Secondo gli inquirenti Salvatore Parolisi non avrebbe detto tutto, nella sua versione ci sarebbero infatti delle incongruenze. Intanto, parla la soldatessa con cui l’uomo ha avuto una relazione extraconiugale: “Sono convinta che lui non sia un assassino”
Si conoscerà nel giro di poche ore la direzione che assumerà l'inchiesta sull'omicidio di Carmela Melania Rea, la giovane donna assassinata a coltellate in una pineta del Teramano dopo essere scomparsa da Colle San Marco, ad Ascoli, dov'era andata insieme al marito Salvatore Parolisi il 18 aprile scorso. Ed è proprio il vedovo, caporalmaggiore dell'esercito di stanza al Rav Piceno, lo spartiacque: dalla sua audizione, che appunto dovrebbe essere convocata a breve, si saprà se è indagato per omicidio o se le indagini dovranno ripartire da zero.
E' la sensazione colta negli ambienti investigativi, dove si fa capire chiaramente che Parolisi non ha detto tutto. A cominciare dalla sua relazione, stabile, con Ludovica P., 27 anni, caporale all'ottavo Reggimento lancieri di Montebello. Salvatore, sentito dai carabinieri, al comando del col. Alessandro Patrizio, l'aveva liquidata come una storia di poca importanza. Ma non è vero. I due si frequentavano da due anni e sembra che l'ultima volta si siano visti pochi mesi fa, in un albergo di San Benedetto del Tronto. Non solo: il militare avrebbe parlato con lei il 17 aprile, alla vigilia della scomparsa di Melania, promettendole che avrebbe chiesto alla moglie la separazione. Secondo voci non confermate, il primo maggio, quando ormai la tragedia si era consumata, si sarebbero ancora sentiti, ma lui le avrebbe chiesto di chiamarlo al numero di una cabina telefonica, nel timore che la telefonata potesse essere rintracciata attraverso i tabulati dei suoi due telefoni cellulari, uno dedicato. “Non so più chi sia Salvatore, ma sono ancora convinta che non sia un assassino” ha detto la ragazza in un’intervista al Corriere della Sera.
Ne' il tradimento ne' questo comportamento bastano a fare di lui il colpevole, ma certo ne definiscono la personalità. Troppe omissioni, troppe incongruenze nel suo racconto di quel giorno. E' probabile, infatti, che proprio il 18 aprile lui e Melania, che era al corrente della relazione extraconiugale, avessero litigato. Ma i parenti della coppia continuano a fare quadrato: Melania sembrava tranquilla, non ossessionata dall'idea del tradimento, e d'altra parte "era una ragazza che non si teneva niente". Dice il fratello Michele. E poi, non voleva lasciare il marito. Il fatto che volesse iscrivere la bambina in una scuola di Somma Vesuviana, significa soltanto che nel suo paese intendeva tornare in attesa di trovare una casa a Sabaudia, dove Salvatore aveva chiesto di essere trasferito. In pratica, ha spiegato Michele, si sarebbe "appoggiata" a casa dei suoi. Michele ha detto anche che il cognato, tra le altre possibili destinazioni, aveva indicato anche Napoli e Avellino. Di Sabaudia, però, è Ludovica, e in questo modo Salvatore si sarebbe avvicinato a lei.
Sul matrimonio "ne escono di cotte e di crude", sbotta Rocco Parolisi, fratello del caporalmaggiore. "Non si può stare dietro a tutto quello che esce, altrimenti ci vorrebbe un segretario". E aggiunge: "Che le notizie seguano il loro corso. Anche le indagini seguiranno il loro e saranno quelle a fare stato. Quello che si sapeva è stato detto, se c'è qualcosa da chiarire sarà chiarito. Poi chi dovrà, farà l'equazione". Basta con i processi mediatici: se le notizie trapelate "sono cose attinenti a quello che e' successo, è giusto che vengano fuori". In caso contrario, Rocco sfida "chiunque a non avere uno scheletro nell'armadio, una marachella".
