L'Aquila: 9 indagati per la ricostruzione della questura

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L'inchiesta è scattata per via dell'incremento del costo dei lavori da 3 a 18 milioni. Tra gli inquisiti, l'ex provveditore alle Opere pubbliche per Lazio, Abruzzo e Sardegna e il rappresentante della ditta cui era stata affidata la commissione

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La procura della Repubblica dell'Aquila ha emesso nove avvisi di garanzia con l'ipotesi di reato di abuso d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta su presunte irregolarità nell'affidamento dei lavori di ricostruzione della questura del capoluogo, in seguito il terremoto del 6 aprile 2009.

Sotto accusa nove tra tecnici e dirigenti del provveditorato interregionale alle Opere pubbliche Lazio-Abruzzo-Sardegna, che ha la competenza sulla ristrutturazione dell'immobile, tra cui l'ex provveditore, alcuni esponenti del comitato tecnico amministrativo misto che dà il parere sulla procedura prima di indire la gara e infine una ditta romana. L'inchiesta è scattata per via di un fortissimo innalzamento, da 3 a 18 milioni, dei costi di ristrutturazione dell'edificio.

Gli indagati sono Giuliano Genitti, Lorenzo De Feo, ingegneri, Carlo Clementi, dirigente, attualmente in servizio nel capoluogo; Giovanni Guglielmi, ex provveditore; con loro, quattro esponenti interni ed esterni del comitato tecnico amministrativo, tutti provenienti da Roma; infine, il rappresentante legale della ditta Inteco Spa, che aveva ricevuto inizialmente l'affidamento diretto dei lavori, ritirato dopo che la Corte dei Conti ha sollevato delle obiezioni.

Per via dell'urgenza, infatti i lavori erano stati assegnati dal provveditorato interregionale alle Opere pubbliche Lazio-Abruzzo-Sardegna con affidamento diretto alla ditta Inteco Spa ma, successivamente, la Corte dei conti aveva sollevato obiezioni e il nuovo provveditore alle Opere pubbliche, Donato Carlea, aveva ritirato l'affidamento per indire una nuova gara
d'appalto, vinta dall'Associazione temporanea d'impresa (Ati) Nidaco-Califel. A creare imbarazzi e polemiche il lievitare dell'importo dei lavori, che in avvio sarebbero stati stimati
per circa 3 milioni di euro per poi salire fino a circa 18.

Dopo oltre due anni dal sisma la questura versa ancora in condizioni precarie, con operatori della Polizia che si dividono tra più sedi distaccate, non adeguate, con molti disagi. Un tema molto caldo su cui i sindacati di polizia sono insorti più volte, con denunce ai media e alle istituzioni.

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