I primi 40 anni del quotidiano il Manifesto

Cronaca
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Norma Rangeri, direttore del giornale che si definisce comunista, ricorda: "Alle nostre spalle non abbiamo partiti, editori o industriali. Siamo un'anomalia". E sulla Libia: è "ossimoro umanitario". Guerra e umanità "non possono andare d'accordo". VIDEO

"Siamo un'anomalia. Siamo l'unico quotidiano a non avere un partito, un editore, un industriale alle spalle. Siamo una cooperativa di giornalisti che per 40 anni si è autofinanziata". Così Norma Rangeri, direttore de il Manifesto, racconta la storia del giornale che il 28 aprile 2011 compie i suoi primi 40 anni (guarda la fotogallery con le prime pagine e i protagonisti del quotidiano). Anniversario che viene festeggiato con l'uscita in edicola di un'edizione rinnovata e al prezzo speciale di 50 centesimi.

"Non pensavamo di farcela - continua il direttore - perché quando il giornale è nato si pensava sì ad una esperienza importante, ma credevamo che prima o poi sarebbe finita. E invece non finisce". Norma Rangeri commenta poi l'editoriale pubblicato sulla prima pagina del numero in edicola il giorno del 40esimo anniversario. Un editoriale dedicato alla crisi Libica, definita un "ossimoro umanitario".
"Noi vogliamo fare un quotidiano per cambiare la sinistra italiana. Nell'attuale sinistra, infatti, ci sono partiti che appoggiano e condividono questa guerra umanitaria. Ma, secondo noi, guerra e umanità non vanno d'accordo.

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