Costa Concordia, trovati altri due corpi: le vittime sono 15

Cronaca
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Le ricerche dei dispersi vanno avanti ad oltranza. Al via il 24 gennaio i lavori di svuotamento del carburante. Il capo della Protezione civile Gabrielli: “Nessun rischio di inabissamento per la nave”. Avvistata una macchia d'olio al largo del Giglio

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Decimo giorno di emergenza sull'Isola del Giglio, decimo giorno che significa il ritrovamento di altri due corpi, due donne non ancora identificate con cui sale a 15 il numero delle vittime accertate, grazie al grande varco aperto a furia di esplosivo dai palombari del Gos della Marina. Non solo. E' stato riconosciuto uno dei cadaveri recuperati nei giorni scorsi: è della 'sposina di Biella', Maria D'Introno, 30 anni, in viaggio sulla Costa Concordia con i familiari che si sono salvati. E' il giorno delle decisioni, quello in cui il prefetto Franco Gabrielli, capo della Protezione civile e commissario delegato all'emergenza, dà il via all'operazione defueling, per svuotare la nave del carburante, e allo stesso tempo continuare le ricerche dei 24 dispersi. Gabrielli assicura anche che "non c'è alcun pericolo di inabissamento per la nave" (IL VIDEO).
Il via alle operazioni di svuotamento dei bunker della Costa Concordia, naufragata il 13 gennaio, arriva proprio quando una macchia di olio è stata avvistata al largo dell'isola del Giglio. Il fatto, riferito da alcuni residenti, è stato confermato dalla struttura del commissario per l'emergenza. Si tratta di una macchia di 300 metri per 200 circa di olio che sarebbe fuoriuscito nei giorni scorsi o nell'immediatezza dell'incidente della Concordia. Successivamente il liquido si sarebbe depositato sul fondo e ora starebbe risalendo a galla, a distanza dalla nave, portato dalle correnti.
Intanto, sul fronte delle indagini, c'è ancora attesa per i risultati tossicologici eseguiti sul comandante Francesco Schettino, ai domiciliari con l'accusa di omicidio colposo plurimo, abbandono della nave e naufragio. "Non sono ancora noti i risultati", hanno detto i pm smentendo le notizie circolate nella mattinata di lunedì 23 gennaio.

I dispersi -  Si cercano ancora 24 dispersi. Esclusa "inequivocabilmente" la presenza a bordo di una donna ungherese che avrebbe viaggiato con un membro dell'equipaggio senza essere registrata: il Ministero degli Esteri ungherese ha verificato che si tratta di una  notizia "senza fondamento", come si legge in una nota. In giornata è arrivata anche una nota della Costa in cui si smentisce seccamente la presenza di lavoratori clandestini a bordo.

Nave stabile, al via lo svuotamento del carburante - "Siamo pronti a partire", ha detto ai giornalisti Bart Huizing, rappresentante di Smit, la ditta olandese incaricata da Costa Crociere di recuperare il carburante per evitare un disastro ambientale nelle acque dell'arcipelago toscano. Corrado Neri, dell'omonima ditta di Livorno chiamata a coadiuvare i circa 30 tecnici olandesi da giorni al Giglio, ha spiegato che "dalla mattina del 24 gennaio  inizieremo a movimentare il pontone e ci ormeggeremo accanto alla nave" per delle ispezioni subacquee preliminari. Neri ha precisato che queste operazioni preliminari potrebbero durare "anche meno" di due giorni. Poi partirà la fase vera e propria di estrazione, che secondo il piano presentato da Smit e Costa dovrebbe durare 28 giorni. Si tratta di scaldare, attraverso dell'aria calda che passa in una serpentina, il carburante per renderlo più fluido e facilitarne l'estrazione, mentre nel serbatoio viene pompata acqua. Il combustibile viene poi caricato su una bettolina e portato nei siti di stoccaggio. Queste operazioni possono iniziare perché "la nave è in condizione di stabilità, non necessita di nessun tipo di intervento esterno che ne consolidi la stabilità e in vista non c'è nessun pericolo che la nave sprofondi in fondali più bassi", ha detto Gabrielli. E' pronto anche il piano di contenimento di un eventuale sversamento in mare durante le operazioni di bunkeraggio.

