'Ndrangheta, in manette un consigliere di Alessandria

Cronaca
Blitz contro la 'ndrangheta in Piemonte
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19 persone sono state arrestate in Piemonte: avrebbero esportato i riti e i modelli delle cosche al Nord. Tra i fermi anche quello di un esponente Pdl. Lo scorso 8 giugno un'analoga operazione aveva coinvolto più di 140 indagati. IL VIDEO DEI CARABINIERI

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Blitz dei carabinieri nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo contro la 'ndrangheta . I militari, su richiesta della procura distrettuale antimafia di Torino, hanno arrestato 19 persone, indagate per associazione mafiosa ed altri delitti e ritenute esponenti di vertice delle cosche della 'ndrangheta reggina in Piemonte.
Tra i coinvolti nell'operazione, un consigliere comunale di Alessandria, Giuseppe Caridi (Pdl). Nel corso delle indagini - hanno riferito i carabinieri - sono emersi elementi quali il conferimento della dote di 'picciotto' con cui era stato ammesso ufficialmente a partecipare alle attività della 'locale' guidata da Bruno Francesco Pronesti'.
I carabinieri, inoltre, hanno documentato che nella sua abitazione fu tenuta la cerimonia di attribuzione della dote di 'santa' ad alcuni degli affiliati.

In particolare, le indagini dell'operazione condotte dal Ros dei carabinieri , hanno consentito di documentare le dinamiche associative di alcune 'ndrine, attive nel basso Piemonte riproducenti il modello dell'area calabrese di origine, per coordinare le iniziative criminali extraregionali a favore dell'organizzazione madre.
Le indagini hanno inoltre confermato l'adozione delle tradizionali cariche e formule 'ndranghetiste, documentando tecnicamente incontri, rituali ed affiliazioni.
Lo scorso 8 giugno un'analoga operazione, denominata 'Minotauro', aveva portato all'esecuzione di 151 ordinanze di custodia cautelare in tutta Italia per la presenza della 'ndrangheta nella sola provincia di Torino. Gli arresti effettuati furono 146; cinque persone sono tuttora latitanti.

Nel video qui sotto, un filmato girato a Rosarno (in provincia di Reggio Calabria) dai carabinieri con una telecamera nascosta. Le immagini ritraggono Domenico Oppedisano, “capo crimine” della zona, nel suo agrumeto, mentre parla con Rocco Zangrà e Michele Gariolo (che sono oscurati).
Questi ultimi, arrestati il 20 giugno nell’operazione della Procura distrettuale antimafia di Torino, si sarebbero recati per chiedergli l’autorizzazione di istituire una nuova “locale” (nome in codice di una cellula ‘ndranghetista sul territorio) ad Alba, nel Cuneese, dopo quella già attiva a Novi Ligure, nell’Alessandrino:


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