I pm chiedono il fallimento dell’ospedale San Raffaele

Cronaca

La Procura di Milano ha presentato l’istanza per bloccare, come ha spiegato il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, "ulteriori dissipazioni patrimoniali". La struttura ha un passivo di circa un miliardo e mezzo di euro

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La Procura di Milano tira diritto e chiede il fallimento dell' ospedale San Raffaele, gravato da un passivo di circa 1 miliardo e mezzo di euro e da una "crisi non gestita" di cui non si prevede a breve termine una via d'uscita. Mentre il nuovo consiglio di amministrazione, targato Ior-Malacalza, è al lavoro per presentare una proposta di concordato preventivo per salvare il gruppo ospedaliero fondato da Don Luigi Verzè, i pm Luigi Orsi e Laura Pedio hanno depositato l'istanza al Tribunale fallimentare per bloccare, come spiega lo stesso procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, "ulteriori dissipazioni patrimoniali".

La mossa dei pm, da quanto si è saputo, è anche utile per andare avanti nell'inchiesta penale sul dissesto finanziario della Fondazione. Con la richiesta di fallimento, infatti, gli inquirenti hanno la possibilità di effettuare, se non è già stato fatto, iscrizioni nel registro degli indagati per reati fallimentari, come la bancarotta.
Nell'atto della Procura, depositato addirittura venerdì scorso negli uffici del presidente della sezione fallimentare Filippo Lamanna e notificato solamente giovedì 29 settembre ai legali, viene segnalato, tra l'altro, che dalla analisi dei documenti trovati negli uffici e in casa di Mario Cal, l'ex braccio destro di Don Verzè morto suicida a luglio, sono "emersi ulteriori fatti di reato", come l'ostacolo agli organi di vigilanza e l'utilizzo di false fatture per operazioni inesistenti. Gli inquirenti, dunque, stanno accelerando nelle indagini, dopo aver interrogato nelle scorse settimane anche l'ex direttore finanziario Mario Valsecchi, che risulta indagato.

L'istanza, inoltre, ha un obiettivo: mettere pressione al nuovo board del San Raffaele che dovrà presentare il concordato entro il 10 ottobre. Per il 12, infatti, il Tribunale fallimentare ha già messo in calendario un'udienza per discutere, con la richiesta di fallimento pendente, la proposta di accordo con i creditori che verrà avanzata e che i giudici dovranno decidere se omologare o meno.
Il cda del San Raffaele, intanto, fa sapere in una nota di aver "preso atto del deposito dell'istanza" e "conferma che il piano di risanamento sarà asseverato fra poco più di 10 giorni". Le attività dell'ospedale, in ogni caso, andranno avanti regolarmente.

Il procuratore Bruti Liberati, parlando in una nota dello "stato di insolvenza" del gruppo, ha voluto anche mettere in luce che finora il "proposito" di concordato "non risulta essersi" concretizzato. E a fronte, ha scritto Bruti, "di una situazione, prevedibilmente suscettibile di ulteriore aggravamento, si è imposta una richiesta - quella che la legge fallimentare affida al pubblico ministero - orientata a perseguire l'interesse pubblico, sotto molteplici profili". Quello di "arrestare ulteriori dissipazioni patrimoniali" e di "perseguire l'interesse pubblico nella sfera del quale rientra la posizione dei soggetti a vario titolo coinvolti in questo grave default, quali i creditori, i dipendenti, i collaboratori e gli stessi utenti del servizio sanitario gestito dalla fondazione". Nella richiesta, infatti, i pm sottolineano come la Fondazione continui a perdere "circa 100 milioni di euro" al mese.

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