Comunque, adesso, occhi puntati sull'audizione di Parolisi. Prima, gli inquirenti vogliono concludere alcuni accertamenti sul corpo della donna. Sembra che il loro interesse sia verso le ferite post mortem. O ancora verso le modalità dell'aggressione: se sia stata una tortura lenta o se l'assassino abbia scaricato la sua rabbia con una raffica di coltellate. E la consequenzialità dei colpi farebbe propendere per questa ipotesi. Intanto, si ripropone la questione della competenza territoriale, ormai appurato che l'omicidio si è consumato nel luogo del ritrovamento del cadavere. Questione procedurale non di poco conto, soprattutto nel caso di richieste di misure cautelari o altri atti stringenti da parte dei pm. Sarà anche interessante sapere se Parolisi si presenterà con un legale o no.
E' la sensazione colta negli ambienti investigativi, dove si fa capire chiaramente che Parolisi non ha detto tutto. A cominciare dalla sua relazione, stabile, con Ludovica P., 27 anni, caporale all'ottavo Reggimento lancieri di Montebello. Salvatore, sentito dai carabinieri, al comando del col. Alessandro Patrizio, l'aveva liquidata come una storia di poca importanza. Ma non è vero. I due si frequentavano da due anni e sembra che l'ultima volta si siano visti pochi mesi fa, in un albergo di San Benedetto del Tronto. Non solo: il militare avrebbe parlato con lei il 17 aprile, alla vigilia della scomparsa di Melania, promettendole che avrebbe chiesto alla moglie la separazione. Secondo voci non confermate, il primo maggio, quando ormai la tragedia si era consumata, si sarebbero ancora sentiti, ma lui le avrebbe chiesto di chiamarlo al numero di una cabina telefonica, nel timore che la telefonata potesse essere rintracciata attraverso i tabulati dei suoi due telefoni cellulari, uno dedicato. “Non so più chi sia Salvatore, ma sono ancora convinta che non sia un assassino” ha detto la ragazza in un’intervista al Corriere della Sera.
Ne' il tradimento ne' questo comportamento bastano a fare di lui il colpevole, ma certo ne definiscono la personalità. Troppe omissioni, troppe incongruenze nel suo racconto di quel giorno. E' probabile, infatti, che proprio il 18 aprile lui e Melania, che era al corrente della relazione extraconiugale, avessero litigato. Ma i parenti della coppia continuano a fare quadrato: Melania sembrava tranquilla, non ossessionata dall'idea del tradimento, e d'altra parte "era una ragazza che non si teneva niente". Dice il fratello Michele. E poi, non voleva lasciare il marito. Il fatto che volesse iscrivere la bambina in una scuola di Somma Vesuviana, significa soltanto che nel suo paese intendeva tornare in attesa di trovare una casa a Sabaudia, dove Salvatore aveva chiesto di essere trasferito. In pratica, ha spiegato Michele, si sarebbe "appoggiata" a casa dei suoi. Michele ha detto anche che il cognato, tra le altre possibili destinazioni, aveva indicato anche Napoli e Avellino. Di Sabaudia, però, è Ludovica, e in questo modo Salvatore si sarebbe avvicinato a lei.
Sul matrimonio "ne escono di cotte e di crude", sbotta Rocco Parolisi, fratello del caporalmaggiore. "Non si può stare dietro a tutto quello che esce, altrimenti ci vorrebbe un segretario". E aggiunge: "Che le notizie seguano il loro corso. Anche le indagini seguiranno il loro e saranno quelle a fare stato. Quello che si sapeva è stato detto, se c'è qualcosa da chiarire sarà chiarito. Poi chi dovrà, farà l'equazione". Basta con i processi mediatici: se le notizie trapelate "sono cose attinenti a quello che e' successo, è giusto che vengano fuori". In caso contrario, Rocco sfida "chiunque a non avere uno scheletro nell'armadio, una marachella".
Comunque, adesso, occhi puntati sull'audizione di Parolisi. Prima, gli inquirenti vogliono concludere alcuni accertamenti sul corpo della donna. Sembra che il loro interesse sia verso le ferite post mortem. O ancora verso le modalità dell'aggressione: se sia stata una tortura lenta o se l'assassino abbia scaricato la sua rabbia con una raffica di coltellate. E la consequenzialità dei colpi farebbe propendere per questa ipotesi. Intanto, si ripropone la questione della competenza territoriale, ormai appurato che l'omicidio si è consumato nel luogo del ritrovamento del cadavere. Questione procedurale non di poco conto, soprattutto nel caso di richieste di misure cautelari o altri atti stringenti da parte dei pm. Sarà anche interessante sapere se Parolisi si presenterà con un legale o no.