Nuovi Turismi: viaggiare al tempo di Internet

Cronaca
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C'è chi visita paesi lontani senza muoversi da casa, navigando nel web, chi pianifica on line ogni dettaglio della vacanza e chi non si separa mai dai suoi oggetti tecnologici. In un libro edito da Morellini, le frontiere virtuali del viaggio. L'ESTRATTO

di Mario Gerosa e Sara Magro

Geografie virtuali


Web Surfing - Prima c’è stato il boom dei viaggi last minute, che  fanno risparmiare un bel po’. Poi è stata la volta dei viaggi low cost, che fanno risparmiare molto. Ed ora è la volta dei viaggi no cost, dove non si spende praticamente niente. Non si spende perché non si va da nessuna parte, almeno non fisicamente. Si esplorano soltanto mappe su mappe, foto, video, link, post e descrizioni varie conservate nel web. Metaforicamente si surfa, ma in realtà si resta incollati alla sedia.

È la versione 2.0 dei viaggi immobili, un fenomeno nato nell’Ottocento ai tempi del Viaggio attorno alla mia camera di Xavier de Maistre e tornato in voga negli ultimi anni, soprattutto grazie alle possibilità e alla forza propulsiva del web. Il viaggio no cost è l’estremizzazione radicale del viaggio programmato su internet: fino a qualche anno fa, il web serviva esclusivamente per scegliere, per confrontare e per acquistare il viaggio. Oggi si è andati decisamente oltre: su internet non si prenota più il viaggio, lo si fa. In questo caso, ci sono almeno due scuole di pensiero: c’è chi programma viaggi all’interno dei mondi virtuali, per scoprire tutte le curiosità di Second Life e le meraviglie di World of Warcraft, e chi invece predilige un tipo di viaggio più concettuale, da eff ettuare con Google Earth e Google Maps, straordinari strumenti che negli ultimi tempi si sono sostituiti ai classici atlanti di una volta. Google Earth presenta in tempo reale i territori del nostro pianeta, mentre Google Maps off re la possibilità di creare mappe tematiche.

Chi sceglie di viaggiare con Google Earth e Google Maps è l’erede ideale dei personaggi che un tempo si deliziavano a fantasticare sulle cartine e sugli orari ferroviari, immaginando percorsi complessi e avventurosi e che facevano più volte il giro del mondo senza spostarsi da casa. Google Earth è un sistema che, grazie a riprese satellitari, offre una rappresentazione dei territori di tutto il mondo in tempo reale. Molti suggerimenti si trovano già sulla directory della home page di Google Earth, dallo “Skyscrapers Tour” al “Cathedral 3D Tour”. Google Maps invece è uno strumento per creare centinaia di atlanti su misura, in base ai propri interessi. Su queste mappe Web surfi ng Geografie virtuali 16 gli appassionati riportano una serie di dati per personalizzare le carte geografiche digitali.

Così, posso avere una mappa del Veneto su cui sono evidenziati i punti nevralgici per gli appassionati di vini; poi, cliccando su quei punti, vengo rimandato a link che mi dicono tutto su un certo produttore, mentre con Street View, un altro programma, posso visitare virtualmente un certo luogo, guardandolo da varie angolazioni. Scoperta la metodologia, si passa al viaggio vero e proprio, che si può fare in due modi, o esplorando la mappa, o usandola come base per un viaggio nella realtà.

Con Google Maps si possono fare moltissimi tipi di viaggi a tema: è sufficiente cercare sul web e poi iniziare a curiosare. Molto gettonata la mappa del Signore degli anelli, così come quella di Harry Potter, ideali per curiosare tra gli highlights di fi lm e bestseller; un altro must è la mappa dei luoghi del Codice da Vinci. Ma non meno interessanti sono le mappe che fanno riferimento ai videogame, come quella di Grand Theft Auto IV. Non si tratta soltanto di mappe che fanno riferimento a luoghi reali: sul web è molto divertente fare un viaggio sulle carte geografi che digitali di World of Warcraft, scoprendo le particolarità di molti luoghi immaginari prima di viverli con un viaggio "vero" in un universo sintetico.
Sempre su Google Maps, i luoghi legati ai Led Zeppelin, il leggendario gruppo rock di Stairway to Heaven: tra le locations c’è anche la residenza dell’occultista Aleister Crowley, vicino al Lago di Loch Ness, comprata e poi rivenduta dal chitarrista Jimmy Page.