Il giallo del pc di Schettino - Intanto, mentre si spegne il mistero su una prima bionda (la moldava Domnica Cemortan "è una nostra amica comune", ha raccontato il comandante, ma "non stava nella plancia") se ne accende un altro su una seconda  signora che, secondo il titolare dell'Hotel che accolse Schettino dopo il naufragio, dopo aver detto "di essere un avvocato", prese sottobraccio il pc del comandante e con lui si allontanò. La compagnia si è affrettata a chiarire, comunque, che nessuno della Costa crociere ha preso il pc.
Per quanto riguarda invece l'inchino davanti all'isola del Giglio, il comandante Schettino (ai domiciliari) ha riferito ai magistrati che si trattava di una prassi conosciuta dalla Costa Crociere e fatta per ragioni pubblicitarie.

Di Paola: "Brava Italia, male il comandante" - "E' indubbio che ci siano stati  tragici errori su cui l'inchiesta farà luce. Il comportamento del  comandate dopo l'impatto è difficile da comprendere, ma il sistema  Italia ha reagito bene a una situazione così difficile. Perciò:  brava Italia, male il comandante". Lo ha detto il ministro della  Difesa, Giampaolo Di Paola, ospite di SkyTg24 pomeriggio (GUARDA IL VIDEO).

Chi c'era nella plancia al momento dell'incidente - Al momento della manovra di "accostata", nella plancia di comando della Costa Concordia c'erano "il timoniere Jacob Rusli, il primo ufficiale di guardia Ciro Ambrosio, un secondo ufficiale di coperta, Salvatore Ursino, che stava affiancando il primo ufficiale Ambrosio in vista del cambio che sarebbe avvenuto a Savona, l'allievo di coperta Stefano Iannelli" oltre a Silvia Coronika, terzo ufficiale della Concordia. E' lei stessa a ricostruire, nella sua testimonianza ai magistrati che indagano sul naufragio, chi era presente in plancia precisando che verso le 21.30 "sale in plancia il maitre d'hotel, che ha casa all'Isola del Giglio e dopo pochi minuti ci ha raggiunto anche il comandante Schettino e subito dopo l'hotel director Marrico Giampetroni". Silvia Coronika dice ancora che sono rimasti tutti quanti lì fino al momento della collisione. Il comandante Francesco Schettino sarebbe salito in plancia a circa 4/5 miglia dall'Isola del golfo ed "ha quasi subito disposto l'inserimento della navigazione manuale perché - dice ancora la Coronika - bisogna eseguire un'accostata a dritta per cambiare rotta". Silvia Coronika precisa anche che in plancia vi erano, quindi, persone "non preposte ai servizi relativi alla condotta della navigazione tra cui l'hotel director che chiedeva che isola era, il maitre che chiacchierava, insomma disturbavano le manovre con un conseguente calo di attenzione". Il terzo ufficiale aggiunge anche che "seppur prevista dalla pianificazione della navigazione una rotta così vicina alla costa del Giglio mai prima era stata effettuata, questa volta il comandante aveva deciso di fare così avvicinandosi così tanto". "Nessuno di noi ha manifestato al comandante perplessità sul pericolo di avvicinarsi troppo con una nave del genere alla costa. D'altra parte - aggiunge - è avvenuto tutto in un attimo". "La scorsa settimana era stata fatta una leggera deviazione per scopi turistici verso l'Isola del Giglio ma non con la stessa distanza seguita in questa occasione", dice ancora Silvia Coronika ricordando poi che l'ufficiale addetto alla cartografia Simone Canessa, al quale in precedenza Schettino aveva chiesto di aiutarlo a "tracciare una rotta per passare vicino al Giglio e fare un inchino", chiese al comandante se "andasse bene una distanza di 0,5 miglia dall'Isola del Giglio" e "che il comandante ha risposto positivamente".


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