L'Aquila, due anni dopo: "sta come stea"

Cronaca
nella foto Villa Sant'Angelo in uno scatto del 20 ottobre 2010
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Nel secondo anniversario del sisma, su Facebook molti abitanti delle zone terremotate chiedono ancora di tornare alla normalità. Perché, come scrive una mamma, "mio figlio mi ha chiesto di fare una passeggiata in centro. Non ricordava più piazza Duomo"

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di Pamela Foti

"Mia moglie grida: prendete una coperta, e poi: Guido, sul letto di Michele c'erano i sassi, ho preso Michele con tutti i sassi addosso. Corri, dico io, quando saremo fuori al sicuro vedremo. Volevo aggiungere 'se respira ancora' ma questa frase mi rimane strozzata tra i denti. Illumino le scale prima di scendere e illumino Michele: non vedo sangue e si muove. Dio, Grazie. A piano terra troviamo mio suocero che ci aspettava. Mi metto le scarpe da giardinaggio sporche di fango che avevo lasciato all'ingresso di casa e quindi sono l'unico calzato, tutti gli altri sono scalzi o con le pantofole. Usciamo; mia moglie prova a risalire per prendere il cellulare ma un'altra forte scossa la fa desistere".
Guido Cantalini ricorda così sul blog L'AquilaeMotion "quella notte" a L'Aquila. Quella del 6 aprile di due anni fa.

Adesso, quel giorno  per gli aquilani è diventato il giorno della memoria. Il 6 aprile di due anni fa il terremoto scuoteva l’Aquila e i paesini attorno. Oltre 300 le vittime. Centinaia gli abruzzesi rimasti senza casa, strade, piazze: senza la loro città. La fiaccolata dalle ore 23 di martedì 5 aprile alle ore 3.15 (ora della prima scossa) di mercoledì 6 aprile tra le vie della città si propone anche questo: ricordare chi non c’è più e ricordare che L'Aquila non è ancora tornata alla vita. I dati diffusi dalla Struttura per la gestione dell'emergenza (Sge) parlano infatti di oltre 37mila persone assistite: di queste, poco meno di 23mila risiedono in alloggi Map del Progetto Case, dislocati in 19 new town; circa 13 mila sono beneficiarie del contributo di autonoma sistemazione (200 euro a persona ogni mese) e 1.328 distribuiti tra strutture ricettive abruzzesi e caserme.

Il vicesindaco Giampaolo Arduini però è fiducioso, la città “sta tornando quella che era”, racconta a SkyTG24. I cittadini, invece, parlano di un'altra realtà. Oggi come ieri "L'Aquila sta come stea" scrive su Facebook Antonio di Giandomenico. “ L’Aquila sta come stea jiu séi aprile dell’anno scorso!” ribadisce in dialetto aquilano. E poi spiega: "Oggi sta nelle stesse condizioni, aggravate dagli anni, dal clima, dall’incuria, e dall’indifferenza". Anzi, la situazione continua a peggiorare. "Oggi, alla desolazione e al senso dell’abbandono - continua nel suo racconto - si aggiunge una sensazione ancora più pesante, che prende l’olfatto e si spinge fin dentro lo stomaco: L’Aquila comincia a marcire, si è avviato un processo di decomposizione di quei materiali che, dopo due anni, attraverso il freddo e la neve, il caldo e la pioggia, cominciano a mandare il classico odore della marcescenza".

Sono tante le difficoltà che ogni giorno devono affrontare gli aquilani. Diventa dura persino organizzare un gazebo per la raccolta fondi Uildm (Unione Italiana Lotta Distrofie Muscolari). E' successo qualche giorno fa a Massimo Prosperococco, che in Rete racconta dei controlli durati un'ora e mezza prima di avere la possibilità di entrare nel centro storico. "L'Aquila non è Tripoli o Kabul - scrive su Facebook - è una città terremotata e noi cittadini, disabili e non, abbiamo il diritto, senza patemi d'animo, di andare dove vogliamo nelle zone messe in sicurezza". "Oggi mio figlio mi ha chiesto di fare una passeggiata in centro. Mi ha detto che non ricordava più Piazza Duomo" scrive invece Maria Chiara.
A due anni di distanza dal sisma, al di là di ogni polemica, la gente desidera solo tornare alla normalità.
"Domani torno a casa mia. Vado a passeggiare a Piazza San Pietro - scrive Patrizia - Faccio colazione al bar di via Roma, di corsa in farmacia e poi in cartoleria per comprare una penna nuova, nella biblioteca dell'Università per restituire un libro preso in prestito e alla Libreria Colacchi, per veder le novità. Una corsa con l'affanno sulle scale della biblioteca provinciale, riuscendo e di corsa al mercato. L'Aquila, piena di gente e di vita, come prima". Ma questo, scrive in conclusione, per ora è solo un sogno.

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