Caso Falck, trovati 11mila euro in contanti in casa Penati

Cronaca
L'ex presidente della provincia di Milano Filippo Penati
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La replica dell'ex presidente della provincia di Milano (Pd), indagato per corruzione e tangenti: "Niente a che fare con fatti che mi sono contestati vecchi di 12 anni fa". E spunta un file intitolato "Documento finanziamento sig. Penati". VIDEO

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Undicimila euro in contanti: è la somma trovata nell'appartamento di Filippo Penati, perquisito dalla Guardia di finanza lo scorso 20 luglio.
Gli inquirenti avrebbero etichettato l'operazione come "perquisizione con esito positivo". L'ex presidente della Provincia, indagato per presunte tangenti nell'ambito dell'inchiesta sull'ex area Falck, ha spiegato in una nota che "l'autovettura BMW serie 5, vecchia di cinque anni, è del 2006 non era in garage ma in strada ed è intestata a una società finanziaria di San Donato Milanese, in quanto questa è la società di leasing della stessa BMW. La moto di grossa cilindrata in realtà è una Motoguzzi 750 Nevada, di 10 anni fa, che ho recentemente acquistato usata".
Infine, "le somme in contanti ritrovate non erano in diversi posti ma nella mia camera da letto e sono riferibili alle mie disponibilità e non riconducibili a fatti che mi sono contestati vecchi di 12 anni fa. Tengo quel denaro a disposizione per i miei viaggi in Italia e all'estero. Desidero chiarire tutto questo per evitare suggestioni che non hanno nessuna ragione d'essere nei fatti. Ribadisco la mia totale estraneità ai fatti contestati".

Sequestrato un file intitolato "Documento finanziamento sig. Penati" - Intanto, durante un'altra perquisizione (nello studio di Renato Sarno, l'architetto indagato assieme a una ventina di persone tra cui lo stesso Penati) spunta anche un file intitolato "Documento finanziamento sig. Penati".
Il file trovato in uno dei computer dello studio del noto professionista, così quotato da avere incarichi anche da don Verzè e dunque dal San Raffaele, è ora al vaglio di inquirenti e investigatori a caccia di nuovi spunti di indagine e riscontri alle dichiarazioni dei due imprenditori, Giuseppe Pasini e Piero Di Caterina, che hanno denunciato il cosiddetto 'Sistema Sesto San Giovanni'.
Lo stesso vale per le altre carte sequestrate negli uffici dell'architetto: tra questi, cartelline colorate e denominate "287 Penati Rev.1 Rev.2", "287 Penati Di Martino Rev.1 aggiornamento Asl", "287 Penati Di Martino".

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