Sanità, le nomine di Vendola: "Non si può cambiare legge?"

Cronaca
Nichi Vendola (Credits: Fotogramma)
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Nell'ordinanza in cui si chiede l'arresto dell'ex assessore regionale della Puglia, emergono anche alcune intercettazioni nelle quali il governatore chiede la modifica di una norma per "sostenere il suo protetto"

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"Un collaudato sistema criminale, stabilmente radicato nei vertici politico-amministrativi della sanità regionale".
E' questo il "quadro desolante" - per utilizzare le parole del gip di Bari - in cui ha operato la politica e, soprattutto, l'ex assessore della sanità della giunta guidata da Nichi Vendola, Alberto Tedesco, ora senatore del Pd, per il quale è stata chiesta al Senato l'autorizzazione a procedere all'arresto in carcere.
"L'invasività della politica non era una cosa sporadica o una prassi che riguardasse soltanto le nomine dei primariucci. Ma purtroppo tutte le decisioni e gli indirizzi di politica sanitaria erano orientati quasi esclusivamente in una prospettiva clientelare", scrive il giudice Giuseppe De Benedictis.

Le intercettazioni - Il quotidiano Repubblica pubblica alcune intercettazioni telefoniche, che riguardano anche il governatore pugliese.
In una di esse, il 20 novembre del 2008 il presidente della Regione parla con il suo assessore alla Salute di una nomina per un direttore generale. "Pur di sostenere il suo protetto il Governatore - scrive il gip - pretende il cambiamento della legge per superare, con una nuova ad usum delphini, gli ostacoli che la norma frapponeva alla nomina". Tedesco, rivolgendosi a Vendola (che non è indagato) dice: "Quello non ha i requisiti sta come direttore generale, quello che vuoi nominare!".
E il governatore, da par suo, gli risponde: "O Madonna santa, porca miseria la legge non la possiamo modificare? Non possiamo modificare la legge in una delle prossime... ".

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