Processo Thyssen, chiesti 16 anni e mezzo per l'ad

Cronaca
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Il 5 dicembre 2007 l'incendio che uccise sette operai. A tre anni di distanza, il pm di Torino Raffaele Guariniello invoca una condanna per omicidio volontario. I familiari delle vittime a SkyTG24: "Ci vuole l'ergastolo"

Una condanna a 16 anni e mezzo di reclusione per l’amministratore delegato Herald Espenhahn è la richiesta dell’accusa al processo per il rogo alla Thyssenkrupp. Il reato ipotizzato, per la prima volta in un caso di incidente sul lavoro, è omicidio volontario con dolo eventuale. Il pm Raffaele Guariniello ha poi chiesto la condanna a 13 anni e 6 mesi per quattro dirigenti (Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri) e a 9 anni per un quinto, Daniele Moroni. Questi ultimi rispondono di omicidio colposo. “La pena chiesta è troppo bassa, spero che i giudici l’aumentino. Gli imputati devono pagare per sette vite”, ha subito dichiarato Grazia Rodinò, la mamma di Rosario, uno dei sette operai uccisi nell’incendio del 5 dicembre 2007 nell’acciaieria torinese. In aula, dopo la richiesta del pm, la signora ha urlato: “Ergastolo, ci vuole l’ergastolo. Qui gli unici condannati siamo noi”.

Anche per la società Thyssenkrupp, chiamata in causa come persona giuridica, ci sono state richieste di pena da parte del pm Guariniello: il magistrato ha proposto una sanzione pecuniaria di un milione e mezzo di euro, l’esclusione da agevolazioni e sussidi nonché  la revoca di quelli in corso e il divieto di pubblicizzare i propri prodotti per un anno. “Il prezzo del reato”, nel caso dell’incendio che uccise i sette operai, è di 800 mila euro, ha aggiunto il pm, quantificando simbolicamente una delle pene chieste per la multinazionale. Guariniello ha proposto, come prevede la norma, la “confisca del prezzo del reato”. In questo caso gli 800 mila euro si riferiscono alla somma che l’azienda ha risparmiato quando non ha installato un impianto di rilevazione incendi. Un’altra sanzione è la pubblicazione per intero della sentenza su grandi giornali di risonanza internazionale. Guariniello ha poi chiesto la trasmissione degli atti per procedere per falsa testimonianza contro tre persone e per procedere per omissione volontaria di cautele contro gli incidenti a carico di una quarta. Se la richiesta verrà accolta ci sarà dunque un’inchiesta bis per le violazioni delle norme in materia di sicurezza che si aggiungerà al procedimento, già in corso con una decina di indagati, per le testimonianze non genuine rese in aula.

A questo proposito il pm ha detto di non avere “mai visto una cosa del genere. Non è stato un episodio isolato ma una strategia di più persone che si è protratta per mesi”, ha aggiunto. L’ombra delle omissioni di cautele e dell’omicidio colposo riguarda uno dei consulenti dela Thyssenkrupp, Berardino Queto. “Sono tre anni che quei bastardi si fanno il Natale tranquilli. Noi no. Noi il 24 dicembre siamo al cimitero a piangere i nostri cari”, ha dichiarato in aula un’altra parente delle sette vittime del rogo. “Se le pene non possono che essere queste bisogna andare a Roma, bisogna rivolgersi a Roma, si devono alzare le pene per chi ammazza le persone”, ha continuato la donna. “Abbiamo chiesto ciò che è giusto in scienza e coscienza”, ha dichiarato Guariniello ai giornalisti dopo avere terminato la requisitoria. “Questa – ha spiegato il magistrato – non è una giurisprudenza nuova. Abbiamo applicato le norme della Cassazione su delle prove che, nei casi di infortuni mortali sul lavoro, in generale non sono mai emerse. La novità in effetti è che siamo davanti a una corte d’assise”.

Guariniello, a chi gli ha fatto presente che i familiari delle vittime desideravano richieste di condanna più alte, ha risposto: “Abbiamo cercato di fare e di dare il massimo”, riferendosi alla tempestività con cui sono state chiuse le indagini (meno di tre mesi) e alla velocità con cui è stato celebrato il dibattimento, che fino ad oggi ha richiesto oltre ottanta udienze. La Regione Piemonte ha inoltre chiesto un risarcimento di 6 milioni, come parte civile nel procedimento. Il processo è stato aggiornato al 17 dicembre per gli interventi di altre parti civili.

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