Il giudice ha respinto la richiesta di revoca della custodia cautelare nei confronti del faccendiere avanzata dalla Procura. Rimarrebbero in piedi i gravi indizi contro l'ex direttore dell'Avanti
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Valter Lavitola deve essere arrestato. A suo carico ci sono sia i gravi indizi di colpevolezza sia le esigenze cautelari, essendo il faccendiere latitante dal primo settembre.
E' contenuta in poche pagine la stoccata che il gip di Bari Sergio Di Paola ha inferto alla procura rigettando la richiesta del procuratore aggiunto Pasquale Drago che aveva chiesto al giudice di revocare il provvedimento restrittivo per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza. Drago si è subito allineato alle conclusioni del gip e ha chiesto l'arresto del faccendiere, misura che dovrà essere emessa entro domenica prossima, 16 ottobre, quando altrimenti perderà efficacia il precedente provvedimento di cattura emesso dalla magistratura partenopea.
Induzione a mentire - Secondo il giudice, è da condividere la ricostruzione fatta dal tribunale del Riesame di Napoli che ha riqualificato l'accusa di estorsione contestata a Lavitola in induzione a mentire ai pm baresi che indagano sulle 30 escort che l'imprenditore pugliese Gianpaolo Tarantini avrebbe portato nelle case del premier Silvio Berlusconi tra settembre 2008 e maggio 2009. Come è pure da condividere il passaggio in cui il Riesame afferma che Berlusconi sapeva che le ragazze che Tarantini portava nelle sue residenze erano escort.
Fatti questi che potrebbero portare Drago a ipotizzare nei confronti del Capo del governo il reato di aver istigato l'imprenditore pugliese, con la complicità di Lavitola, a mentire per salvare la propria immagine in cambio di oltre 500.000 euro, e la Procura di Bari a rivedere le conclusioni del fascicolo escort dal quale risulta che il premier non sapeva che quelle donne erano prostitute. A quel punto sarebbe inevitabile l'iscrizione di Berlusconi nel registro degli indagati.
La Procura di Roma pensa di ascoltare Berlusconi - Ma qualcosa si muove anche a Roma, dove la procura indaga sugli stessi fatti, ma per verificare l'originaria ipotesi di reato: la presunta estorsione ai danni del presidente del Consiglio, che vede indagati Tarantini, la moglie Angela Devenuto, l'ex direttore dell'Avanti Lavitola (il tramite tra Berlusconi e Gianpi per la consegna del denaro) e due collaboratori di quest'ultimo. Giovedì 13 ottobre, infatti, si è appreso che Berlusconi potrebbe essere sentito dai magistrati romani come persona informata sui fatti. Il procuratore Giovanni Ferrara e l'aggiunto Pietro Saviotti potrebbero subordinare la testimonianza del premier, il quale tramite l'avvocato Niccolò Ghedini ha già consegnato una memoria, all'interrogatorio di Tarantini. Quest'ultimo dovrebbe tenersi prossimamente: secondo alcune indiscrezioni, già venerdì 14 ottobre.
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