Caso Lusi, Corriere: "Scudo fiscale per i fondi del partito"

Cronaca
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Secondo il quotidiano, il senatore - espulso dal gruppo del Pd - avrebbe fatto rientrare dal Canada i soldi sottratti alla Margherita per acquistare un appartamento nel centro di Roma. Il Giornale: i vertici Dl non potevano non sapere

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L'ex tesoriere della Margherita e senatore Luigi Lusi, indagato per appropriazione indebita, avrebbe usufruito nel 2009 dello scudo fiscale per far rientrare dall'estero parte dei 13 milioni di euro di rimborsi elettorali sottratti al partito. A rivelarlo è il Corriere della Sera che parla di una "clamorosa novità che emerge dagli accertamenti compiuti dalla Guardia di Finanza su delega della magistratura romana". Una novità che "rafforza il vero interrogativo che ruota intorno a questa storia: possibile che l'ex tesoriere della Margherita poi diventato senatore del Partito democratico, abbia fatto tutto da solo? Possibile che nessuno si sia accorto di questa continua movimentazione di denaro?".

Il flusso di soldi, secondo quanto ricostruito da Fiorenza Sarzanini, che sfruttava un sistema di scatole cinesi per occultare beni, ma anche per mascherare gli affari immobiliari: "E infatti è proprio l'acquisto del lussuoso appartamento al centro di Roma, in via Monserrato 24, a creare la prima crepa nel meccanismo finanziario apparentemente perfetto che era stato messo in piedi". Si legge ancora sul Corriere: "Accade quando la società che fa capo a Lusi chiede il mutuo per comprare l'appartamento, ma la banca nega l'erogazione 'perché TTT si rifiuta di rivelare i reali titolari delle quote'. Una situazione che si modifica qualche mese dopo quando la stessa TTT accede allo scudo fiscale per far rientrare in Italia i capitali portati in Canada attraverso la Luigia Ltd". Per il quotidiano "si tratta infatti di un atto ufficiale che lo espone fiscalmente però gli consente di ottenere il via libera dell'Istituto di credito alla concessione del finanziamento necessario a comprare la casa. Lusi ha chiesto lo scudo senza informare nessuno? E dove è finito il denaro che ha riportato in patria?"

Intanto Lusi è stato espulso dal gruppo del Pd al Senato ma non dal Partito. Mentre sul fronte giudiziario i magistrati hanno respinto la proposta di patteggiare un anno di pena. Il caso tiene banco sulle prime pagine di tutti i giornali (GUARDA LA RASSEGNA STAMPA). Anche per Il Giornale i vertici del partito non potevano non sapere. Il quotidiano pubblica poi un esposto dei deputati Carra e Lusetti, ex Dl passati all'Udc, contro l'Associazione Dl-Margherita. I due onorevoli accusano di essere stati esclusi dall'assemblea federale convocata per prendere visione dei bilanci e approvarli.

Anche Unità e Europa si occupano del caso Lusi con interventi che convergono sull'esigenza di riformare i partiti, il loro status giuridico e, ovviamente, il sistema di finanziamento pubblico. L'Unità pubblica un commento dal titolo eloquente: "Ora i democratici facciano chiarezza". Nell'articolo su Lusi si legge: "Non è chiaro dove arrivino le  sue responsabilità personali e dove comincino responsabilità politiche e di gruppo. Un aspetto che sta al Partito democratico, non alla magistratura, spiegare". Per il quotidiano, "ogni ombra va subito dissipata con parole chiare che devono venire in primo luogo da chi  nel Pd condivideva con Lusi la responsabilità di gestire quel  denaro".      

Su Europa di Lusi si occupa il direttore Stefano Menichini con l'editoriale di prima pagina: "E' arrivato il momento dell'umiltà. Cioè innanzi tutto di riconoscere le proprie colpe" ma "ci vuole  l'umiltà di riconoscere la responsabilità per chi (in questo caso  nell'ex Margherita) doveva vigilare e non l'ha fatto, accettando una  prassi nelle cui pieghe s'e' resa possibile la sottrazione che adesso  pare incredibile".

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