Il Pontefice "morirà" si legge in un appunto riservato in tedesco che, secondo il giornale diretto da Antonio Padellaro, sarebbe firmato dal cardinal Castrillon e riferirebbe una conversazione con l'arcivescovo Romeo. Padre Lombardi: "Farneticazioni"
"'Il Papa morirà". E' questo il contenuto shock di un appunto riservato pubblicato sul Fatto Quotidiano nel numero in edicola oggi 10 febbraio.
Il testo annuncia in tedesco un complotto nei confronti di Benedetto XVI. Il documento, datato 31 dicembre 2011 e attribuito al cardinal Castrillon riporta quanto gli avrebbe riferito l'arcivescovo di Palermo Paolo Romeo. L'annotazione, ha spiegato il direttore del Fatto a Servizio pubblico (guarda il video in alto), ha come base colloqui riservati avvenuti a margine della visita cinese del Pontefice avvenuta nel novembre scorso.
Secondo il Fatto Quotidiano, il racconto del cardinal Romeo avrebbe indotto il colombiano Castrillon a scrivere nel dicembre dello scorso anno l’appunto riservato in lingua tedesca e a inviarlo al Papa. Benedetto XVI lo avrebbe ricevuto alcuni giorni dopo.
"Si tratta, evidentemente, di farneticazioni che non vanno prese in alcun modo sul serio" il duro commento del direttore della Sala Stampa Vaticana, Padre Federico Lombardi.
Il testo annuncia in tedesco un complotto nei confronti di Benedetto XVI. Il documento, datato 31 dicembre 2011 e attribuito al cardinal Castrillon riporta quanto gli avrebbe riferito l'arcivescovo di Palermo Paolo Romeo. L'annotazione, ha spiegato il direttore del Fatto a Servizio pubblico (guarda il video in alto), ha come base colloqui riservati avvenuti a margine della visita cinese del Pontefice avvenuta nel novembre scorso.
Secondo il Fatto Quotidiano, il racconto del cardinal Romeo avrebbe indotto il colombiano Castrillon a scrivere nel dicembre dello scorso anno l’appunto riservato in lingua tedesca e a inviarlo al Papa. Benedetto XVI lo avrebbe ricevuto alcuni giorni dopo.
"Si tratta, evidentemente, di farneticazioni che non vanno prese in alcun modo sul serio" il duro commento del direttore della Sala Stampa Vaticana, Padre Federico Lombardi.