Fallaci e Terzani: il confronto 10 anni dopo

Cronaca
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Il 29 settembre 2001 usciva sul Corriere della Sera "La rabbia e l'orgoglio", atto di accusa contro il fondamentalismo islamico. Pochi giorni dopo, sulle stesse pagine, arrivava la risposta dello scrittore toscano. GUARDA IL CONFRONTO CON LE TAG CLOUD

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(in fondo all'articolo tutti i video sull'11 settembre)

di Alberto Giuffrè

E' il 29 settembre 2001. Le immagini degli aerei che si schiantano sulle Torri Gemelle, a distanza di pochi giorni, continuano a rimbalzare su tutte le televisioni. Sul Corriere della Sera compare un lungo articolo. Si intitola "La rabbia e l'orgoglio" ed è un duro attacco nei confronti del fondamentalismo islamico e dell'Occidente, accusato di essere toppo tollerante. Il testo divide. Fa discutere. Ed è il modo con cui Oriana Fallaci, la giornalista italiana più conosciuta all'estero (scomparsa nel 2006), sceglie di rompere un silenzio lungo un decennio.

Qualche giorno dopo, l'8 ottobre, sempre sul Corriere esce una lettera di risposta. La scrive Tiziano Terzani, altra firma conosciuta e apprezzata oltre i confini italiani. Già dal titolo "Il sultano e San Francesco: non possiamo rinunciare alla speranza" si capisce che i toni sono diversi. I lettori si dividono: da una parte c'è il manifesto di chi, dopo gli attacchi agli Usa, vuole una reazione decisa. Il pugno duro: "Non capite o non volete capire - scrive la Fallaci - che se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihad vincerà". Dall'altra il messaggio pacifista di Terzani contrario a qualsiasi tipo di intervento militare.

Dieci anni dopo abbiamo messo a confronto i due articoli. Lo abbiamo fatto attraverso il meccanismo delle tag cloud. Basta inserire le parole in siti come Wordle per ottenere una rappresentazione grafica in cui i vocaboli si dispongono con una dimensione diversa a seconda di quante volte vengono utilizzati nel testo (guarda la gallery). Come se fossero delle nuvole. Un metodo che non pretende di avere un approccio scientifico ma che permette di rileggere i due testi da un'altra prospettiva.

Pur nella diversità di contesti non mancano i punti in comune: tra le dieci parole più utilizzate da Terzani e Fallaci ci sono infatti "America" e "guerra".  "L' America siamo noi", scrive la giornalista toscana che negli ultimi anni ha vissuto per lo più a New York. "Noi italiani, noi francesi, noi inglesi, noi tedeschi, noi austriaci, noi ungheresi, noi slovacchi, noi polacchi, noi scandinavi, noi belgi, noi spagnoli, noi greci, noi portoghesi. Se crolla l'America, crolla l'Europa. Crolla l'Occidente, crolliamo noi".
Più freddo l'approccio di Terzani: "Nell'America stessa alcuni intellettuali cominciano a preoccuparsi che la combinazione fra gli interessi dell' industria petrolifera con quelli dell'industria bellica - combinazione ora prominentemente rappresentata nella compagine al potere a Washington - finisca per determinare in un unico senso le future scelte politiche americane nel mondo e per limitare all'interno del paese, in ragione dell' emergenza anti-terrorismo, i margini di quelle straordinarie libertà che rendono l'America così particolare".

Le "nuvole" in comune finiscono presto: tra i vocaboli ricorrenti ne "Il sultano e San Francesco" c'è "mondo". Mentre con le stesse dimensioni, sotto il "cielo" di Oriana Fallaci, compare la nuvola "Italia", affiancata da "patria".

Le differenze si fanno più nette quando la scrittrice toscana tira in ballo i temi religiosi: "Allah" e "Dio" hanno uno spazio rilevante ne "La rabbia e l'orgoglio". Perché, ammonisce, l'autrice "non capite o non volete capire che qui è in atto una Crociata alla rovescia".  Ed è proprio qui che si consuma lo scontro dialettico. Terzani si rivolge direttamente alla collega: "(L'attacco alle Torri) non è l' atto di 'una guerra di religione' degli estremisti musulmani per la conquista delle nostre anime, una Crociata alla rovescia, come la chiami tu, Oriana. Non è neppure 'un attacco alla libertà ed alla democrazia occidentale', come vorrebbe la semplicistica formula ora usata dai politici".

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