Secondo indiscrezioni di Chi l'ha visto?, il caso dell'omicidio della tredicenne di Brembate sarebbe vicino ad una svolta. Gli investigatori non si sbilanciano: "Continuiamo a indagare"
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Indiscrezioni, conferme, smentite. Le indagini sull'omicidio di Yara Gambirasio sono in una fase difficile da decifrare. Il 2 novembre la trasmissione Chi l'ha visto? ha lanciato una rivelazione "da fonti investigative" secondo cui il Dna trovato sui vestiti della tredicenne apparterrebbe ad un italiano. E addirittura gli inquirenti avrebbero individuato il ceppo familiare del killer.
Nel giro di 24 ore è arrivata la smentita del pm Letizia Ruggeri. "Al momento - precisano gli investigatori - non é stata individuata alcuna relazione di parentela tra il dna isolato e quelli raccolti da polizia e carabinieri". Quindi nessuna conferma anche sull'indiscrezione che sia stato identificato il Dna "di un italiano": da mesi il campione di materiale genetico ritrovato sugli indumenti di Yara é stato classificato per il 60% di ceppo lombardo e per il 40% dell'Est Europa.
In sostanza ci sono delle piste, ma la svolta tanto attesa è ancora lontana. "Se sapessimo a quale famiglia appartiene il Dna dell'assassino di Yara avremmo già portato in caserma tutto il parentado, invece ci siamo ancora molto lontani", spiegano gli inquirenti. Le smentite, secondo alcuni osservatori, potrebbero anche essere una precisa strategia investigativa per non infrangere il segreto istruttorio.
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