E' la frase riferita alla madre dalla studentessa di Tivoli violentata all’esterno di una discoteca la notte tra l'11 e il 12 febbraio. Quattro le persone indagate: tre militari e una ragazza
Passo avanti nell'inchiesta sullo stupro che sarebbe avvenuto nella notte tra sabato 11 e domenica 12 febbraio, all'esterno di una discoteca a Pizzoli (L'Aquila).
La procura ha iscritto nel registro degli indagati i quattro giovani sui quali si erano da subito concentrati i sospetti. Si tratta di tre militari, di stanza al 33esimo reggimento artiglieria Acqui e di una ragazza, forse fidanzata di uno dei militari.
Secondo il sostituto David Mancini i quattro sarebbero coinvolti, con ruoli diversi, nella violenza, che ha avuto conseguenze gravissime sulla studentessa, ancora ricoverata in stato di choc in ospedale.
Si aggrava la posizione del 21enne di Avellino - Nella giornata di venerdì 17 febbraio inoltre i carabinieri che indagano sulla vicenda hanno interrogato per una seconda volta i militari che avrebbero una posizione meno grave: un campano e un aquilano. Non si sa se sarà interrogato anche il terzo militare indagato, il 21enne della provincia di Avellino.
Di sicuro la posizione di quest'ultimo, la più compromessa, potrebbe aggravarsi nelle prossime ore. Dai primi risultati degli esami del Ris di Roma, infatti, è emerso che il sangue e le altre tracce biologiche trovate su camicia, mano e braccialetto da polso del maggiore sospettato apparterrebbero alla giovane studentessa.
Le analisi fatte al momento del ricovero della vittima hanno poi rivelato un tasso alcolemico rilevante. Secondo alcune ipotesi sulla ricostruzione della violenza, la 20enne potrebbe essere stata costretta a bere.
La vittima: "Volevano uccidermi" - "Volevano uccidermi": sono le poche, drammatiche, parole dette dalla giovane studentessa vittima dello stupro. La frase è stata riferita alla madre - secondo quanto ha raccontato l'avvocato di famiglia, Enrico Maria Gallinaro - nella giornata di domenica in ospedale, dove la giovane era stata appena operata dopo la violenza sessuale subita e il successivo abbandono in mezzo alla neve. Poi, ancora sotto choc, non ha piu' voluto parlare di quel che le è accaduto. La madre ha trasferito quella frase agli inquirenti, dando altro impulso alle indagini.
La violenza avvenuta all'esterno della discoteca - La giovane vittima, una studentessa di 20 anni originaria di Tivoli e all’Aquila per motivi di studio, è ricoverata in gravi condizioni, anche se non corre pericolo di vita, nell'ospedale del capoluogo abruzzese. E' sotto choc, circondata da genitori, medici e psicologi. Ha subito vari interventi per suturare le ferite.
A trovarla alle 3 e mezzo di domenica è stato il proprietario della discoteca, che con l’aiuto degli uomini della sicurezza è riuscito ad avvicinare anche il ragazzo 21enne che poi è stato fermato dai carabinieri. “L’ho solo baciata”, avrebbe detto loro il militare ora indagato. “Sembrava morta”, ha detto invece il gestore del locale riferendosi alla ragazza trovata per terra.
La procura ha iscritto nel registro degli indagati i quattro giovani sui quali si erano da subito concentrati i sospetti. Si tratta di tre militari, di stanza al 33esimo reggimento artiglieria Acqui e di una ragazza, forse fidanzata di uno dei militari.
Secondo il sostituto David Mancini i quattro sarebbero coinvolti, con ruoli diversi, nella violenza, che ha avuto conseguenze gravissime sulla studentessa, ancora ricoverata in stato di choc in ospedale.
Si aggrava la posizione del 21enne di Avellino - Nella giornata di venerdì 17 febbraio inoltre i carabinieri che indagano sulla vicenda hanno interrogato per una seconda volta i militari che avrebbero una posizione meno grave: un campano e un aquilano. Non si sa se sarà interrogato anche il terzo militare indagato, il 21enne della provincia di Avellino.
Di sicuro la posizione di quest'ultimo, la più compromessa, potrebbe aggravarsi nelle prossime ore. Dai primi risultati degli esami del Ris di Roma, infatti, è emerso che il sangue e le altre tracce biologiche trovate su camicia, mano e braccialetto da polso del maggiore sospettato apparterrebbero alla giovane studentessa.
Le analisi fatte al momento del ricovero della vittima hanno poi rivelato un tasso alcolemico rilevante. Secondo alcune ipotesi sulla ricostruzione della violenza, la 20enne potrebbe essere stata costretta a bere.
La vittima: "Volevano uccidermi" - "Volevano uccidermi": sono le poche, drammatiche, parole dette dalla giovane studentessa vittima dello stupro. La frase è stata riferita alla madre - secondo quanto ha raccontato l'avvocato di famiglia, Enrico Maria Gallinaro - nella giornata di domenica in ospedale, dove la giovane era stata appena operata dopo la violenza sessuale subita e il successivo abbandono in mezzo alla neve. Poi, ancora sotto choc, non ha piu' voluto parlare di quel che le è accaduto. La madre ha trasferito quella frase agli inquirenti, dando altro impulso alle indagini.
La violenza avvenuta all'esterno della discoteca - La giovane vittima, una studentessa di 20 anni originaria di Tivoli e all’Aquila per motivi di studio, è ricoverata in gravi condizioni, anche se non corre pericolo di vita, nell'ospedale del capoluogo abruzzese. E' sotto choc, circondata da genitori, medici e psicologi. Ha subito vari interventi per suturare le ferite.
A trovarla alle 3 e mezzo di domenica è stato il proprietario della discoteca, che con l’aiuto degli uomini della sicurezza è riuscito ad avvicinare anche il ragazzo 21enne che poi è stato fermato dai carabinieri. “L’ho solo baciata”, avrebbe detto loro il militare ora indagato. “Sembrava morta”, ha detto invece il gestore del locale riferendosi alla ragazza trovata per terra.