P4: tutti i rapporti tra Bisignani, politici e manager

Cronaca
Gianni Letta e Luigi Bisignani
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Il faccendiere sarebbe intervenuto come intermediario per le acquisizioni dell'Eni in Nigeria. Almeno quindici i politici con cui si sentiva abitualmente. Dalle intercettazioni emerge la faida tra gli ex di An e gli ex di Forza Italia

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Politici, giudici, nomi del mondo della finanza. La rete di Luigi Bisignani, rivelata dall'inchiesta napoletana dei pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio, si rivela ampia e trasversale. I politici che avevano contatti frequenti con il faccendiere sarebbero, secondo un'informativa della Guardia di Finanza, almeno quindici. I contatti più frequenti erano con il sottosegretario Daniela Santanché e con il ministro Franco Frattini. Seguono, nella classifica dei suoi frequentatori: Lorenzo Cesa; Raffaele Fitto (che ha prontamente smentito di aver mai avuto alcun rapporto con Bisignani); Mario Baccini; Salvatore Nastasi; Alfonso Papa; Stefania Prestigiacomo; Elisabetta Gardini; Denis Verdini; Michaela Biancofiore, Alberto Michelini; Clemente Mastella; Giuseppe Galati; Roberto Sambuco.
Sempre nell'informativa si scopre che nella rete di Bisignani figuravano anche alti ufficiali di Carabinieri e delle Fiamme Gialle, nonché prefetti della Repubblica, tra cui perfino il vicedirettore vicario dell'Aisi, il servizio segreto civile, Francesco La Motta. E poi un consigliere della Corte dei conti ed esponenti delle principali banche italiane.

Eni e Finmeccanica - La rete costruita da Bisignani arrivava a coinvolgere anche le più importanti aziende di stato. Repubblica riporta alcune telefonate tra Paolo Scaroni, amministratore delegato del colosso petrolchimico e il faccendiere, che opera come intermediario per un affare dell'Eni in Nigeria. La multinazionale è interessata all'acquisto di un giacimento nel paese africano e si rivolge a Bisignani per far andare in porto l'affare. In una telefonata Scaroni dice a Bisignani "Volevo dirti che adesso mi telefonano dalla Nigeria, che il ministro presidente quindi viene dal presidente vogliono firmare tutto entro domani... ho già mandato un messaggio". A quel punto Bisignani telefona a un'utenza svizzera per dire "Avverti il ragazzo che il signore Fortunato e la signora hanno detto che tra domani e dopodomani vogliono fare questa cosa." E un finanziere italiano, Gianluca Di Nardo, conferma ai Pm che Bisignani aveva agito da tramite per questa acquisizione. Dalle carte dei pm emerge inoltre il nome di il presidente di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini, che ai Pm rivela che la Libia era interessata all'acquisto di una quota di Finmeccanica, tramite il fondo Lia. Affare che poi non andrò in porto, anche se i libici acquistarono attraverso la borsa il 2% del capitale della società pubblica.

I tentativi di fermare la fuoriuscita di Fini
- Ma sono soprattutto i dialoghi con i politici a interessare la stampa. Repubblica riporta le preoccupazione di Bisignani per "le faide interne al Pdl". "Teme che Berlusconi possa cadere e andare a processo 'con le regole normali, lo condannano sicuro, finisce la festa per tutti'. Cerca di ricucire lo strappo dei finani, ma gli attacchi di Libero e il Giornale sulla casa di Montecarlo gli scombinano il puzzle", scrive il quotidiano romano. Secondo Bisignani "questa rottura è una follia, Berlusconi è caduto nella trappola di Ignazio La Russa, di Gasparri e di Matteoli che gli hanno fatto fare quello che non sono mai riusciti a fare e che avrebbero voluto fare con Fini". Repubblica riporta poi un dialogo tra Bisignani e Paolo Scaroni, con l'ad di Eni che si lamenta che Berlusconi non è in grado di fare il presidente del Consiglio. "Si fa male da solo", dice Scaroni: "Ma che tristezza, non sa proprio che pesci pigliare". Con Cirino Pomiciono invece Bisignani parla di Gianni Letta che, secondo il faccendiere,  ormai non ha più nessun ascendente. "Le trattative le sta facendo tale Silvia Rossi, una che ha lottava misura, guarda sono senza parole" sono le parole di Bisignani riportate dal quotidiano diretto da Ezio Mauro.

Gli sfoghi della Gelmini
- Di Gianni Letta parla al telefono con Bisignani anche Maria Stella Gelmini, in un dialogo riportato dal Corriere della Sera. Il ministro della Pubblica istruzione si lamenta del capo di gabinetto di Tremonti, che l'avrebbe messa in cattiva luce con il ministro dell'Economia. "Lui resta il capo di un gabinetto - dice la Gelmini - io sono un ministro, come è che mi tratta come se fossi... cioè non va proprio bene e secondo me sbaglia anche Gianni (Letta, ndr) a dargli questa... cioè, tu capisci, che al netto del 'casino berlusconiano' però in una qualunque organizzazione aziendale se una persona come Gianni Letta, che è come l'amministratore delegato, consente che un capoufficio si comporti così, viene meno l'autorevolezza dell'amministratore delegato".
Sempre la Gelmini, in un'altra conversazione, si lamenta di Fabrizio Cicchitto, definito "un imbecille". "Anche ieri non ha perso occasione per stare zitto, perché Frattini ha fatto un intervento serio, dialogante". Secondo la Gelmini Cicchitto "si è venduto a questi di Alleanza Nazionale e in questo modo sta in piedi, ma voglio dire dovrebbe essermi grato per il lavoro che sto facendo".

Il ruolo di Bisignani con la Santanché
- Stando a quanto raccontato dallo stesso Bisignani davanti ai pm e ripreso da tutti i quotidiani, il faccendiere si sarebbe spesso in prima persona per far entrare Daniela Santanché nel governo. "Confermo che nella prima fase, e cioè fino al maggio 2009, ho cercato di dare una mano alla società di pubblicità della Santanché", premette Bisignani, che poi aggiunge: e "confermo di essermi speso oltremodo per far ottenere la nomina a sottosegretario della Santanché, soprattutto chiesi a Bocchino, a Ronchi e a La Russa di far cadere il 'veto' di Fini sulla nomina" spiega Bisignani davanti ai pm.

Il caso Ruby - Su Il Giornale, invece, viene pubblicata la deposizione di Maria Elena Valanzano, assistente di Alfonso Papa, il deputato Pdl per il quale i pm Woodcock e Curcio hanno chiesto l'arresto. Secondo la donna dietro allo scandalo di Ruby ci sarebbe l'ombra di Bisignani: "Ho sempre ritenuto che Bisignani tramasse contro il presidente Berlusconi, tant'è che, per esempio, sapeva di vicende poi esplose dal punto di vista giudiziario e mediatico prima che le stesse esplodessero: per esempio Bisignani si trovava a Genova quando, come ho letto dai giornali, vi sarebbe stato un interrogatorio di Ruby".

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