I pm hanno modificato il reato di cui era accusato da riciclaggio a favoreggiamento. Avrebbe movimentato denaro per conto di Diego Anemone. Il 15 giugno la prima udienza del processo che vede imputati Angelo Balducci e Guido Bertolaso
INCHIESTA APPALTI: L'ABUM FOTOGRAFICO
Angelo Zampolini, uno degli indagati nell'inchiesta di Perugia dello scandalo G8, ha patteggiato una condanna a 11 mesi di reclusione (con sospensione della pena). I pm che curano le indagini avevano modificato il reato di cui era accusato da riciclaggio a favoreggiamento. Zampolini è stato accusato dai pm perugini di avere aiutato il costruttore Diego Anemone, personaggio considerato al centro dell'indagine sulla presunta 'cricca', a movimentare denaro riferibile a quest'ultimo. In particolare - secondo l'accusa - rendendosi disponibile ad effettuare cambio di contanti con assegni circolari. Zampolini ha partecipato all'udienza davanti al gup di Perugia. Al termine si è allontanato senza fare dichiarazioni. Lo stesso hanno fatto il suo difensore, l'avvocato Grazia Volo, e i pm Sergio Sottani e Alessio Pavarnesi.
Si svolgerà il 15 giugno prossimo, invece, la prima udienza preliminare per i 19 imputati e le undici società a loro collegate, per i quali la Procura del capoluogo umbro ha chiesto il rinvio a giudizio nell'ambito della stessa inchiesta. Tra gli indagati l'ex provveditore alle opere pubbliche Angelo Balducci, il suo successore Fabio De Santis, il funzionario Mauro Della Giovampaola, l'imprenditore romano Diego Anemone e l'ex capo del dipartimento di protezione civile Guido Bertolaso. L'udienza si svolgerà davanti al gip del capoluogo umbro, Claudia Matteini. Le accuse vanno, a vario titolo, dalla corruzione all'associazione a delinquere e dalla rivelazione del segreto d'ufficio al riciclaggio.
Secondo l'accusa la "cricca", come venne definita, gestiva gli appalti relativi ad alcuni dei maggiori grandi eventi degli ultimi anni, dal G8 che doveva tenersi alla Maddalena alle celebrazioni per l'Unità d'Italia, favorendo le società del costruttore Diego Anemone in cambio di utilità varie. A chiedere il patteggiamento della pena sono stati anche l'ex procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, e il figlio, Camillo, accusati di rivelazione di segreto di ufficio. L'udienza per ratificare la richiesta di patteggiamento dovrebbe svolgersi per loro a metà giugno. Per entrambi, i pm di Perugia hanno chiesto di archiviare l'accusa di corruzione. E' stato proprio per il coinvolgimento nell'inchiesta del magistrato romano che il fascicolo sul G8 e i 'Grandi eventi' e' passato alla procura del capoluogo umbro, competente a indagare sui colleghi romani.
Angelo Zampolini, uno degli indagati nell'inchiesta di Perugia dello scandalo G8, ha patteggiato una condanna a 11 mesi di reclusione (con sospensione della pena). I pm che curano le indagini avevano modificato il reato di cui era accusato da riciclaggio a favoreggiamento. Zampolini è stato accusato dai pm perugini di avere aiutato il costruttore Diego Anemone, personaggio considerato al centro dell'indagine sulla presunta 'cricca', a movimentare denaro riferibile a quest'ultimo. In particolare - secondo l'accusa - rendendosi disponibile ad effettuare cambio di contanti con assegni circolari. Zampolini ha partecipato all'udienza davanti al gup di Perugia. Al termine si è allontanato senza fare dichiarazioni. Lo stesso hanno fatto il suo difensore, l'avvocato Grazia Volo, e i pm Sergio Sottani e Alessio Pavarnesi.
Si svolgerà il 15 giugno prossimo, invece, la prima udienza preliminare per i 19 imputati e le undici società a loro collegate, per i quali la Procura del capoluogo umbro ha chiesto il rinvio a giudizio nell'ambito della stessa inchiesta. Tra gli indagati l'ex provveditore alle opere pubbliche Angelo Balducci, il suo successore Fabio De Santis, il funzionario Mauro Della Giovampaola, l'imprenditore romano Diego Anemone e l'ex capo del dipartimento di protezione civile Guido Bertolaso. L'udienza si svolgerà davanti al gip del capoluogo umbro, Claudia Matteini. Le accuse vanno, a vario titolo, dalla corruzione all'associazione a delinquere e dalla rivelazione del segreto d'ufficio al riciclaggio.
Secondo l'accusa la "cricca", come venne definita, gestiva gli appalti relativi ad alcuni dei maggiori grandi eventi degli ultimi anni, dal G8 che doveva tenersi alla Maddalena alle celebrazioni per l'Unità d'Italia, favorendo le società del costruttore Diego Anemone in cambio di utilità varie. A chiedere il patteggiamento della pena sono stati anche l'ex procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, e il figlio, Camillo, accusati di rivelazione di segreto di ufficio. L'udienza per ratificare la richiesta di patteggiamento dovrebbe svolgersi per loro a metà giugno. Per entrambi, i pm di Perugia hanno chiesto di archiviare l'accusa di corruzione. E' stato proprio per il coinvolgimento nell'inchiesta del magistrato romano che il fascicolo sul G8 e i 'Grandi eventi' e' passato alla procura del capoluogo umbro, competente a indagare sui colleghi romani.