Terminati gli esami autoptici sul corpo della ginnasta di Brembate di Sopra, che oggi avrebbe compiuto 14 anni, la salma è stata restituita alla famiglia. Le esequie saranno celebrate probabilmente la prossima settimana
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Saranno celebrati probabilmente la settimana prossima i funerali di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate Sopra rapita il 26 novembre scorso e il cui cadavere è stato poi trovato il 26 febbraio. E che proprio oggi, 21 maggio 2011, avrebbe compiuto 14 anni. Il medico legale Cristina Cattaneo ha terminato gli accertamenti sul corpo. Per il nulla osta della magistratura è a questo punto solo una formalità. Dopo di che si potrà cominciare a pensare ai funerali, la cui data esatta non è ancora stata decisa, e che si dovrebbero svolgere nello stesso centro sportivo di Brembate Sopra dove la ragazzina è stata vista per l'ultima volta. Nella palestra entreranno solo i celebranti (tra cui il vescovo di Bergamo), le autorità e i familiari, mentre quella che si pensa sarà una grande folla potrà assistere al rito dall'esterno attraverso dei maxischermi.
La camera ardente sarà invece allestita nella chiesa della casa di riposo di Brembate Sopra. Quello che resta di Yara sarà cremato e seppellito tra i nonni paterni, nel cimitero del paese. Per la relazione conclusiva sull'autopsia si dovrà ancora aspettare: alcuni accertamenti di laboratorio sono infatti ancora in corso. E a quasi tre mesi dal ritrovamento del cadavere non c'è ancora certezza sull'esatta causa del decesso.
Yara Gambirasio è stata rapita il 26 novembre e trovata in un campo di Chignolo il 26 febbraio, esattamente tre mesi dopo. In questi tre mesi le indagini sono state effettuate a tutto campo, con grande spiegamento di forze e di mezzi, ma senza alcun risultato concreto. L'esame degli indumenti di Yara aveva permesso di individuare sui guanti delle tracce di Dna, le uniche a disposizione degli investigatori. E con quel punto di riferimento sono stati effettuati prelievi prima ai familiari, poi agli amici, quindi, con cerchi sempre più ampi, ai frequentatori della palestra e ai loro familiari, agli operai del centiere di Mapello per lungo tempo al centro delle indagini.
In tutto duemila confronti, senza che nessuno abbia dato un riscontro positivo. Con un sospetto: l'ultima persona ad avere visto Yara all'uscita del centro sportivo ha detto che la ragazzina non indossava i guanti (che infatti le sono stati trovati nella tasca del giubbotto) e quindi quel Dna può avere un'origine precedente al sequestro. Altre duemila persone sono state convocate dagli inquirenti solo perché la sera del sequestro i loro cellulari avevano agganciato le celle dei luoghi del sequestro e del ritrovamento (entrambi a ridosso di due trafficate provinciali).
Nemmeno questi riscontri hanno avuto risultato. Come del resto anche i controlli dei clienti della discoteca che si trova vicina al luogo del ritrovamento: un sabato sera le porte sono state sbarrate e tutti i presenti sono stati controllati per scoprire, qualche giorno dopo, che gli iscritti e quindi i frequentatori abituali del locale sono 25.000: impossibile controllarli tutti. Nei giorni scorsi è emersa l'esistenza di una nuova testimonianza che parla di due uomini che, la sera del rapimento, discutevano ad alta voce in via Morlotti a Brembate Sopra, quella in cui sarebbe avvenuto il sequestro.
La donna dice di avere visto due auto, una bianca e una forse rossa. Da una è sceso un uomo con il bavero del giubbotto che gli copriva quasi metà del viso, che è andato a discutere con un secondo uomo sull'altra vettura. Una testimonianza che coinciderebbe con altre già raccolte. E qualche giorno fa è stata recapitata agli inquirenti una seconda lettera da parte del viaggiatore di commercio che alle 19 del 26 novembre si era appartato con una prostituta a ridosso del campo di Chignolo in cui è stato trovato il cadavere di Yara. L'uomo ha ribadito di avere notato due scooter parcheggiati ai bordi del campo e di avere illuminato con i fari tre figure che si trovavano in mezzo al campo. Di tutto questo si discuterà in un vertice tra gli inquirenti e i medici legali che è stato convocato per i primi giorni della prossima settimana negli uffici della procura della Repubblica. Intanto sono numerosi i quaderni lasciati all'altare della chiesa di Brembate Sopra e riempiti di scritte. Negli ultimi giorni ne è spuntata una molto particolare: "Ciao Yara - dice - Sono tuo fratello Natan. Io ti voglio bene e spero che starai in pace in cielo. Ciao". Accanto, il disegno infantile di due omini, a rappresentare Natan e la sorella che non vedrà più.
