E' accaduto a Roma, all'ospedale S. Filippo Neri. I parenti del ragazzo, a cui doveva essere asportata la milza, si sono avventati contro i dottori sferrando calci e pugni e insultandoli verbalmente
Gli agenti del posto di polizia dell'ospedale San Filippo Neri, a Roma, li hanno fermati appena in tempo.
Non è escluso che il gruppo di una decina di persone, tra parenti e amici del ragazzo morto, sarebbero andati ben oltre la frattura al naso e le contusioni guaribili in dieci giorni inferte a tre medici nella dura reazione avuta quando hanno appreso che il ventinovenne sottoposto alla asportazione della milza era morto durante l'intervento chirurgico.
Quando l'anestesista - una donna medico - insieme con altri due medici - uomini - si è avvicinato al gruppo in attesa di conoscere l'esito dell'operazione e ha comunicato la tragica notizia, i genitori e gli altri si sono avventati contro di loro sferrando pugni e calci e insultando verbalmente.
Lei e uno dei colleghi ha riportato lesioni lievi guaribili in 10 giorni, l'altro medico è stato più volte colpito con pugni al volto ed ha riportato la frattura del naso. Il ragazzo era affetto da una malattia del sangue ed era stato più volte ricoverato nell'ospedale. La famiglia della vittima, proveniente da Anzio, ha poi presentato denuncia ipotizzando irregolarità o incompetenze da parte dei medici.
Questi ultimi, invece, non risulta abbiano presentato esposti riguardo all'aggressione subita. Il direttore generale del San Filippo Neri, Mimmo Alessio, esprimendo solidarietà alla famiglia, parla però di "psicosi nei confronti dei medici, che non li fa lavorare in tranquillità". "Nei prossimi giorni - ha proseguito Alessio - stabiliremo con precisione le cause della morte". Morte che potrebbe essere stata causata dall'induzione dell' anestesia.
In tal senso, il presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, Ignazio Marino, ha annunciato di aver chiesto un'istruttoria ai carabinieri del Nas "per far luce" sulla vicenda. Marino ha invitato tutti a riflettere "sul clima di caccia alle streghe che si è instaurato ormai da tempo". Analogamente, Vincenzo Carpino, presidente dell'Associazione degli Anestesisti, pur esprimendo vicinanza alla famiglia della vittima, sostiene che "è gravissimo che chi lavora in prima linea per tutelare la salute umana possa essere aggredito".
Non è escluso che il gruppo di una decina di persone, tra parenti e amici del ragazzo morto, sarebbero andati ben oltre la frattura al naso e le contusioni guaribili in dieci giorni inferte a tre medici nella dura reazione avuta quando hanno appreso che il ventinovenne sottoposto alla asportazione della milza era morto durante l'intervento chirurgico.
Quando l'anestesista - una donna medico - insieme con altri due medici - uomini - si è avvicinato al gruppo in attesa di conoscere l'esito dell'operazione e ha comunicato la tragica notizia, i genitori e gli altri si sono avventati contro di loro sferrando pugni e calci e insultando verbalmente.
Lei e uno dei colleghi ha riportato lesioni lievi guaribili in 10 giorni, l'altro medico è stato più volte colpito con pugni al volto ed ha riportato la frattura del naso. Il ragazzo era affetto da una malattia del sangue ed era stato più volte ricoverato nell'ospedale. La famiglia della vittima, proveniente da Anzio, ha poi presentato denuncia ipotizzando irregolarità o incompetenze da parte dei medici.
Questi ultimi, invece, non risulta abbiano presentato esposti riguardo all'aggressione subita. Il direttore generale del San Filippo Neri, Mimmo Alessio, esprimendo solidarietà alla famiglia, parla però di "psicosi nei confronti dei medici, che non li fa lavorare in tranquillità". "Nei prossimi giorni - ha proseguito Alessio - stabiliremo con precisione le cause della morte". Morte che potrebbe essere stata causata dall'induzione dell' anestesia.
In tal senso, il presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, Ignazio Marino, ha annunciato di aver chiesto un'istruttoria ai carabinieri del Nas "per far luce" sulla vicenda. Marino ha invitato tutti a riflettere "sul clima di caccia alle streghe che si è instaurato ormai da tempo". Analogamente, Vincenzo Carpino, presidente dell'Associazione degli Anestesisti, pur esprimendo vicinanza alla famiglia della vittima, sostiene che "è gravissimo che chi lavora in prima linea per tutelare la salute umana possa essere aggredito".