Poi si può andare sul blog Google Maps Mania e scegliere un viaggio, lasciandosi ispirare dai post di matrice cultural geografica. Poi si può scorrere l’elenco di siti come http://keirclarke. googlepages.com/directory.htm e passare alla fase operativa, cliccando sui link che portano alle varie mappe. Vale la pena ricordare che, una volta che si è preso gusto a questo tipo di viaggio, si possono approfondire certe emergenze architettoniche prendendo spunto dal blog Google Sightseeing, che comprende ponti, vulcani, stadi, location di fi lm. Sul sito Google Earth Hacks ci sono varie chicche, come la mappa di Pippi Calzelunghe a Taka-Tuka. Con Google Maps, poi, si possono individuare le location di Desperate Housewives, mentre con Google Geografie virtuali 17 Earth si può zoomare su Wisteria Lane, per veder bene come è fatta la celebre strada. Un must è anche l’isola di Lost, da esplorare palmo a palmo a passo di mouse. Infi ne, su Google Maps ci possono essere anche dei video “georeferenziati”: signifi ca che a una certa indicazione su una mappa corrisponde anche un video girato in quel luogo.

Turismatica - Da qualche tempo tour operator, agenzie di viaggio e linee aeree si avvalgono notevolmente delle possibilità off erte da Internet.  L’offerta è molto vasta: si spazia dai siti che vendono voli e viaggi a prezzi competitivi, fi no a veri e propri social network di viaggi dove si possono condividere le proprie impressioni su un albergo o su una certa destinazione, e chiedere consiglio su un viaggio a chi frequenta quello stesso sito web. In tal senso, si tende a organizzare sempre più il proprio viaggio grazie all’utilizzo delle tecnologie informatiche. Un trend importante, che ha comportato anche la creazione del neologismo “turismatica”, composto da turismo e informatica. Questo termine indica un nuovo modo di fare turismo nell’era del web 2.0: infatti con l’avvento di una Rete legata alla condivisione e alla partecipazione, le potenzialità di Internet non si esauriscono nella possibilità di acquistare un biglietto senza muoversi da casa o di fare il check-in elettronico con il proprio computer. Grazie a siti come TripAdvisor, Venere.com o Expedia, è cambiato radicalmente il modo di promuovere le destinazioni e di organizzare il viaggio.

Tecnoturismo (o Flashpacker tourism)
- Nell’immaginario turistico il giovane con lo zaino in spalla è l’emblema classico del viaggiatore. Personaggi simili se ne incontrano continuamente nelle stazioni e negli aeroporti di tutto il mondo. È l’icona di chi viaggia con pochi soldi ma con tanta voglia di conoscere nuovi luoghi e nuove culture. O almeno, era così fi no a un po’ di tempo fa, perché adesso le cose sono cambiate. Fino a qualche anno fa si parlava molto di backpacking, cioè di turismo con lo zaino in spalla, un modo di viaggiare che continua a riscuotere grande successo ma che non è più di moda.

I giovani di oggi, i nativi digitali, quelli nati con Internet e con i mondi virtuali, non si riconoscono più nel turismo degli zaini pieni e dei portafogli vuoti. A questo proposito, nel sito Travoholic.com è stata definita acutamente la differenza fra Geeky Flashpacker e Minted Flashpacker, dove il primo tipo di viaggiatore punterebbe soprattutto sulla tecnologia spinta, l’altro, invece, coniugherebbe tecnologia e lusso. In poche parole, il Geeky Flashpacker preferisce stare in ostello pur d’avere il nuovissimo gadget di cui ha letto su Wired; il Minted invece si accontenta di un gadget di penultima generazione ma non rinuncia all’hotel di charme, dove chattare con gli amici di Facebook davanti al camino. Ma sono distinzioni minime: in generale va notato che i viaggiatori dell’era di Second Life, quando non visitano qualche universo sintetico, si muovono con un armamentario tecnologico che non fa rimpiangere la loro cameretta da geek, equipaggiata con ogni sorta di ritrovato tecnologico per essere sempre connessi con il mondo. E così sono nati i flashpackers, che sono sempre turisti con il mega-zaino d’ordinanza - quello che ostruisce i passaggi nei corridoi dei treni e che prende tre posti nel metrò - ma che hanno un approccio diverso con le cose da portar via per il loro viaggio. Il flashpacker in genere è un nomade abbiente che viaggia con più gadget tecnologici di un marine in missione: del suo corredo fanno parte lettori mp3, smartphone, iPad, videocamere digitali e computer portatili. I flashpacker amano essere “always on”, stare sempre connessi a Internet, e mentre viaggiano raccontano agli amici quello che fanno sui social network e sui blog, in modo da essere ben presenti nella community. E se la sera i backpackers (che in genere sono i loro padri e gli zii) si riunivano in spiaggia o nell’ostello per ascoltare il repertorio standard di quello che sapeva suonare la chitarra (in verità spesso non si andava molto oltre il giro di sol e di do), adesso i flashpackers si raccolgono attorno a quello che ha l’iPad dopo essersi ripresi tra loro con la videocamera per documentare in tempo reale su Youtube il loro viaggio.
© 2011 Morellini Editore

Tratto da Nuovi Turismi. 100 alternative al classico viaggio, pp. 207, euro 14,90

Mario Gerosa, giornalista e scrittore, è caporedattore di AD, Architectural Digest
Sara Magro, giornalista, sociologa di formazione, è ideatrice del web magazine 'The Travel News'

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