legata alla barella. Claudio Modini, direttore del Dipartimento Emergenza e accettazione, a SkyTG24: “E’ una decisione ingiusta, ho soltanto difeso la mia istituzione”

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( in fondo all'articolo i video sullo stato di salute degli ospedali italiani )

Bufera sul Policlinico Umberto I di Roma . Il direttore generale dell'azienda ospedaliera, Antonio Capparelli, ha disposto un provvedimento di sospensione dalle funzioni per 90 giorni del direttore generale del Dea (Dipartimento Emergenza e accettazione) Claudio Modini, del coordinatore dell'area medica Dea Giuliano Bertazzoni.
Il provvedimento arriva poco più di 24 ore dopo la denuncia fatta dai senatori Gramazio (Pdl) e Marino (Pd) che, nel corso di un blitz, hanno trovato tra i corridoi dell'ospedale una donna legata alla barella con alcune lenzuola in attesa di essere ricoverata. La paziente era in coma e ha atteso 4 giorni, senza ricevere alcun nutrimento, prima di trovare un letto . Questo quando reso noto dai senatori.

Modini: è un'ingiustizia - "E' una decisione ingiusta che andrà motivata. Ho soltanto difeso il mio dipartimento". Così il direttore del Dea dell'Umberto I, Claudio Modini, ha commentato ai microfoni di SkyTG24 ( guarda il video in alto ) la sospensione dalle sue funzioni disposta dal dg Capparelli. "Ho provato a sentire Capparelli - ha aggiunto - ma è irraggiungibile".
Claudio Modini ha sempre difeso l'operato del Policlinico Umberto I: "La donna non era in coma, i senatori non sono stati informati bene" - ha dichiarato ai microfoni di SkyTG24 - Si tratta di un equivoco, la paziente era regolarmente assistita". Quanto poi al tempo di attesa per ottenere il ricovero, Modini dichiara che il paziente può attendere anche solo 20 minuti. In alcuni casi, aggiunge, anche 3 giorni.
Proprio Modini e Bertazzoni nella serata di martedì 21 sono stati sospesi dalle funzioni per 90 giorni dal direttore generale del Policlinico Umberto I, Antonio Capparelli.




Bertazzoni: casi come questo possono succedere ovunque  - Sempre ai microfoni del canale alla news di Sky, Giuliano Bertazzoni, direttore di Medicina d’Urgenza dell’Ospedale Umberto I ha dichiarato che nei pronto soccorso italiani, a Milano come a Torino o Ferrara mancano posti letto. Casi come quello della donna di 59 anni, si possono verificare in tutti gli ospedali italiani. Può succedere, ha spiegato, che per mancanza di letti, un paziente resti per giorni in barella, riceva le cure e venga poi dimesso. “Si tratta di una problematica generale che va affrontata da tempo” ha aggiunto. 



Marino: abbiamo presentato denuncia  - "La paziente - insiste però il senatore Ignazio Marino - era legata perché non era  disponibile un letto, così per proteggerla da eventuali cadute è stata assicurata con dei legacci di fortuna. Ma il fatto grave è che non fosse nutrita da 4 giorni, non in un luogo deserto, ma nel pronto  soccorso che ospita la maggiore università di Medicina italiana. Credo che vada considerato il fatto che negli occhi e nel comportamento degli operatori sanitari presenti lì, nel pronto soccorso del policlinico, c'è un'evidente disperazione, perché questa situazione non è un fatto isolato".
Marino dichiara inoltre di aver presentato alla Procura della Repubblica "una denuncia circostanziata rispetto alla  situazione drammatica che ieri abbiamo trovato nella cosiddetta  'piazzetta' del pronto soccorso del maggiore ospedale italiano, il  Policlinico Umberto I".

Balduzzi: una situazione intollerabile  - La scoperta shock fatta dai senatori Gramazio (Pdl) e Marino (Pd), che durante un blitz effettuato al Policlinico Umberto I di Roma hanno trovato una donna in stato di coma legata alla barella con delle lenzuola e in attesa che le fosse assegnato un posto letto, oltre che provocare lo sdegno e la rabbia ha portato alla luce la situazione nella quale versano alcuni nosocomi del Paese. “Una situazione intollerabile” per il ministro della Sanità Renato Balduzzi, che in un'intervista al quotidiano il Messaggero illustra i primi risultati emersi dal rapporto stilato dagli ispettori mandati d'urgenza all'ospedale per verificare la situazione. "La donna ha ricevuto le cure giuste  - spiega - ma il profilo organizzativo non ha funzionato".

Il racconto dell'inferno nelle corsie - Intanto, su diversi quotidiani, dopo le foto shock del paziente curato a terra al San Camillo di Roma , continuano le descrizioni delle situazioni al limite dell'emergenza vissuta negli ospedali della capitale ( guarda la rassegna stampa ) . Il Corriere riporta ad esempio di pazienti in attesa di essere ricoverati e "parcheggiati" nella piazzetta, con biglietti scritti a mano e appesi sulla barella, nei quali sono iscritte le indicazioni ("Non può né bere né mangiare fino alle 17").
Uno scenario molto simile a quello descritto da Repubblica : "Siamo come fili d'erba - dice un malato in attesa di una Tac - Ci pieghiamo a tutto. Ci rassegniamo a tutti".

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