Ruby e le intercettazioni: le perplessità di Bruti Liberati

Cronaca
Ruby e Silvio Berlusconi
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I giornali pubblicano le telefonate tra il premier e tre ragazze. Il procuratore della Repubblica di Milano: "Stiamo cercando di capire come siano finite tra le carte". Oggi la Camera vota sul conflitto di attribuzione

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Alla vigilia della prima udienza del caso Ruby, che si terrà mercoledì 6 aprile e che vede imputato per prostituzione minorile il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, spuntano sui quotidiani di martedì 5 aprile le intercettazioni telefoniche tra il premier e tre donne, Nicole Minetti, Marysthelle Polanco e Raissa Skorkina.
E' il Corriere della Sera a mettere a disposizione dei lettori uno stralcio delle conversazioni.
Sulle pagine del quotidiano di via Solferino, infatti, si trovano i virgolettati di una chiacchierata tra il premier e la consigliera Nicole Minetti a proposito del caso della giovane ragazza marocchina.

La Procura cerca capire come accaduto - Negli uffici della Procura si sta cercando di capire come siano andate le cose e perché le trascrizioni delle tre telefonate tra il presidente del Consiglio e le giovani siano finite negli atti dell'indagine. Il premier, infatti, che è anche parlamentare, non può essere intercettato direttamente se non previa autorizzazione delle Camere, come dispone la legge Boato del 2003. E per quanto riguarda le intercettazioni indirette (si intercetta un'altra persona che sta parlando con un parlamentare) non possono essere utilizzate, né trascritte se non si è  chiesto il via libera alle Camere.
La stessa Procura di Milano, lo scorso 9 febbraio, aveva spiegato che non avrebbe chiesto l'autorizzazione alle Camere per le telefonate del premier, che "sono destinate alla distruzione perché irrilevanti ai fini dell'inchiesta". Negli ambienti giudiziari milanesi si fa notare però che l'inutilizzabilità delle intercettazioni indirette dei parlamentari, per le quali non è stata chiesta l'autorizzazione al Parlamento, vale per la fase del dibattimento e non delle indagini.
"No comment - ha risposto inizialmente ai giornalisti il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati - Stiamo cercando di ricostruire cosa è accaduto". "Saranno distrutti tutti gli atti che non sono utilizzabili", ha concluso.

Spuntano assegni del premier datati 2009 - Nelle nuove carte raccolte dagli inquirenti ci sarebbe anche un assegno circolare da 50 mila euro finito sul conto di Silvia Trevaini, giornalista, nel 2005 finalista di Miss Muretto e due anni fa candidata alle europee per il Pdl. E poi documenti su un bonifico di 168.400 euro da parte del premier a Giuseppe Scabini, storico manager di Fininvest, su un prestito infruttifero di 360 mila euro a Giuseppe Spinelli, fiduciario di Berlusconi, e su alcuni assegni circolari versati sui conti Mps di quest'ultimo e anche di Lele Mora.

Ruby parte lesa - Intanto, negli ambienti giudiziari, si fa sempre più insistente la voce che  Ruby sarebbe pronta a costituirsi parte civile contro Silvio Berlusconi.
La decisione definitiva, però, fa sapere il legale della giovane marocchina, l'avvocato Paola Boccardi, verrà presa soltanto nella giornata di oggi, 5 aprile, e formalizzata mercoledì 6 aprile giorno della prima udienza del processo.
Il premier, come già annunciato, non sarà in aula. E forse nemmeno i suoi legali 'storici' Niccolò Ghedini e Piero Longo, impegnati alla Camera. L'udienza del 6 aprile, infatti sarà di smistamento, in altre parole sarà utile per rinviare il processo ad altra data, probabilmente tra fine maggio e inizio giugno. Questo a meno di 'colpi di scena', come eventuali istanze della difesa per chiedere la sospensione del processo per il conflitto di attribuzione, su cui la Camera è chiamata ad esprimersi oggi, martedì 5 aprile.

No tv e fotografi in aula - Intanto alla segreteria del Procuratore generale Manlio Minale continuano ad arrivare richieste di accredito da parte di testate di tutto il mondo. Le istanze, a quanto si apprende, sono oltre 110.
Il processo Ruby, che si terrà nell'aula della prima corte d'assise d'appello, la più grande del palazzo di Giustizia, si dovrebbe aprire domani 6 aprile alle 9.30 e sarà il primo ad essere chiamato. Si tratterà molto probabilmente di una udienza lampo che verrà rinviata molto probabilmente alla fine di maggio. 

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