Bufera sull'azienda trasporti di Roma: 854 assunti in 2 anni

Cronaca
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Due ex estremisti di destra, una "cubista", il figlio del caposcorta del sindaco e poi "mogli, generi e cognati di". E' la "parentopoli" emersa sulla stampa locale, su cui indaga la Procura. Alemanno fa partire un'inchiesta e annuncia: "Non faremo sconti"

Ottocentrocinquantaquattro assunzioni a chiamata diretta in due anni e mezzo. Inclusi due ex estremisti di destra e una "cubista". E soprattutto tanti figli, mogli, cognati, compagni e amici di politici e anche di qualche sindacalista. Pure un ex pugile, figlio del caposcorta del sindaco Gianni Alemanno, figura tra gli 854 neo-assunti dall’Atac, l’azienda municipalizzata che controlla il trasporto pubblico locale di Roma, ossia tutti gli autobus, le metro e i tram della capitale. Un’azienda che solo nel 2009 ha fatto registrare 90 milioni di euro di perdite. Debiti che si sono andati accumulando mentre proseguiva imperterrito, a quanto pare, il rito delle nuove assunzioni. Che sembra sempre più acquistare i lineamenti di una enorme "parentopoli", su cui il sindaco ha subito sollecitato l’apertura di un’inchiesta interna all’azienda che, promette, non farà “sconti”. Ma intanto anche la procura di Roma indaga.

Tutto ha inizio il 27 novembre con un articolo del quotidiano la Repubblica, che denuncia l'enorme mole delle assunzioni a chiamata diretta di "generi, nipoti e mogli di politici" e definisce "clamoroso" il caso di colei che viene ribattezzata la “cubista”: Giulia Pellegrino, 25 anni. Lavora nell’ufficio del direttore industriale di Atac Marco Coletti e per il passato un video su Youtube racconta di un’esperienza televisiva della bella ragazza mora (in coppia con una bionda), per il tg locale sportivo 50° minuto. Ma la diretta interessata, intervistata da la Repubblica, taglia corto: “Macché cubista. Sono una hostess, accompagno i clienti ai tavoli nei locali”. E ancora: per l’assunzione “ho superato una selezione, ho presentato un curriculum. E sono una delle tante segretarie del dottor Coletti. D’altra parte non vorrei neppure un impegno più gravoso come quello dell’assistente personale: oltre le otto di sera io ho da fare”.

Intanto si apre il capitolo degli estremisti neri Francesco Bianco, ex Nar, e Gianluca Ponzio, già Terza posizione. Bianco faceva parte del gruppo di Giusva e Cristiano Fioravanti ed era con Giusva quando uccise Roberto Scialabba. E’ stato processato per rapina, aggressione e omicidio, e scarcerato per decorrenza dei termini. Ponzio era invece vicino al terrorista Antonio D’Inzillo, il cui nome è stato di recente associato a quello di Gennaro Mokbel. “Dopo Stefano Andrini, altro estremista di destra piazzato ai vertici di Ama (la municipalizzata dei rifiuti, ndr), vorremmo capire cosa sta succedendo in Campidoglio”, domanda Andrea Orlando, responsabile Giustizia del Pd. E dal suo partito parte la richiesta di dimissioni di Alemanno. Ma il centrodestra replica ricordando le assunzioni di ex brigatisti quando in Campidoglio governava il centrosinistra.

Comunque la “cubista” e gli estremisti di destra sono solo una parte del dossier Atac. Fin da subito tra gli 854 iniziano a trapelare nomi che testimonierebbero come nell’azienda si sia praticata quella che il quotidiano francese Le Figaro, in un articolo sulla vicenda, definisce “l’arte di imbarcare parenti e amici aggirando tutte le procedure”.

Tra i beneficiari ci sarebbero, tra gli altri, la moglie di un senatore e la compagna e il genero di due deputati del Pdl e poi figli e parenti di consiglieri comunali del centrodestra. Ma anche tre ex consiglieri municipali di area aennina e il figlio del caposcorta di Alemanno, un ex pugile che ha lasciato il ring dopo un brutto incidente d’auto: mandato in forze alla Direzione acquisti. In Campidoglio la bufera lambisce poi l’assessore ai Trasporti Sergio Marchi, chiamato in causa “almeno sette” volte, conta il Corriere della Sera. L’assessore parla di una “campagna di diffamazione” e annuncia querele, spiegando che non ha fatto assumere nessuno: “La mia fidanzata Flavia Marino non è stata assunta ma trasferita” da un’altra municipalizzata in seguito alla fusione con Atac. “Per il fratello della mia fidanzata c'è stato un contratto di collaborazione con Roma Servizi per la Mobilità di quattro mesi, già esauritosi, al di sotto dei 7 mila euro netti per l’intera prestazione”. I figli di persone del suo staff, spiega l’assessore, sono stati assunti “con regolare selezione” prima della sua elezione. E “in merito all’assunzione della mia segretaria, Loredana Adiutori, è doveroso precisare che vanta 35 anni di servizio presso la pubblica amministrazione”.

Intanto spuntano dossier sulle persone vicine ai sindacati e a politici del centrosinistra arrivati in Atac negli anni passati (tra gli altri, anche tre attuali consiglieri comunali del Pd: Massimiliano Valeriani, Daniele Ozzimo e Antonio Stampete). Mentre Alemanno fin da subito annuncia la nascita di una “commissione d’inchiesta” all’interno dell’azienda che “verificherà una per una tutte le assunzioni che sono state fatte negli ultimi 10 anni”. L’iniziativa spetta al nuovo amministratore delegato, Maurizio Basile, mandato a sostituire l’ad Adalberto Bertucci (anche lui tirato in ballo in questi giorni) e tentare di ripianare i conti dell’azienda. “Interverremo su tutti senza fare sconti o esclusioni né per capi scorta né per altri”, assicura Alemanno. Ma anche la procura di Roma ha aperto un’inchiesta per fare luce sulla vicenda. Che appare tutt’altro che conclusa.

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