Nelle ultime 24 ore non ci sono stati sbarchi, ma la situazione nell'isola resta ad alta tensione. Un cittadino denuncia: tre tunisini hanno rapinato mio figlio di 10 anni del cellulare. GUARDA LE IMMAGINI DEL CENTRO DI ACCOGLIENZA
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Al comandante della Capitaneria di Porto di Lampedusa, Antonio Morana, non è mai capitato di sperare che il tempo peggiori e che il mare si ingrossi.
Da qualche tempo, però, è questo il suo inconfessabile desiderio. Così i barconi degli immigrati restano lontani dalle coste dell'isola. Le ultime 24 ore senza sbarchi, dopo le decine dei giorni scorsi che hanno riversato sul molo Favaloro 5.000 persone. "Non so se dipende dal mare, oppure dal fatto che in Tunisia hanno aumentato i controlli", dice Morana.
Ma se a Lampedusa non sono sbarcati migranti, altri sono arrivati in Calabria e in Sicilia, a Pantelleria e Marina di Ragusa, dove all'alba di martedì si è verificato il fatto più grave. Il capitano di un peschereccio che trasportava 32 clandestini, tutti egiziani, tra cui tre minori (altri 31 sono stati rintracciati a terra), è infatti rimasto ferito in maniera lieve da colpi d'arma da fuoco sparati da una motovedetta della Guardia di Finanza che aveva intercettato il barcone.
Al comando generale delle Fiamme Gialle sottolineano che solo dopo i "reiterati" tentativi di speronamento da parte del motopesca, i finanzieri - che avevano inutilmente intimato l'alt più volte - hanno sparato "a scopo intimidatorio" ed un colpo "ha accidentalmente raggiunto un occupante" del barcone, "ferendolo al braccio destro".
L'uomo è stato ricoverato all'ospedale di Modica. Indaga la magistratura. Un episodio che conferma la tensione che c'è in Sicilia sul fronte dell'immigrazione, al pari di un altro avvenuto a Siracusa e che riguarda direttamente proprio gli immigrati sbarcati in massa a Lampedusa negli ultimi giorni: 38 tunisini giunti dall'isola e ospitati in una tensostruttura sono scappati, li stanno cercando nelle campagne; aumentate le misure di sorveglianza nel centro, che ne ospita altri 200.
In questo contesto, paradossalmente la situazione più tranquilla, almeno finora, è proprio quella di Lampedusa, "dove in questi giorni si sta assistendo - sono parole di Laura Boldrini, portavoce dell'Unhcr - ad una bella prova di convivenza". In effetti, girando per le strade dell'isola, ti imbatti dovunque - al bar, nei negozi, sulle panchine - nei tunisini ancora ospitati nel centro di accoglienza appena riaperto: sono in tutto circa 1.900, dopo i due voli speciali che hanno portato altrove 200 persone.
Certo, sono tanti, ma non danno problemi, anche se "una cinquantina" sono tornati ieri sera ubriachi e il sindaco ha dovuto emanare un ordinanza per vietare la vendita di birre, vino e liquori.
Un cittadino, poi, ha denunciato ai carabinieri che tre tunisini hanno rapinato il figlio di 10 anni del cellulare: due lo hanno afferrato per le braccia e l'altro gli ha sfilato il telefonino. "Ma è un episodio isolato, non ci sono problemi di ordine pubblico", assicurano alla stazione dell'Arma di Lampedusa. Carabinieri, finanzieri e poliziotti vigilano per le strade e all'ingresso del Centro e non sono mai intervenuti. Però - anche se per ora tutto sembra funzionare, al punto che un micro-corteo di migranti è sceso in piazza per dire "Grazie Italia, Grazie Maroni" - è evidente che questo stato di cose non puo' reggere a lungo.
Il centro di accoglienza, che può ospitare 850 persone, scoppia. Gli immigrati sono troppi, la tensione è latente, in qualsiasi momento la situazione potrebbe degenerare. E così il sindaco De Rubeis e lo stesso Unhcr tornano a chiedere di intensificare i trasferimenti, perché Lampedusa - con i suoi 5.000 abitanti - non può sostenere questa pressione. "Può essere soltanto un luogo di transito", dice la Boldrini, che saluta dunque con favore - come tutti sull'isola - l'individuazione di Mineo, nel catanese, come possibile sito dove 'traslocare' i migranti. Insomma, c'è qualche buona notizia - che arriva pure da Frontex, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere, che ha spedito sull'isola una delegazione e promesso "50 esperti, navi e un paio di aerei" e dal versante turistico, perché l'emergenza non ha provocato finora nessuna disdetta nelle già numerose prenotazioni alberghiere - ma certo è urgente decongestionare l'isola prima possibile. I due voli non bastano. E per mercoledì, infatti, ne sono previsti quattro. Altre 400 persone che vanno via.
