La Procura di Firenze ha chiuso l'inchiesta sul Credito Cooperativo Fiorentino. L'ipotesi di reato per il coordinatore del Pdl è associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita. Accusa quest'ultima rivolta anche al senatore siciliano
INCHIESTA APPALTI: L'ALBUM FOTOGRAFICO
La Procura di Firenze ha chiuso l'inchiesta sul Credito Cooperativo Fiorentino, che vede tra i 55 indagati anche l'ex presidente Denis Verdini, parlamentare e coordinatore del Pdl e il senatore Marcello Dell'Utri.
Le ipotesi reato - L'ipotesi di reato per Verdini è passata dal mendacio bancario all'associazione per delinquere finalizzata, tra l'altro, all'appropriazione indebita. Dell'Utri è invece accusato di appropriazione indebita. L'accusa nei suoi confronti farebbe riferimento ad un affidamento con scoperto di conto che si
aggirerebbe intorno ai 3 milioni di euro. Fra gli indagati gran parte dei vertici del Credito Cooperativo Fiorentino e della Btp, all'epoca presieduta da Riccardo Fusi.
La chiusura delle indagini - L'inchiesta sulla banca è scaturita da quella relativa agli appalti per i cosiddetti Grandi eventi, e in questo fascicolo Verdini era indagato inizialmente per falsa fatturazione per operazioni inesistenti.
L'atto di chiusura indagini prelude - a meno di nuove evidenze che cambino radicalmente le risultanze delle indagini preliminari - alla presentazione da parte della procura della richiesta di rinvio a processo.
Credito cooperativo fiorentino - Il Ccf è stato presieduto per circa 20 anni dall'onorevole Verdini. La banca è stata commissariata due anni fa proprio nell'ambito dell'inchiesta sui grandi appalti. In particolare i magistrati hanno indagato sui rapporti tra il Ccf e l'impresa di costruzioni Baldassini-Tognozzi-Pontello, presieduta all'epoca da Riccardo Fusi.
Il resto dell'inchiesta è stato trasferito a Roma, Perugia e L'Aquila, mentre le indagini sulla banca sono condotte dalla Procura di Firenze.
Venerdì 14 ottobre, Verdini e Fusi sono stati prosciolti all'Aquila "perché il fatto non sussiste".
La Procura di Firenze ha chiuso l'inchiesta sul Credito Cooperativo Fiorentino, che vede tra i 55 indagati anche l'ex presidente Denis Verdini, parlamentare e coordinatore del Pdl e il senatore Marcello Dell'Utri.
Le ipotesi reato - L'ipotesi di reato per Verdini è passata dal mendacio bancario all'associazione per delinquere finalizzata, tra l'altro, all'appropriazione indebita. Dell'Utri è invece accusato di appropriazione indebita. L'accusa nei suoi confronti farebbe riferimento ad un affidamento con scoperto di conto che si
aggirerebbe intorno ai 3 milioni di euro. Fra gli indagati gran parte dei vertici del Credito Cooperativo Fiorentino e della Btp, all'epoca presieduta da Riccardo Fusi.
La chiusura delle indagini - L'inchiesta sulla banca è scaturita da quella relativa agli appalti per i cosiddetti Grandi eventi, e in questo fascicolo Verdini era indagato inizialmente per falsa fatturazione per operazioni inesistenti.
L'atto di chiusura indagini prelude - a meno di nuove evidenze che cambino radicalmente le risultanze delle indagini preliminari - alla presentazione da parte della procura della richiesta di rinvio a processo.
Credito cooperativo fiorentino - Il Ccf è stato presieduto per circa 20 anni dall'onorevole Verdini. La banca è stata commissariata due anni fa proprio nell'ambito dell'inchiesta sui grandi appalti. In particolare i magistrati hanno indagato sui rapporti tra il Ccf e l'impresa di costruzioni Baldassini-Tognozzi-Pontello, presieduta all'epoca da Riccardo Fusi.
Il resto dell'inchiesta è stato trasferito a Roma, Perugia e L'Aquila, mentre le indagini sulla banca sono condotte dalla Procura di Firenze.
Venerdì 14 ottobre, Verdini e Fusi sono stati prosciolti all'Aquila "perché il fatto non sussiste".