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La camera ardente sarà invece allestita nella chiesa della casa di riposo di Brembate Sopra. Quello che resta di Yara sarà cremato e seppellito tra i nonni paterni, nel cimitero del paese. Per la relazione conclusiva sull'autopsia si dovrà ancora aspettare: alcuni accertamenti di laboratorio sono infatti ancora in corso. E a quasi tre mesi dal ritrovamento del cadavere non c'è ancora certezza sull'esatta causa del decesso.
Yara Gambirasio è stata rapita il 26 novembre e trovata in un campo di Chignolo il 26 febbraio, esattamente tre mesi dopo. In questi tre mesi le indagini sono state effettuate a tutto campo, con grande spiegamento di forze e di mezzi, ma senza alcun risultato concreto. L'esame degli indumenti di Yara aveva permesso di individuare sui guanti delle tracce di Dna, le uniche a disposizione degli investigatori. E con quel punto di riferimento sono stati effettuati prelievi prima ai familiari, poi agli amici, quindi, con cerchi sempre più ampi, ai frequentatori della palestra e ai loro familiari, agli operai del centiere di Mapello per lungo tempo al centro delle indagini.
In tutto duemila confronti, senza che nessuno abbia dato un riscontro positivo. Con un sospetto: l'ultima persona ad avere visto Yara all'uscita del centro sportivo ha detto che la ragazzina non indossava i guanti (che infatti le sono stati trovati nella tasca del giubbotto) e quindi quel Dna può avere un'origine precedente al sequestro. Altre duemila persone sono state convocate dagli inquirenti solo perché la sera del sequestro i loro cellulari avevano agganciato le celle dei luoghi del sequestro e del ritrovamento (entrambi a ridosso di due trafficate provinciali).
Nemmeno questi riscontri hanno avuto risultato. Come del resto anche i controlli dei clienti della discoteca che si trova vicina al luogo del ritrovamento: un sabato sera le porte sono state sbarrate e tutti i presenti sono stati controllati per scoprire, qualche giorno dopo, che gli iscritti e quindi i frequentatori abituali del locale sono 25.000: impossibile controllarli tutti. Nei giorni scorsi è emersa l'esistenza di una nuova testimonianza che parla di due uomini che, la sera del rapimento, discutevano ad alta voce in via Morlotti a Brembate Sopra, quella in cui sarebbe avvenuto il sequestro.
La donna dice di avere visto due auto, una bianca e una forse rossa. Da una è sceso un uomo con il bavero del giubbotto che gli copriva quasi metà del viso, che è andato a discutere con un secondo uomo sull'altra vettura. Una testimonianza che coinciderebbe con altre già raccolte. E qualche giorno fa è stata recapitata agli inquirenti una seconda lettera da parte del viaggiatore di commercio che alle 19 del 26 novembre si era appartato con una prostituta a ridosso del campo di Chignolo in cui è stato trovato il cadavere di Yara. L'uomo ha ribadito di avere notato due scooter parcheggiati ai bordi del campo e di avere illuminato con i fari tre figure che si trovavano in mezzo al campo. Di tutto questo si discuterà in un vertice tra gli inquirenti e i medici legali che è stato convocato per i primi giorni della prossima settimana negli uffici della procura della Repubblica. Intanto sono numerosi i quaderni lasciati all'altare della chiesa di Brembate Sopra e riempiti di scritte. Negli ultimi giorni ne è spuntata una molto particolare: "Ciao Yara - dice - Sono tuo fratello Natan. Io ti voglio bene e spero che starai in pace in cielo. Ciao". Accanto, il disegno infantile di due omini, a rappresentare Natan e la sorella che non vedrà più.
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