Guarda tutti i video sull'emergenza:
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Ma se a Lampedusa non sono sbarcati migranti, altri sono arrivati in Calabria e in Sicilia, a Pantelleria e Marina di Ragusa, dove all'alba di martedì si è verificato il fatto più grave. Il capitano di un peschereccio che trasportava 32 clandestini, tutti egiziani, tra cui tre minori (altri 31 sono stati rintracciati a terra), è infatti rimasto ferito in maniera lieve da colpi d'arma da fuoco sparati da una motovedetta della Guardia di Finanza che aveva intercettato il barcone.
Al comando generale delle Fiamme Gialle sottolineano che solo dopo i "reiterati" tentativi di speronamento da parte del motopesca, i finanzieri - che avevano inutilmente intimato l'alt più volte - hanno sparato "a scopo intimidatorio" ed un colpo "ha accidentalmente raggiunto un occupante" del barcone, "ferendolo al braccio destro".
L'uomo è stato ricoverato all'ospedale di Modica. Indaga la magistratura. Un episodio che conferma la tensione che c'è in Sicilia sul fronte dell'immigrazione, al pari di un altro avvenuto a Siracusa e che riguarda direttamente proprio gli immigrati sbarcati in massa a Lampedusa negli ultimi giorni: 38 tunisini giunti dall'isola e ospitati in una tensostruttura sono scappati, li stanno cercando nelle campagne; aumentate le misure di sorveglianza nel centro, che ne ospita altri 200.
In questo contesto, paradossalmente la situazione più tranquilla, almeno finora, è proprio quella di Lampedusa, "dove in questi giorni si sta assistendo - sono parole di Laura Boldrini, portavoce dell'Unhcr - ad una bella prova di convivenza". In effetti, girando per le strade dell'isola, ti imbatti dovunque - al bar, nei negozi, sulle panchine - nei tunisini ancora ospitati nel centro di accoglienza appena riaperto: sono in tutto circa 1.900, dopo i due voli speciali che hanno portato altrove 200 persone.
Certo, sono tanti, ma non danno problemi, anche se "una cinquantina" sono tornati ieri sera ubriachi e il sindaco ha dovuto emanare un ordinanza per vietare la vendita di birre, vino e liquori.
Un cittadino, poi, ha denunciato ai carabinieri che tre tunisini hanno rapinato il figlio di 10 anni del cellulare: due lo hanno afferrato per le braccia e l'altro gli ha sfilato il telefonino. "Ma è un episodio isolato, non ci sono problemi di ordine pubblico", assicurano alla stazione dell'Arma di Lampedusa. Carabinieri, finanzieri e poliziotti vigilano per le strade e all'ingresso del Centro e non sono mai intervenuti. Però - anche se per ora tutto sembra funzionare, al punto che un micro-corteo di migranti è sceso in piazza per dire "Grazie Italia, Grazie Maroni" - è evidente che questo stato di cose non puo' reggere a lungo.
Il centro di accoglienza, che può ospitare 850 persone, scoppia. Gli immigrati sono troppi, la tensione è latente, in qualsiasi momento la situazione potrebbe degenerare. E così il sindaco De Rubeis e lo stesso Unhcr tornano a chiedere di intensificare i trasferimenti, perché Lampedusa - con i suoi 5.000 abitanti - non può sostenere questa pressione. "Può essere soltanto un luogo di transito", dice la Boldrini, che saluta dunque con favore - come tutti sull'isola - l'individuazione di Mineo, nel catanese, come possibile sito dove 'traslocare' i migranti. Insomma, c'è qualche buona notizia - che arriva pure da Frontex, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere, che ha spedito sull'isola una delegazione e promesso "50 esperti, navi e un paio di aerei" e dal versante turistico, perché l'emergenza non ha provocato finora nessuna disdetta nelle già numerose prenotazioni alberghiere - ma certo è urgente decongestionare l'isola prima possibile. I due voli non bastano. E per mercoledì, infatti, ne sono previsti quattro. Altre 400 persone che vanno via.
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