Cannes-Genova: in 200 km l'Italia con l'acqua alla gola

Cronaca
Un'immagine di Genova che mostra l'entità degli allagamenti
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Dal G20 all'alluvione: le notizie si accavallano. I morti per pioggia, la vigilanza dell'Fmi sui conti del Paese. Ma per Berlusconi la crisi non c'è e per il sindaco Vincenzi non si poteva fare di più. Tra capri espiatori e fatalismo, mancano le risposte

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(In fondo all'articolo tutti i video sull'emergenza in Liguria)

di Andrea Dambrosio

Duecento chilometri e non sentirli. A Cannes si tiene il G20, il forum dei ministri delle finanze e dei governatori della banche centrali. Nelle stesse ore, Genova viene sommersa da un mare di fango. Contesti diversi, situazioni che non c'entrano nulla l'uno con l'altra. Le immagini e le notizie però si accavallano: la pioggia che cade abbondante, l'Fmi che vigila sull'Italia.

Genova finisce sott'acqua, come fosse Bangkok travolta dall'alluvione e Corso Sardegna sembra quasi un pezzo di Thailandia. A Monterosso e in altri comuni della Lunigiana ancora si spala il fango e il ricordo del nubifragio e delle vittime di Roma è cosa solo dell'altro giorno. A Genova già si contano i morti: prima uno, poi altri.
Serena, aveva 19 anni. Era andata a prendere a scuola il fratello di 14 anni: la piena li ha travolti sul motorino. Lui si è salvato, lei no. La piccola Gianissa Djann, 1 anno, e sua sorella Gioia, 8, sono state sorprese dal mare di fango e detriti dentro un androne dove erano corse a rifugiarsi con la mamma Shpresa Djala, 28 anni. Arrivavano dall'Albania.

Su Youtube i video girati dai genovesi raccontano le persone che tentano di mettersi in salvo, i cassonetti dell'immondizia che galleggiano, macchine accartocciate una sull'altra. Mentre le immagini e le testimonianze si rincorrono veloci su Tiwtter e Facebook, si torna a parlare di incuria, mancata prevenzione, corsi d'acqua cementificati, alluvioni effetto del clima che si surriscalda. Non basterebbero la biblioteca di Alessandria o la sua versione digitale, l'Internet archive, per tenere traccia di tutti gli articoli, libri, inchieste dedicate all'argomento. "Non solo il territorio è stato distrutto e reso completamente vulnerabile", scrive il Wwf in una nota, "ma non si riesce nemmeno a mettere in sicurezza le persone, nonostante la recente tragedia e l'allarme lanciato per questa nuova alluvione da almeno tre giorni".

Il sindaco di Genova Marta Vincenzi spiega che è stato fatto tutto il possibile e il capo della Protezione civile Franco Gabrielli sostiene che i sindaci, Alemanno compreso, non hanno responsabilità e invita a non fare polemiche. Ma le polemiche ci sono e non potrebbe essere altrimenti. E' vero: un paese che non sa guardarsi in faccia per risolvere i propri problemi è sempre a caccia di un capro espiatorio. E' la cosa più facile, e inutile. L'altra faccia della medaglia è però il fatalismo: evento eccezionale, non si poteva prevedere, è stato fatto tutto il possibile. Enti locali, protezione civile, governo: le risposte qualcuno dovrà pur darle, un giorno o l'altro. O no?
La paura che domani tutto tornerà come prima è quasi una certezza: abusivismo a go-go, un condono via l'altro, politici che difendono l'ambiente solo a parole e tutti noi a lamentarci se chiudono le scuole e poi non succede niente e ad accusare se le scuole rimangono aperte e succede la tragedia. "Nella finanziaria 2012 non c'è alcuna traccia dei 500 milioni per la prevenzione del dissesto idrogeologico promessi da presidente del Consiglio e dal Ministro dell'Economia e delle Finanze" scrive sempre il Wwf. Già, il governo.

A 200 chilometri di distanza, a Cannes, il presidente del consiglio spiega intanto che la crisi non c'è, i ristoranti sono pieni e sugli aerei a fatica si trovano posti. Insomma, racconta Silvio Berlusconi, "la vita è la vita di un Paese benestante". I mercati si avventano sui titoli del debito ma è solo una moda passeggera. Come la pioggia d'autunno, i giovani disoccupati (quasi uno su tre) o le donne che non hanno lavoro e manco lo cercano più (una su due). Dicono che uno dei problemi dell'Italia sia l'instabilità. Vista così non sembrerebbe: morti di pioggia o morti fame, la verità è che qui non cambia mai niente.

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