La Digos ha perquisito le abitazioni di Marco Mantovani, in corsa per la poltrona di primo cittadino del capoluogo lombardo, e quelle di altri nove militanti di partito. Sequestrati tirapugni e mazze forse usati per aggressioni compiute ad aprile
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C'é anche il cinquantunenne candidato sindaco alle imminenti elezioni amministrative milanesi (GUARDA LA SCHEDA), Marco Mantovani, tra i dieci militanti di Forza Nuova le cui case sono state perquisite all'alba di amrtedì 10 maggio dalla Digos di Milano.
Gli attivisti del partito di estrema destra fondato da Roberto Fiore sono tutti indagati per una serie di reati - dalle lesioni alla violenza privata aggravata, dal porto di strumenti atti ad offendere al danneggiamento - commessi a Milano dallo scorso primo aprile a oggi in sei diversi episodi.
Dura la replica di Fiore: "Guarda caso proprio a pochi giorni dalle elezioni a qualcuno salta in mente di perquisire l'abitazione del nostro candidato sindaco e di nostri militanti. Si vede che in Questura a Milano ci si annoia, c'é poco lavoro, e magari per scongiurare il rischio disoccupazione di molti membri delle forze dell'ordine si è ritenuto necessario indagare militanti di Forza Nuova per episodi di contestazione politica che in qualsiasi stato democratico vengono considerati ordinari".
Nelle case dei militanti sono stati sequestrati tirapugni, manganelli artigianali con la scritta 'Dux Mussolini', asce bipenne, mazze e fumogeni, oltre a materiale video e informatico.
Nell'abitazione di Mantovani, in particolare, sono state trovate le mazze che si pensa siano state usate lo scorso primo aprile in via Lanzone, a Milano, contro tre giovani appartenenti al movimento di estrema destra Casa Pound che stavano facendo attacchinaggio.
Sono in tutto sei gli episodi politici a carattere violento attribuiti a Forza Nuova su cui hanno investigato gli uomini della Digos: il più grave è avvenuto lo scorso 29 aprile, in via Guicciardini, quando una sessantina di militanti, alcuni dei quali armati di manici di piccone e pronti allo scontro, fecero esplodere dei grossi petardi e accesero dei fumogeni davanti alla sede del convegno organizzato da Cgil e Anpi in ricordo di Gaetano Amoroso, giovane militante di sinistra ucciso a Milano il 30 aprile 1976. Proprio quell'episodio, con lo scontro evitato solo grazie all'interposizione delle forze dell'ordine, secondo gli uomini della Digos avrebbe innalzato il clima di contrapposizione politica, già incandescente per le imminenti amministrative.
Tra le manifestazioni organizzate dai militanti di estrema destra, la Digos ricorda anche quella dello scorso 2 aprile di fronte al consolato tunisino, dove c'era un presidio organizzato dalla Lega; quella del 14 aprile, quando una decina di militanti fecero irruzione in uno stabile Aler di viale Romagna; e ancora l'irruzione del 18 aprile al Pime, dove era in corso un incontro tra il sindaco Letizia Moratti e lo sfidante Giuliano Pisapia di fronte a una platea di scout; e infine il danneggiamento di un gazebo in piazza Argentina il 27 aprile. La presenza ad alcuni di questi episodi è stata rivendicata dallo stesso Mantovani che, secondo la Digos, avrebbe partecipato alla manifestazione contro la Lega, a quella di via Guicciardini e all'irruzione nelle case Aler.
Le dieci persone indagate, indicate come il nucleo storico di Forza Nuova a Milano, avrebbero preso parte a tutte o quasi le manifestazioni loro contestate e alcune di loro sarebbero candidate nella lista guidata da Mantovani. Per ora sono indagate per i singoli reati, ma si lavora a un' incriminazione per associazione per delinquere, ipotesi per la quale sono partite le indagini coordinate dal sostituto procuratore Maurizio Romanelli.
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