Vigile ucciso a Milano: identificato il proprietario del suv

Cronaca
I rilievi della polizia scientifica sul Suv
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Sarebbe stata ritrovata l’auto che ha travolto Nicolò Savarino: ferma in un posteggio, sulla carrozzeria tracce di sangue e vernice della bici dell'agente. Il sindaco Pisapia: "Pronti ad assistere la famiglia della vittima in tribunale"

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E' caccia aperta ai due nomadi a bordo di un suv che la sera del 12 gennaio, a Milano, hanno volontariamente travolto e ucciso in un parcheggio un vigile di quartiere in bicicletta, Niccolò Savarino, di 42 anni (GUARDA LE FOTO). I due, identificati grazie al ritrovamento del loro veicolo, e agli accertamenti degli esperti del Reparto radiomobile della Polizia locale, sono ricercati tra Milano e i valichi di frontiera del Nord Italia.
Nella mattinata del 13 gennaio si erano diffuse anche voci su un presunto fermo dei due, ma dopo qualche ora è giunta la precisazione dei pm che coordinano le indagini, secondo cui non ci sono stati fermi e non sono stati individuati. "Al momento abbiamo identificato il proprietario del Suv, ma non si trova", ha detto il procuratore aggiunto di Milano, Nicola Cerrato, che coordina le indagini assieme al pm Mauro Clerici. In realtà, gli unici nomadi che erano finiti in un ufficio di polizia, ma a Milano, erano due sinti, quello lievemente investito dal suv a un piede (motivo per il quale il vigile in bici aveva tentato di impedire al mezzo di andarsene) e un suo parente. "Era un pazzo, un vero pazzo" ha detto del conducente del fuoristrada il nomade investito, che vive in un insediamento abusivo proprio tra il parcheggio dove è avvenuto l'omicidio e uno sterrato adiacente. Lui e un suo genero sono stati sentiti a lungo, sia come testimoni sia nell'ipotesi che ci fosse una conoscenza tra loro e i due investitori.

Le indagini - E' possibile che una confusa fuga di notizie, ripresa però da vari media, abbia creato non pochi problemi agli investigatori quando è stata diffusa la località in cui i due probabilmente si stavano recando, Ventimiglia. In realtà in quella zona erano sì stati inviati alcuni equipaggi della Polizia locale, come ad altri valichi, nella speranza che i due potessero essere individuati, per fornire immediato supporto alla polizia di frontiera. Ma i due, alla fine, non sono stati trovati, anche se l'attenzione degli investigatori, in particolare, si starebbe in queste ore concentrando su uno dei due, attorno al quale il cerchio parrebbe stringersi.

I cerchio si stringe - Una volta bloccati, però, gli elementi da confrontare per inchiodarli alle loro responsabilità non mancheranno. A partire dal suv, un Bmw X5 color bronzo scuro metallizzato, trovato nella notte tra il 12 e 13 gennaio notte regolarmente posteggiato in via Lancetti, ma con i segni dell'investimento ben chiari sull'avantreno, comprese le macchie di sangue e la vernice verde della bicicletta del vigile, trascinato per oltre 300 metri. L'auto è stata passata al setaccio dalla Polizia scientifica alla ricerca di impronte e altri reperti. Poi ci sono due testimoni oculari, i due nomadi sinti, che hanno visto in faccia i due sul veicolo, e le telecamere di uno spedizioniere che si trova adiacente al parcheggio, che ha ripreso tutta la terribile scena.

A Milano lutto cittadino - Un episodio che ha profondamente scosso gli abitanti del quartiere e la coscienza cittadina. "Abbiamo deciso che il giorno dei funerali di Nicolò  Savarino sarà un giorno di lutto per tutta la città", ha affermato il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, al termine di un incontro con le sigle sindacali della polizia locale. (GUARDA IL VIDEO). Il primo cittadino si è anche offerto di patrocinare in tribunale la famiglia della vittima, originaria di Campobello di Licata (Agrigento), da dove sono giunti gli anziani genitori, ma che si era trasferita nel Milanese, a Rho, da molti anni. Qui viveva con il fratello, Rocco, impiegato alle ferrovie. Anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al Sindaco di Milano, un messaggio di cordoglio.

Caccia a due nomadi - Ancor prima di fissare gli elementi investigativi desunti da tracce, testimoni e telecamere, però, già dopo poche ore dal ritrovamento del suv, gli esperti della Polizia locale avevano accertato i dati anagrafici dei due, di 28 e 25 anni, senza fissa dimora e di origine slava. Entrambi avrebbero un curriculum criminale che spazia dalle truffe (in cui alcuni gruppi di nomadi sono specializzati) ai furti, attività molto lucrose e per le quali difficilmente si finisce in carcere, ma molto lucrose. Abbastanza da permettersi di comprare un suv di lusso, anche se di fatto intestato a una società di una donna, sospettata di essere solo un'abituale prestanome di autoveicoli.

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