Caso Tarantini, è scontro sull'audizione di Berlusconi

Cronaca
Silvio Berlusconi e Von Rompuy

Il premier a Bruxelles evita l'incontro con i pm. E loro: "Scelga tra quattro date". In caso di rifiuto potrebbero chiedere l'accompagnamento coatto. Pdl contro le toghe: "Ora ispettori". Interrogato Niccolò Ghedini: "Non sapevo nulla dei 500mila euro"

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La procura di Napoli indica quattro possibili date per l'interrogatorio, in qualità di persona offesa, di Silvio Berlusconi, dopo l'appuntamento di oggi martedì 13 settembre è saltato per la trasferta europea del premier. Giovedì 15, venerdì 16, sabato 17 o domenica 18 settembre, dalle ore 8 alle ore 20 sono le date proposte dai magistrati napoletani. Secondo gli inquirenti il premier sarebbe stato ricattato da Gianpaolo Tarantini e Valter Lavitola per tacere sul fatto che Berlusconi sapeva che le ragazze portate a casa sua erano escort.
Nel caso di un rifiuto a farsi ascoltare, i pm potrebbero avviare la procedura per l'accompagnamento coatto del testimone che però richiederebbe l'autorizzazione della Camera, essendo Berlusconi un deputato. Intanto i magistrati napoletani si sono comunque recati a Roma per sentire come persona informata sui fatti Niccolò Ghedini.

Lepore: "Memoriale di Berlusconi non sufficiente"
- Il procuratore Lepore, nel parlare con i giornalisti ha spiegato: "A Berlusconi abbiamo inviato un atto di citazione a comparire come persona informata dei fatti. Abbiamo indicato le date per un altro incontro. Se anche in questo caso non dovesse essere disponibile o gli forniremo ulteriori date, o valuteremo in quel momento". L'atto di citazione, ha detto ancora Lepore, era stato approntato prima che fosse depositata in procura la memoria di Berlusconi. "Abbiamo tempi ristretti per le attività di indagine - ha sottolineato il procuratore aggiunto Francesco Greco - la memoria non è sufficiente a chiarire i punti in sospeso". La nota presentata, tuttavia, ha aggiunto Lepore, "sarà depositata al Riesame perché potrebbe essere utile alla difesa degli indagati, in particolare di Valter Lavitola.

Procura: "Deposizione rilevante"
- Nell'atto di citazione notificato a Silvio Berlusconi, i pubblici ministeri sottolineano che la  deposizione è rilevante in considerazione del fatto che si tratta di un procedimento con persone detenute. Il riferimento è a Gianpiero Tarantini e alla moglie Angela Devenuto, il primo in carcere a Poggioreale, la seconda ai domiciliari a Roma. L'avvertenza al premier lascerebbe intendere che la deposizione del premier avrà un peso significativo anche sulle decisioni che la Procura deciderà di prendere nei prossimi giorni sia riguardo a Tarantini, sia alla moglie.

Interrogazione dai deputati del Pdl - Immediata la reazione del Pdl. I deputati Enrico Costa e Manlio Contento hanno depositato un'altra interrogazione a Montecitorio per chiedere al ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma di mandare subito gli ispettori di via Arenula negli uffici della Procura di Napoli. A 'scatenare' la reazione dei parlamentari le dichiarazioni del Capo della Procura Giovandomenico Lepore secondo il quale la memoria difensiva del premier "non basta" e il fatto che i pm abbiano deciso di 'sollevare' dal segreto professionale i difensori di uno degli imputati con decreto. Cosa che secondo l'art.200 del codice penale toccherebbe al giudice, ma solo come 'extrema ratio'. A seguito dell'interrogazione, il ministro di Grazie e Giustizia ha ha deciso di disporre ulteriori accertamenti. In particolare - secondo quanto si e' appreso - il Guardasigilli chiedera' per iscritto alla procura generale di Napoli notizie sull'audizione dei difensori di Gianpaolo Tarantini.

L'ispezione proseguirà lentamente
- Ma i tempi non si prefigurano brevi. Solo oggi sarebbe partita da via Arenula la prima lettera di richiesta di chiarimento sulla scorta dell'interpellanza urgente presentata nei giorni scorsi dagli stessi due parlamentari del Pdl che gia' avevano sollecitato l'invio degli ispettori ministeriali per la fuga di notizie sull'inchiesta che vede indagati Gianpaolo Tarantini, sua moglie 'Nicla', e Valter Lavitola per presunta estorsione ai danni del premier Berlusconi. Questa seconda seconda sollecitazione da parte del ministro arrivera' a breve. E - secondo quanto si è appreso - dovrebbe appunto incentrarsi piu' che altro sulle modalita' con cui i legali di Tarantini sono stati sentiti dai pm come persone informate dei fatti.

Interrogato Ghedini - Nel corso della giornata di martedì intanto i pm di Napoli, Henry John Woodcock Francesco Curcio e Francesco Piscitelli, si sono recati a Roma per sentire Niccolò Ghedini. Il legale del premier è stato sentito dai magistrati con l'obiettivo di approfondire la circostanza - riferita anche da Tarantini nell'interrogatorio di garanzia - secondo cui Ghedini sarebbe stato a conoscenza dei soldi che Berlusconi elargiva a Gianpi tramite Lavitola. "La persona in assoluto più vicina al presidente del Consiglio - ha messo a verbale Tarantini - è l'onorevole Ghedini. Quindi credo che quando Berlusconi faccia determinati conti o cose, Ghedini sappia". "Supposizioni" le ha definite Ghedini nei giorni scorsi, ribadendolo - secondo quanto si è appreso - anche oggi ai magistrati. "Non mi sono mai occupato della contabilità personale del presidente Berlusconi" ha detto ancora il legale sottolineando che, in ogni caso "è fisiologico che un avvocato penalista possa essere avvisato dal proprio cliente di una richiesta estorsiva. Così non è stato. Ma anche se tale notizia mi fosse stata comunicata, nulla di illecito o di deontologicamente scorretto potrebbe prospettarsi".

Ghedini: "Non sapevo dei 500mila euro" - "Faccio l'avvocato e sono qui per il mio lavoro". In serata, fermato da un cronista de Il Fatto Quotidiano, l'avvocato di Berlusconi, rivela alcuni dettagli dell'interrogatorio. "Non ho assolutamente nulla da dire - precisa Ghedini- non sono stato interrogato su nulla". Ma al cronista che insiste, ha trovato lei lavoro e i legali a Tarantini? Ghedini infastidito risponde: "Ma cosa dice, io non ho trovato nulla, né il lavoro, né i legali".  Sapeva però dei 500mila euro? "Ma assolutamente no - precisa l'avvocato del premier - risulta da tutti gli atti".




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