Secondo il presidente della Commissione Antimafia la criminalità organizzata influenza vaste aree del centro nord. E nel sud causa una perdita eqiuvalente al 20% del pil
Le mafie in Italia "si sono globalizzate e in Italia sono entrate a far parte anche della cosiddetta 'questione settentrionale"'. Beppe Pisanu traccia questa analisi nella sua relazione di metà legislatura davanti alla Commissione Antimafia. Il Presidente dell'organismo di inchiesta ha detto infatti che oltre alle quattro tradizionali regioni interessate (Sicilia, Puglia, Calabria e Campania) una accentuazione si verifica nel Centro Nord, specialmente in vaste aree del Lazio, dell'Emilia Romagna, della Lombardia, della Liguria e del Piemonte. "E' il segno evidente di un progressivo spostamento delle pratiche e degli interessi mafiosi ben oltre i confini del Mezzogiorno. Il fenomeno non è recente, perché‚ da almeno 40 anni le mafie hanno risalito la penisola ed hanno esteso via via i loro tentacoli in altri paesi europei e nel resto del mondo".
Analisi accurate della Commissione antimafia indicano che l'attività mafiosa nella quattro regioni di origine è causa di un mancato sviluppo equivalente al 15-20% del PIL delle stesse regioni. "Come abbiamo ampiamente documentato, gli investimenti e le speculazioni mafiose giungono in ogni settore di attività del Mezzogiorno e si confondono sempre più con l'economia legale", ha spiegato Pisanu. "Va detto che, mentre l'accumulazione dei capitali illeciti procede per le vie consuete della droga, del racket, dell'usura, del gioco illegale e legale, della contraffazione e dei numerosi traffici di esseri umani, armi e rifiuti, si registra una evidente evoluzione dei comportamenti criminali: nel senso che i reati tradizionali sono in diminuzione e quelli di nuova specie in aumento. Ma va anche detto che se molto sappiamo su come i capitali mafiosi vengono raccolti, ancora poco sappiamo su come vengono occultati e investiti nell'economia legale e nei circuiti finanziari nazionali ed internazionali".
Analisi accurate della Commissione antimafia indicano che l'attività mafiosa nella quattro regioni di origine è causa di un mancato sviluppo equivalente al 15-20% del PIL delle stesse regioni. "Come abbiamo ampiamente documentato, gli investimenti e le speculazioni mafiose giungono in ogni settore di attività del Mezzogiorno e si confondono sempre più con l'economia legale", ha spiegato Pisanu. "Va detto che, mentre l'accumulazione dei capitali illeciti procede per le vie consuete della droga, del racket, dell'usura, del gioco illegale e legale, della contraffazione e dei numerosi traffici di esseri umani, armi e rifiuti, si registra una evidente evoluzione dei comportamenti criminali: nel senso che i reati tradizionali sono in diminuzione e quelli di nuova specie in aumento. Ma va anche detto che se molto sappiamo su come i capitali mafiosi vengono raccolti, ancora poco sappiamo su come vengono occultati e investiti nell'economia legale e nei circuiti finanziari nazionali ed internazionali".